Una certa idea dell’Italia. Si possono leggere saggi, osservare le persone, subire sul lavoro le anomalie del bel paese. Ma anche di fronte ai presepi capita di cogliere lo spirito del tempo. In una nottata di insonnia da cibo mi sono imbattuto in un’opulenta rappresentazione della natività che si trova nel santuario della Madonna della Guardia, sulle colline genovesi. Viste e palazzi che riproducono angoli della Superba, finestrine e lanterne che s’illuminano di notte, terracotte plastiche che stagliano la loro immobilità di giorno. E muri che s’innalzano con i loro mattoncini disegnati, archi desueti, balconi improbabili. Ma la cosa curiosa è che questo presepe non è stato messo in piedi tutto in una volta: si è accresciuto nel tempo, però non in orizzontale, bensì in verticale. Ogni anno a qualche costruzione veniva aggiunto una sopraelevazione o un’ala, un archetto, un balcone, un fregio. Probabilmente solo la perdita di appeal del presepe dopo il Settecento ha fatto si che che non si arrivasse ai dieci piani e alle verande. E’ un presepe che racconta la natività solo di striscio, racconta invece per metafora le ataviche astuzie, i piani casa, i condoni, le regole instabili e fumose che ci governano. E non oso immaginare quali doni porterebbero i Re Magi se appena si uscisse dalla leggenda: oro, figa e immunità, probabilmente. Come avviene nel presepe vivente a cui assistiamo, nel ludico pellegrinaggio alla stalla di Arcore. E ai suoi stallieri.
Il premier più che in adorazione adora essere adorato e quindi quale figlio di Dio gli competerebbe la parte del bambinello.Potemmo anche accontentarlo visto che tra qualche mese è Pasqua e la parte di primo attore, guarda caso tra due ladroni,magari sofferente e con bende gli sarebbe davvero congeniale.In fondo lo farebbe per noi
Dev'essere un bellissimo presepe comunque! una di quelle cose strepitose che solo certi artigiani sanno fare, peccato che non riflettano per niente la realtà. M'hai fatto tornare in mente il presepio napoletano aggiornato, fui molto perplessa la prima volta che ci vidi la statuina di Di Pietro al tempo di Mani pulite :)Credo che quest'anno ci sia andato anche un SB con benda sulla faccia, il premier in adorazione in mezzo ai pastori, che contrappasso!! (ma pur di avere in dono l'immunità sarebbe disposto anche a stare qualche giorno tra il bue e l'asinello). CiaoPaola
Il ludico pellegrinaggio, pastori, pastorelle che vanno alla luce di una stella che illumini il loro cammino, fatto di sobrietà, moralità e, soprattutto, di tanto amore… perchè l'amore, come dirigeva Capra, in tempi non sospetti, è una cosa meravigliosa. Peccato che Silvietto il Breve ben poco abbia a che spartire con il James innocente Stewart del film…
Semplicemente "troppo forte"!