Improvvisamente la politica di Bruxelles da tempo immemorabile tesa a distruggere i valori, i diritti e la dignità del lavoro in nome di una presunta competitività, sta ricominciando ad interessarsi del salario minimo e pare abbia raggiunto un accordo di massima su questo tema, almeno da quanto si sa da soprattutto da twitter e non da fonti ufficiali , il che già di per sé fornisce una cornice significativa al tutto. La domanda è come mai ci si trovi di fronte a questo apparente cambiamento di rotta dopo che per decenni precariato e flessibilità hanno fatto rima con la caduta salariale presso i rappresentanti delle oligarchie europee; quale illuminazione le ha distolte dai loro consueti e stupidi rosari di frasi fatte ripetute poi all’infinito dai mezzi di comunicazione in maniera che da sciocchezze diventassero verità assolute? Forse possiamo darci una risposta se facciamo attenzione a una caratteristica del salario minimo, ovvero quella di attenuare e in qualche caso anche di sterilizzare la contrattazione collettiva tra imprenditori e sindacati specie in una situazione nella quale chi lavora è esposto ad ogni tipo di ricatto e di pressione senza più avere al proprio fianco la forza collettiva, una volta rappresentata dal sindacato, che oggi si è trasformato in un megafono che ripete la voce del padrone. Di certo la ridda di lavori e lavoretti precari o lo schiavismo dei grandi gruppi globali, può rendere allettante se non ormai indispensabile questo strumento, sia pure nell’ambito di un totale degrado della dialettica contrattuale.
Perciò credo sia interessante capire perché dopo tante discussioni, protrattesi per anni e anni, solo adesso che si addensano dense nuvole di tempesta sull’economia continentale si sia arrivati a rispolverare questo tema. La risposta però non è difficile da scorgere : con l’inflazione a due cifre, contenuta solo ad una cifra grazie agli artifici statistici e di fatto organizzata da una speculazione che ha anticipato di mesi se non di anni le carenze prevedibili, c’è il rischio che si riaprano dappertutto dure vertenze contrattuali per l’aumento di salari e stipendi che tra un po’ non garantiranno più la sopravvivenza; che insomma il mondo del lavoro rialzi la testa mettendo a rischio il “modello” di società in coma indotto che è quella in cui viviamo. Ecco allora trovata la soluzione: mettiamo mano al salario minimo grazie al quale possiamo controllare meglio le retribuzioni decidendole a monte con un atto autocratico dei governi che sono subalterni all’economia, fingiamo di venire incontro ai lavoratori, specie quelli che vivono le situazioni più precarie, ma difendiamo i profitti stabilendo un livello di salario minimo che di fatto costituisca solo un aumento nominale e non reale dei salari. A questo ci penseranno le oliate macchine da statistica ufficiale che registrano, quando proprio va di lusso, solo i tre quarti dell’inflazione reale e dunque gli adeguamenti del salario minimo ammesso che essi arrivino in temo utile per la sopravvivenza delle classi più disagiate, le quali saranno sempre in perdita dal punto di vista del potere di acquisto, Si tratta dunque di uno strumento di controllo che si è esitato a varare nel momento in cui poteva essere un vantaggio per le forme di precariato o di sfruttamento più selvaggio, ma che viene introdotto quando si tratta di impedire che le lotte salariali riesplodano stabilendo un minimo retributivo obbligatorio che proprio per questo diventa immediatamente anche un massimo: perché mai qualcuno dovrebbe pagare cifre superiori a quello che è l’unico livello legale? Questo senza nemmeno prendere in considerazione tutte le voci accessorie delle retribuzioni che pure saranno influenzate verso il basso da questo meccanismo.
Quindi la crisi epocale che si sta addensando sull’Europa il cui milieu politico è completamente appiattito sulle folli politiche di Washington e incapace di imporsi anche nelle vicende che riguardano direttamente il continente, si sta attrezzando ad affrontare l’armageddon creato con le sanzioni contro la Russia cercando di assicurarsi che questo non turbi più di tanto l’ordine costituito. Certo con prezzi dell’energia ormai superiori di almeno un terzo rispetto ai concorrenti ci sarà ben poco lavoro da salvare a meno di non provocare una ulteriore e drammatica caduta salariale fingendo di venire incontro ai lavoratori. Ma comunque il minimo vitale è incomprimibile ed è proprio quello che diventerà il salario mimino o si potrebbe già ipotizzare il reddito minimo, quello che ti permette di non avere nulla, di non contare un cazzo, di non avere un futuro e di essere felice.
E’ uno degli attacchi, mascherati da aiuti alla povera gente, al sistema dei CCNL nazionali.
Confindustria ne fa una questione personale, così come per la vaccinazione antinfluenzale obbligatoria, che sogna da metà degli anni 90.
Per il Diritto del Lavoro, chi si trova in un luogo di lavoro e non è il Datore di Lavoro, è un dipendente subordinato, e a tempo pieno e tempo indeterminato.
Orrore!!!
La sua retribuzione è collegata al CCNL ed al livello commisurato dalla sua mansione.
Se vuoi pagare come dirigente un addetto vendita lo puoi fare, ma non puoi pagare uno che dirige con il 3° livello commercio.
I CCNL dipendono dal settore merceologico.
