Eccoli i manifesti elettorali del Pd: il manager sicuro di sè, la precaria stranamente languida invece che angosciata e la mamma consapevole. Tutti e tre molto saggi, molto discreti, attenti ad evitare ogni emozione e qualsiasi aperta polemica, pronti a regalarci in poche parole un’altra Italia.
Se siete riusciti a vincere gli sbadigli, potrete notare cosa c’è che non funziona in queste immagini Lexotan: la completa assenza del mondo operaio, di qualche cassintegrato, di un cinquantenne rimasto a piedi, di un giovane sfruttato e incazzato. Nulla sul dramma che sta vivendo il Paese, nulla che possa essere ostico ai fantomatici “moderati”, nulla che possa suonare come una sveglia o dare un brivido di speranza: li deve aver ideati l’agenzia del dottor Spock. Ma purtroppo esprimono fin troppo bene una linea politica, una strategia, il lento metabolismo degli apparati.
I tre messi assieme potrebbero essere una famigliola del mulino bianco che vive un imprecisato segmento della classe medio-alta. Manca solo l’indispensabile frollino che dà energia alla giornata e che viene religiosamente intinto nel caffelatte. Ma non è un grande mancanza: il Pd è una miniera di frollini.