L’onesta, la sincerità, la lucidità del ceto politico può essere testimoniata da questi due manifesti usciti in contemporanea ieri.

Il primo è quello che magnifica i risultati ottenuti dalla giunta Polverini e firmato dai partiti che la sostengono, compreso l’Udc  ondivago e ambiguo fino all’ultimo minuto, passato in una settimana da un appoggio incondizionato alla Sde-renata, a un indulgente possibilismo riguardo alle dimissioni, fino alla condanna espressa con volto pensoso (nei limiti del possibile, s’intende) di Casini. L’alleato più appetito da Bersani una volta arrivate le dimissioni ha detto che forse dovevano essere presentate qualche giorno prima.

Un esempio di limpida coerenza che lascia ammirati e che promette grandi cose per il futuro.

Mentre l’autoincensamento veniva appiccicato ai muri di Roma e del Lazio, altri attacchini si incaricavano di riempire le strade di quest’altro manifesto, quello con cui la Polverini tenta di uscire dall’impasse e di presentarsi come l’antipolitica di se stessa.