Anna Lombroso per il Simplicissimus
Poco importa che uno dei capisaldi dell’ideologia e dell’azione politica del neo presidente del Consiglio consista nel rifiuto algido e nell’impersonale respingimento di frotte di disperati che hanno creduto al sogno europeo.
Poco importa che la sua idea di sicurezza consista in un ordine pubblico e un decoro che criminalizza gli ultimi per rassicurare i penultimi, siano oppositori, lavoratori in lotta oppure studenti.
Importa invece che si sottragga alle passerelle cerimoniali per essere presente alle esequie dolenti del figlio di amici, o che ce la mostrino intenta a ravviare i capelli color di lino della figlioletta vestita per l’occasione come una gaia libellula
Poco importa che nel segno dell’entusiasta continuità, l’Agenda Draghi sia la sua Smemoranda, che ideologia e prassi neoliberista intridano la sua azione di governo, quando alla faccia di 15 milioni di italiani in povertà chiede di “non disturbare ciò che vuole fare” e di cancellare il reddito di cittadinanza, quando promuove la circolazione del contante o anche quando predica la virtù della procreazione tra conterranei per tutelare l’identità patria e al tempo stesso europea.
Importa invece riconoscerle la sua integrità: quando parla di merito non solo ci crede, ma si propone come caso di successo. Derisa come una squillante borgatara, sottovalutata anche tra i suoi, dileggiata anche dalla destra sussiegosa che si era convinta di poterla usare a suo piacimento, oggi è alla guida del vapore, in mezzo ai marosi come un monumento delle sue qualità di donna, madre, cristiana, sostenute da una ferrea tenacia, da una ambiziosa determinazione ad autorealizzarsi.
È la politica che si apre alle emozioni questa. Ed è anche la politica degli affetti. In fondo basta guardare alla formazione del suo governo, con tutti gli stereotipi familisti dal gigante buono Crosetto, allo zio Ignazio, autorizzato a tenere le ciabatte in casa Meloni per quando si ferma a cena, il parente trasgressivo “pecora nera”, Sgarbi, e poi cognati, congiunti a vari livelli di parentela, ai quali era doveroso riconoscere la fedeltà espressa per anni a lei più ancora che alla sua causa.
E dunque che conflitto di interesse può esserci se tutti infine perseguono l’interesse generale, quello di un popolo bistrattato da un ceto politico ignavo e corrotto, ora che pretende ordine, sicurezza, elementari livelli di benessere, rivendicati da una come loro, favorita da un indubbio talento e da una incrollabile perseveranza, addolcita dalla volontà di contribuire a un clima di riconciliazione nazionale, requisito essenziale per la conservazione del consenso che ormai le viene elargito a larghe mani da tutto l’arco costituzionale, dalla stampa, dall’opinionismo.
A suo tempo ci aveva provato la sinistra riformista a mostrare il suo cuore rosso antico, con il “suo” Pertini, le lacrime del tradimento alla Bolognina, poi via via con quelle dalla professoressa costretta alla realpolitik suo malgrado, perfino con Conte che frigna per le vittime di tachipirina e vigile attesa e dei suoi criminali lockdown, a fronte dell’enigmatica e algida freddezza dal bancario.
Impresa inutile, nessuno si aspetta che quelle mummie in fila per ricattarci, intimidirci, sacrificarci possiedano un cuore sotto le bende, da esibire come ex- voto.
È il merito, e noi ci siamo meritati solo questo.
Quando popoli renderanno conto che destra e sinistra fin da primordi di novella democrazia sia elegante modo per dividere cittadini ed innescare lotte orizzontali in vece di lotte verticali ben più pericolose per padroni di pianeta?… queste divisioni destra e sinistra sono divenute particolarmente patetiche in ultimi trent’anni con decollo di iperliberismo… nonostante ciò qualcuno ancora credeva di andare contro “il sistema” votando… la Meloni!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/