Chi insacca salumi probabilmente avrà il famigerato CCNL Budella e Trippa, chi vende abitini in centro il CCNL Commercio.
Confindustria non ne può più dei CCNL, e siccome sia i giudici del lavoro che la Direzione Provinciale, che gli ispettori dell’Inps, sotto sotto ritengono che non si possa fare impresa con i contratti come negli anni 80 (in cui l’economia tirava sì, ma nelle aziende c’erano uomini, non quaquaraquà), è emersa l’esigenza di inventarsi qualche cosa che lentamente ma inesorabilmente eroda il sistema dei contratti nazionali.
Il CCNL unico (che potremmo chiamare Servi della Gleba 2,0), è il sogno della politica dei pallonari di destra e di sinistra.
In breve, il salario minimo è un passo di ammuina, il livello minimo c’è già (è nei CCNL)
“Confindustria non ne può più dei CCNL, e siccome sia i giudici del lavoro che la Direzione Provinciale, che gli ispettori dell’Inps, sotto sotto ritengono che non si possa fare impresa con i contratti come negli anni 80 (in cui l’economia tirava sì, ma nelle aziende c’erano uomini, non quaquaraquà), è emersa l’esigenza di inventarsi qualche cosa che lentamente ma inesorabilmente eroda il sistema dei contratti nazionali.
Il CCNL unico (che potremmo chiamare Servi della Gleba 2,0), è il sogno della politica dei pallonari di destra e di sinistra.
In breve, il salario minimo è un passo di ammuina, il livello minimo c’è già (è nei CCNL).”
Tutto ciò che il sindacato lascerà fare ai suddetti male intenzionati soggetti, potrà succedere … Meno i sindacalisti lavoreranno, minori saranno le tutele sindacali ed i diritti dei lavoratori ( e la credibilità-necessità-utilità…) del sindacato… il dovere del funzionario sindacale e il reciproco del diritto del lavoratore… i lavoratori dovrebbero sollecitare i burocrati sindacali a lavorare con la Massima Professionalità, cosa che Spesso non fanno per quello che è di mia esperienza.
Quindi secondo l’autore dell’articolo il sindacato è il megafono della voce del padrone. E avrebbe, per caso, qualche esempio da portarci a riguardo? Si è accorto, l’autore, che le uniche voci contrarie (oltre a lui) al salario minimo vengono dai soliti personaggi che col sindacato non hanno nulla a che vedere? Si è accorto l’autore dell’articolo che il sindacato ha le sue riserve sul salario minimo (vedi le dichiarazioni di Landini)? Si è accorto l’autore dell’articolo che in Italia negli ultimi trent’anni gli stipendi, caso unico in Europa, sono diminuiti? Si è accorto l’autore dell’articolo che il degrado della dialettica contrattuale si incrementa in quanto molti lavoratori si allontanano dai sindacati perchè bombardati dalla narrazione secondo cui non servono più a nulla?
Mi spiace leggere queste cose, ma dal mio semplice punto di vista in quest’articolo non c’è scritto nulla di interessante.
“Si è accorto l’autore dell’articolo che in Italia negli ultimi trent’anni gli stipendi, caso unico in Europa, sono diminuiti? Si è accorto l’autore dell’articolo che il degrado della dialettica contrattuale si incrementa in quanto molti lavoratori si allontanano dai sindacati perché bombardati dalla narrazione secondo cui non servono più a nulla?”
Non è che se i lavoratori si allontanano dal sindacato, è perché hanno tastato con mano l’inconsistenza se non mala fede e collusione con la contro parte del sindacato stesso, piuttosto che averlo appreso da un blog ?
Non è che gli autori del blog scrivono di sindacato dopo che parecchi lavoratori hanno loro riferito di pesanti o pressoché sistematiche disfunzioni sindacali ?
Non è che proprio in presenza di un sindacato colluso-simulatore o pigramente incapace, il salario minimo Può essere preso come Pretesto ( a cui dei sindacalisti inetti o collusi darebbero Subito adito, quasi che il salario minimo escludesse, per i l sindacato inetto se non colluso, automaticamente e necessariamente una contrattazione Migliorativa…) , per appiattire a livello Minimo i salari ?
Non è che la cattiva coscienza del sindacato abbaia contro il salario Minimo per legge, solo per dare importanza a se stesso ( giustificare la propria dubbia utilità ,negli ultimi 30 anni di peggioramento generale dei dritti dei lavoratori, per “”Gran Merito” del sindacato stesso… ), privando al contempo i lavoratori di Uno (!) strumento di tutela dei propri diritti ?
Davvero Lei pensa, che i lavoratori , Non diano credito al sindacato ( da decenni , in vario modo ?) , per il Solo fatto di aver letto un post in un blog , lo pensa davvero ??
aggiungo che, come sempre, la moltitudine di finte partite iva non vengono mai prese in considerazione fingendo che, questa motitudine in costante aumento, abbia un qualche potere contrattuale mentre sono l’ennesimo escamotage per le aziende di non avere sul groppone contratti a tempo indeterminato che, seppur minima, hanno almeno una forma di garanzia!
Si può leggere (!) :
https://www.ilparagone.it/attualita/broccolo-collusione-tra-scienza-e-politica/