I vescovi sembrano insorgere quando il razzismo serpeggiante della Lega si abbatte sui clandestini e più in generale sugli immigrati. Su milioni di persone di cui si vorrebbe cancellare l’umanità, conservandone solo la forza lavoro. E ancora di più sembrano insorgere quando l’estremismo xenofobo viene incorporato nelle parole e negli atti di governo.
Ma il messaggio è di cartapesta, un’allegoria ipocrita. Infatti gli stessi vescovi sul loro mattinale di servizio, ovvero l’Avvenire, si lamentano con Casini per il fatto che l’Udc in Piemonte non voglia allearsi con i razzisti della Lega e preferisca il centro sinistra, tra cui militano i radicali, favorevoli all’aborto che è comunque una legge dello Stato e persino all'”eutanasia passiva” ovvero al non accanimento terapeutico su corpi in stato vegetativo.
Ora che si sia d’accordo o meno all’ambiguo orrore pretesco nei confronti di queste posizioni, è del tutto evidente che esse non sono comparabili sotto nessun punto di vista, alla potenzialità distruttiva di valori, umanità e convivenza che il razzismo porta con sé. Lo capirebbe persino un bambino.
Però non sono nemmeno comparabili i vantaggi che la Chiesa può ottenere dagli xenofobi in espiazione del loro “peccato”: la vendita delle indulgenze è sempre un buon affare, un vizio che cambia di forma, ma non di sostanza. Ed è tecnicamente un merchandising, ovvero l’utilizzo di un marchio noto, per vendere qualche altra cosa. In questo caso quei “mezzi”, quella pompa, quelle clientele e quel potere temporale che secondo il vecchio ragazzo della Flak*, oggi a San Pietro, sarebbe necessario alla fede.
Così possiamo pensare tutto il male possibile di Casini, ma che siano i vescovi ad accusarlo di utilitarismo è un paradosso: Pierferdi non riuscirà mai a superare i suoi maestri.
*Nome della contraerea tedesca nella quale il futuro papa militò nel ’43
che tenerezza…
ciao Alberto…
SEI UN GRANDE ALBERTO!!
Fugger, Fugger, fortissimamente fugger…