Sembrano fuochi di artificio, ma è una massa di missili e droni russi che si abbatte sugli obiettivi militari e sulla città che risponde con i suoi patriot appena arrivati dagli Stated e messi in linea. Le molte sequenze prese dai telefonini e poi finite sui social possono testimoniare di questa notte da tregenda che il governo di Kiev si è incaricato di trasformare in tragica farsa  dicendo – contro ogni evidenza – che tutti i missili e i droni russi erano stati distrutti. Ma è chiaro che il regime a questo punto non deve soltanto difendere se stesso, ma deve mentire per i padroni americani  e vantare il sistema  Patriot che si è rivelato fallimentare dovunque abbia operato ma che adesso ha fatto miracoli. In realtà da alcune riprese dei lanci ( la cui cadenza è tipica di quest’arma) si può vedere come alcuni colpi vadano già dall’inizio per conto loro, prima che la centrale di lancio stessa venisse distrutta da un Kinzhal probabilmente uccidendo tutti i serventi che possiamo immaginare fossero statunitensi.  E adesso la città è costellata di detriti derivanti dai patriot e anche da  alcuni razzi quasi intatti che evidentemente non sono riusciti a prendere quota.

Se a questo si aggiunge che sette missili da crociera inglesi Storm Shadow, recentemente forniti all’Ucraina  sono stati abbattuti dalle difese aeree russe nelle ultime 24 ore insieme a tre missili anti-radar Harm e a sette lanciarazzi multipli Himars si comincia a delineare un bilancio pesantissimo per la Nato che è costretta ad una continua escalation di mezzi che vengono buttati nella guerra, ma il cui impatto positivo, per così dire , dura sempre meno. Questo senza parlare del fatto che i missili di era sovietica in mano agli ucraini sono ormai quasi esauriti e anche la fornitura di Stinger si sta molto assottigliando così che oggi non rimangono che i mediocri patrioti da 3 milioni di dollari ciascuno da lanciare con incertissimo successo  contro droni che ne costano 300 mila a dir tanto e che vengono aggiornati ed evoluti in tempo reale. Di certo la Nato non può vincere strategicamente ammassando in Ucraina mezzi tattici, ma l’impressione complessiva che se ne trae è che l’Alleanza atlantica , anzi l’occidente sia strategicamente inferiore e che anche sul campo tecnologico sia in arretramento, qualcosa che i media non fanno avvertire ai sudditi delle ex democrazie e di cui gli stessi massimi responsabili faticano a rendersi conto, ma che nondimeno è abbastanza visibile se appena si scende a leggere non le righe, ma tra le righe dell’informazione. Il fatto stesso che Russia e Cina dispongano di missili ipersonici che l’occidente deve ancora sviluppare è la cartina di tornasole di una situazione in atto: com’è possibile ad esempio che i Paesi europei a mala pena riescano a fabbricare qualche drone, mentre gli iraniani sono al vertice di questa tecnologia? Qui non si tratta certo di darsi una svegliata dopo 40 anni passati sugli allori: c’è qualcosa di strutturale che inerisce a un sistema neoliberista ormai giunto al suo limite di funzionamento e proprio per questo è preda di assurde follie. Di cui fa le spese per prima cosa l’istruzione che è ormai lontanissima dagli standard asiatici, ma anche da quelli russi.

Ad ogni modo bisogna dire che la nottata di Kiev ha dato una durissima lezione a chi pensava che offrendo all’Ucraina una specie di ombrello aereo che avrebbe dovuto proteggerla  dagli attacchi aerei fosse un buon sistema di dare ossigeno al regime di Kiev e di tenere in vita la guerra cercando di propiziare uno stallo sostanziale negli scontri terrestri.  Tuttavia come si vede i Patriot non bastano –  dopotutto mica sono S300 russi – e Washington ha commesso un grosso errore ad inviarli mostrando che la continuazione della guerra è proprio la strada sbagliata per tutti.