Immaginate che vi arrivino sulla scrivania 53 documenti riguardati l’aumento presunto dei danni dovuti al riscaldamento globale per via dei fenomeni cosiddetti estremi e che 52 di essi dimostrino che in realtà non c’è alcun aumento di tali danneggiamenti , mentre uno solo di essi, peraltro viziato da errori di fondo, nota una crescita. Qualsiasi persona dotata di onestà intellettuale si guarderebbe bene dallo sposare in pieno l’unico documento fra i tanti che vede fenomeni legati al presunto riscaldamento globale ben sapendo che questo potrà mettere in atto una catena di cambiamenti che porta all’impoverimento di ampie masse umane. Ma se sei un burocrate dell’ Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu) ideologizzato e con proficui rapporti con filantropi e resettari che sganciano soldi, potrai benissimo compilare un rapporto generale in cui accogli la tesi solitaria e catastrofica, nascondendo in nota il fatto che sia una tesi di estrema minoranza. Poiché lavori per i padroni dei media e della rete pronti a bacchettare chiunque osi mettere in dubbio un verbo del tutto privo di senso dal lato fattuale, ma ricco di conseguenze su quello politico sociale in linea con le prospettive dell’elite di comando, sarà molto improbabile che la tua disonestà venga fuori. E che le conferenze stampa saranno l’unica cosa che rimane nella testa delle persone.
Se non fosse per il fatto che qualcuno questi rapporti dell’Ipcc se li legge davvero e vede come questo ” panel” che vorrebbe fare la sintesi della ricerca climatologica oltre a enfatizzare gli scenari peggiori, riscrive la storia del clima, e ha un “enorme pregiudizio” a favore delle cattive notizie contro le buone notizie. Così viene fuori che l’ IPCC ha ignorato la letteratura cruciale sottoposta a revisione paritaria che mostra come le perdite normalizzate in caso di calamità siano diminuite dal 1990 ad oggi e che la mortalità umana dovuta a condizioni meteorologiche estreme è diminuita di oltre il 95% dal 1920. E non basta: le buone notizie ovvero quelle che fanno giustizia di un catastrofismo datato vengono nascoste in qualche modo dai report, ma sono completamente eliminate dal Summary for Policymakers (SPM) ampiamente distribuito, rivolto a decisori ignari (forse) di come vengano formulate ipotesi climatiche spacciate per verità accertate. Tanto per uscire dal discorso astratto per quanto riguarda le inondazioni ad esempio, il rapporto IPCC AR6 ovvero l’ultimo uscito sostiene – con “scarsa fiducia” , ovvero poche probabilità – che gli esseri umani vi hanno contribuito, ma il Summary for Policymakers dice esattamente il contrario ossia che l’influenza umana ha aumentato le inondazioni. Dunque abbiamo due livelli: uno che in qualche modo manipola lo stato effettivo della ricerca, preparando il terreno di coltura delle grandi menzogne, mentre il secondo più rivolto agli ambiti politico – amministrativi completa l’opera, eliminando qualsiasi dubbio.
Data questa premessa si potrà comprendere come la credibilità dell’Ipcc abbia recentemente ricevuto un durissimo colpo da una ricerca che dimostra come il 42%dei suoi scenari climatici si basa su improbabili aumenti della temperatura futura che persino l’organismo finanziato dalle Nazioni Unite ritiene siano di “bassa probabilità”. Solo che appunto questo fatto è letteralmente sepolto dentro l’ultimo rapporto da sfuggire a chiunque non sappia dove mettere le mani e di che pasta siano i burocrati di questo panel Onu. Comunque esiste un rapporto critico scritto da alcuni dei più importanti scienziati del clima del mondo ed è pubblicato dalla Clintel Foundation che prende in esame tutto l’ultimo rapporto dell’Ipcc mettendone in luce il fatto sostanziale che he la scienza del clima è degenerata in una discussione basata su credenze, non su solida scienza fondata su solidi dati. Ancora peggiore è il fatto che siamo alle prese con ipotesi di riscaldamento antropogenico vecchie di 50 anni e che trascurano completamente le scoperte di altri fattori di riscaldamento scoperti negli ultimi trent’anni i quali trascurati perché non essendo attribuibili all’uomo non hanno alcuna valenza politica. Del resto ancora oggi c’è la più grande incertezza sull’effetto di un certo numero di gas nell’atmosfera, Co2 compresa visto che lo studio di tutto questo sia ancora allo stadio in cui era nel 1979.
D’altro canto quando si sa di non sapere la tecnica è quella della confusione, così l’ultimo rapporto Ipcc dice sul presunto innalzamento del livello del mare che esso “sta accelerando”, ma nel contempo che “le prove di ciò sono piuttosto scarse”. In compenso possiamo perciò essere che sta accelerando la presa per i fondelli climatica del potere e che le prove sono più che abbondanti.
Si un uso smodato per interessi privati della cosa pubblica, contando ovviamente sul fatto che nessuno andrà o avrà i mezzi per controllare, fuorché qualche coraggioso come lei signor Alberto.