E’ divertente come in quasi tutta la televisione italiana si eviti di nominare il vulcano islandese. “Impronunciabile” dicono tutti quelli che spesso si esibiscono in penosi tentativi di intervocaliche inglesi soprattutto a sproposito, tanto per farci capire che hanno fatto la terza media. Da ciò che dicono e da come lo dicono in italiano, spesso la cosa non è evidente.

Ma è un falso, il nome del vulcano è semplice da pronunciare, basterebbe chiedere a qualche ambasciata o consolato islandese : suona Eìfiala  Iecul, niente di clamorosamente difficile, tanto più che nessuno pretende pronunce perfette. Ma si evita di dirlo per la terribile assonanza finale. L’Islanda è davvero sfigata da questo punto di vista, a cominciare da quella sua capitale pecoreccia. Ma insomma con i vaffa che s’incrociano ogni giorno nelle nostra atmosfera, non sarebbe poi così terribile, anzi lo potremmo considerare un vulcano di casa.

Però visto che iecull significa ghiacciaio, lo si potrebbe tranquillamente omettere e dire il vulcano Eìfiala. Basta saperlo, informarsi due secondi. Del resto ricordo che da bambino vidi “Viaggio al centro della terra” e sentendo Scartaris, Snaeffels Jokull  o Arne Saknusemm, non mi strappai i capelli per la difficoltà.  Ma oggi prima di affrontare un film così impegnativo, bisogna avere almeno una laurea breve.

Certo è strano che con le tonnellate di volgarità che ci piovono addosso dal piccolo schermo ad ogni ora, ci sia la pruderie del iecul mischiata e  a un insopprimibile provincialismo e  alla noncuranza supponente che fanno parte della mentalità rampante e legaiola. Qualcosa che bisognerebbe buttare nel vulcano o meglio nel iecul.