Ci si può indignare, ma non stupire. Quando la Cei ha pagato il suo prezzo a Berlusconi e gli ha detto, papale papale, che le gerarchie stanno con lui, si è trattato si di uno squallido mercato, ma anche di una consonanza interiore tra due poteri che hanno in comune la pretesa di non essere giudicati e messi in discussione.
Il primo dai giudici e dalle istituzioni repubblicane in nome di un popolo di fedeli, le seconde in nome di fedeli che ascoltano il magistero. Non è certo un caso che il Vaticano per respingere le accuse che vengono dalla Germania, ma un po’ da tutto il mondo, sull’insabbiamento e copertura dei casi di pedofilia, non abbia trovato cosa migliore che inventarsi l’idea di complotto. Esattamente come fa il Cavaliere.
Nessun tentativo reale di spiegare i fatti che del resto parlano da soli, ma la parolina magica “complotto” che affida tutto non alla ragione, ma all’appartenenza. Certo, per un capo religioso questo è molto più naturale che per il premier di un paese formalmente democratico. Tuttavia le parole di Benedetto XVI, che parla di “chiacchiere”, quando comunque è in gioco la sofferenza di migliaia di persone, sono state l’apoteosi dello spirito anti evangelico che pervade le gerarchie ecclesiastiche.
La teoria del complotto si rivela un puro pretesto proprio per i modi sprezzanti che vengono usati e che contraddicono la radice stessa dai quali nascono: la teoria di una pretesa superiorità morale, slegata ormai da ogni dovere di testimonianza. Esattamente come nella stessa città si pretende di essere al di là della legge in virtù di una supposta investitura popolare.
Ecco perché la Chiesa ci sguazza benissimo con il berlusconismo, come del resto si è sempre trovata a suo perfetto agio con tutti i regimi di destra: entrambi nascono dal disprezzo profondo verso la fede o verso il voto. O verso il popolo che dicono di amare.
La definizione “chiacchericcio” mi ha lasciata di ghiaccio, ho pensato ai bambini, alle persone che hanno subito l’orrore e che non potranno più avere una vita degna di questa definizione. Vorrei precisare Marcello che unto dallo Spirito Santo non significa assolutamente preferito o infallibile e perfetto, questa è una libera interpretazione di b. e di tanti suoi fedeli, oggi ho ricevuto messaggi del genere, ancora la “visione” di b. come unto e visto che vivo in emilia qui ci sarebbe un tasso di comuniusmo reale ancora altissimo, roba da idiozia reale, è verissimo Alberto, troppi meccanismi legano b. ai vertici del clero, pensavo ieri e oggi a questo, i vittimismi, i presunti complotti…..roba da ulcera, il maalox non basta più.
Bisognerebbe ricordare che la chiesa è retta da una monarchia assoluta, che è l’aspirazione del monarca del consiglio, è come tale c’è una diretta assonanza appunto con tutti i regimi, non dimentichiamo che per la chiesa mussolini, quello che uccideva o mandava al confino gli oppositori e quello delle leggi razziali nonchè amico dei nazisti, era l’uomo del destino, così come lo è oggi mister mi consenta. D’altronde il papa in quanto unto dallo spirito santo e quindi infallibile considera tutto il popolo come delle pecore che lui, in quanto tale, deve guidare e non solo come il signor b crede pure di essere anche al di sopra delle leggi e quindi commettere pure atti impuri e poi doverne rendere conto solo a dio……povere vittime che non avranno giustizia alcuna ed odieranno il prossimo……tutto l’opposto di ciò che predicava Cristo.