La destra deve avere una strana idea della privacy. Si lamenta del fatto che si possano fare intercettazioni telefoniche, che vengano svelati i segreti affari di qualcuno, magari di un mafioso, ma sui fatti che davvero riguardano gli intimi orientamenti delle persone, pensa che lo Stato possa entrare e decidere come vuole, fregandosene delle volontà individuali.

A Modena la minoranza berlusconiana fa baccano perché il comune ha aperto un registro pubblico dove i cittadini possono esprimere anticipatamente le loro volontà in termini di trattamento sanitario. E no questa privacy vera non gli va bene perché turba il mercimonio di appoggi e favori sia politici che personali instaurato col Vaticano.

Sulle barricate, dal momento che questa destra non si fa mai mancare il tratto ridicolo e nauseante, c’è anche l’avvocato del professor di Bella, quello che pretendeva di curare il cancro con ormoni e vitamine, compresi ormoni che invece possono provocare il cancro. Ed è proprio questo personaggio che ora straparla di politica della morte. Lasciatemo dire: che schifo.

Ma a parte questo, è proprio la straordinaria contraddizione tra la privacy affaristica e invece il diktat esistenziale che rivela la totale inconsistenza politica di questo rassemblement berlusconiano che senza nemmeno rendersene conto oscilla impazzito tra stato etico e stato di malaffare. Un magma confuso e incoerente, in cui l’unico valore, l’unica bussola sono gli interessi di bottega e individuali.

In fondo è una malattia dell’anima, un cancro dell’intelligenza: per questi ci vorrebbe proprio una cura Di Bella. Peccato che non serva a nulla.