Non saprei bene come paragonare l’opera dei cosiddetti fact checkers, costituiti da gente generalmente incompetente, di scarsa cultura e moralmente in vendita utilizzata semplicemente per giustificare le censure sui social. Insomma piccoli e squallidi imbonitori, spesso del tutto anonimi, che stanno all’informazione come i topi di fogna stanno all’igiene pubblica. Di solito questi roditori che si nutrono degli scarti più nauseabondi del potere sono usati sui pesci piccoli, ma a volte quando proprio è necessario, tentano di rosicchiare cose molto più grandi di loro incorrendo nella figura che meritano e dando più rilievo alle cose che intendevano nascondere. Cosi redattori della maggiore rivista medica britannica e una delle più importanti al mondo, il British Medical Journal sono stati costretti a mandare una lettera aperta a Zuckerberg dopo che Facebook aveva censurato la rivista impedendo di condividerne gli articoli dopo che il 2 novembre scorso il Bmj aveva pubblicato un intervento del coeditore professor Peter Doshi, sulle falsificazioni presenti nello studio che Pfizer aveva presentato per ottenere l’approvazione di emergenza del suo cosiddetto vaccino.
La rivista così sintetizza le cose: “A settembre, un ex dipendente di Ventavia, una società di ricerca a contratto coinvolta nella conduzione dello studio principale di Pfizer sul vaccino contro il Covid-19, ha iniziato a inviare al BMJ dozzine di documenti interni, foto, registrazioni audio ed e-mail. Questi materiali hanno rivelato una serie di cattive pratiche nella conduzione degli studi clinici presso Ventavia che potrebbero compromettere l’integrità dei dati e la sicurezza dei pazienti. Abbiamo anche scoperto che la FDA non ha ispezionato i centri di prova di Ventavia, nonostante abbia ricevuto un reclamo diretto su questi problemi più di un anno fa.
Il BMJ ha assunto un giornalista investigativo per scrivere la storia per la nostra rivista. L’articolo è stato pubblicato il 2 novembre dopo essere stato legalmente verificato e valutato esternamente ed è stato sottoposto alla consueta stretta supervisione editoriale e revisione da parte del Ministero Federale della Giustizia.
Tuttavia, a partire dal 10 novembre, i lettori hanno segnalato una serie di problemi: al uni hanno riferito di non poter condividere l’articolo. Molti altri hanno riferito che i loro post sono stati contrassegnati con un avvertimento su “Fuori contesto…”. I verificatori di fatti indipendenti affermano che queste informazioni potrebbero fuorviare le persone. Coloro che hanno tentato di pubblicare l’articolo sono stati informati da Facebook che i post di persone che hanno ripetutamente condiviso “informazioni errate” potrebbero essere spostati in basso nel feed delle notizie di Facebook. Gli amministratori del gruppo che hanno condiviso l’articolo hanno ricevuto messaggi da Facebook che li informavano che tali post erano “parzialmente errati”.
I lettori sono stati indirizzati a un “controllo dei fatti” condotto da un appaltatore di Facebook chiamato Lead Stories .
Riteniamo che il “fact check” svolto da Lead Stories sia impreciso, incompetente e irresponsabile.
- Non può mostrare quali fatti sono travisati nell’articolo del BMJ.
- Ha un titolo senza senso: “Fact Check: il British Medical Journal NON ha scoperto segnalazioni di squalifica e ignorate di errori negli studi sui vaccini COVID-19 di Pfizer”
- Il Ministero federale della giustizia descrive erroneamente il primo paragrafo come un “blog di notizie”.
- Contiene uno screenshot del nostro articolo contrassegnato come “Difetti rivisti”, anche se l’articolo Lead Stories non ha trovato nulla di sbagliato o falso nell’articolo BMJ
- L’articolo è stato pubblicato sul proprio sito web con un URL che contiene la frase Hoax-Alert.
Naturalmente non è giunta alcuna risposta semplicemente perché essa sarebbe stata impossibile visto che le censure non hanno alcun risvolto cognitivo, ma solo mediatico e propagandistico. Ma questi fatti dilagano e influenzano in maniera estremamente negativa, anche la letteratura specialistica, visto che i ricercatori sono intimiditi con queste pubbliche accuse, anche se mai realmente specificate. E infatti i redattori del Bmj concludono “Siamo consapevoli che la nostra rivista non è l’unico fornitore di informazioni di alta qualità ad essere influenzato dall’incompetenza del controllo dei meta-fatti. Come altro esempio, vorremmo citare il trattamento di Cochrane, fornitore internazionale di revisioni sistematiche di alta qualità della conoscenza medica, da parte di Instagram (che fa anche parte di Facebook). Piuttosto che investire una parte degli ingenti profitti per garantire l’accuratezza delle informazioni mediche diffuse sui social media, sembra che si sia delegata la responsabilità a persone inadatte a questo importante compito. La verifica dei fatti è stata per decenni una pietra miliare del buon giornalismo. Come è successo in questo caso”
Del resto che risposta ci si potrebbe attendere da Zuckerberg che in definita è il prestanome oltre che il principale beneficato di una impresa che assieme ad altre dello stesso tipo può essere fatta risalire ai servizi di Washington e a una vasta galassia di potere a cui si può far risalire la sindrome pandemica nei suoi vari aspetti? Il suo silenzio è parte integrante della censura che esercitano, anzi ne è parte integrante .
Scopri delitto… scopri assassino… ma se no esiste pena… che li scopri a fare?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Musica ed arte :
Si può vedere (!!) :
https://www.byoblu.com/2021/12/18/perche-credere-nella-scienza-e-antiscientifico/
Pure in itaGlia Non stiamo messi molto bBene…
Le Bufale dei sedicenti sbufalatori del butac sui morti Per covid19 , sbufalate dall’ISS :
“Anche prendendo l’anno con più morti, il 2016/17, siamo a 24981 decessi attribuiti all’influenza contro i 75891 attribuibili in maniera diretta a Covid-19”
https://www.butac.it/i-68mila-morti-per-influenza/
Qui l’ISS :
Istogramma “2. Patologie preesistenti in un campione di deceduti” (ecc…) :
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia#6