Anna Lombroso per il Simplicissimus

Quest’anno il Bambin Gesù del mio ambulatorio oltre la mascherina ha sul braccio una siringa simbolo del vaccino anti Covid che porta in dono ai bambini dai 5 anni in su”, la frase corredata da opportuna iconografia di bambinello collocato sulla greppia con occhi ragionevolmente spauriti, è stata pubblicata su Facebook da una donna e medico, combinazione perfetta per l’advertising della cosca criminale di autorità politiche imprenditoriali e sanitarie che hanno deciso di compiere l’estremo sacrificio in nome della fede nella scienza incarnata nell’industria farmaceutica.

Possiamo dire che si tratta di una particolare forma di pedofilia, l’aberrazione dell’amore per i bambini che si traduce nel loro possesso, nel loro uso e abuso come di una proprietà indiscussa, del martirio consumato su carni tenere e innocenti come estremizzazione della  sindrome di Münchausen  per procura che fa meritare l’ammissione nella società civile e responsabile.

E non è un crimine la somministrazione di un prodotto del quale si cominciano a conoscere i danni collaterali immediati e a immaginare quelli sul lungo periodo, sui minori?  quando l’aumento verificato delle infezioni tra i bambini non ha causato un aumento di mortalità, se è l’Iss a comunicare che nella fascia da  0 a 19 anni si sono verificati  finora 35 morti senza vaccino,  pari a  1 decesso ogni 522.000 bambini/anno, 125 volte meno dei 2.505 minori morti in media ogni anno nel quinquennio 2015-2019, e sui quali sarebbe bene invece condurre una indagine per approfondire le cause e la combinazione di patologie gravi con le condizioni ambientali e quelle del sistema sanitario nazionale.

E non è un crimine assecondare un disegno preverso di medicalizzazione della società, immaginando le generazioni future come un pubblico di potenziali pazienti la cui qualità di capitale umano va promossa e conservata con l’assunzione di farmaci, con vaccini e integratori in sostituzione di sostanze indispensabili e comportamenti virtuosi e sani?

E non è un criminale cedere all’uso, alla commercializzazione e al consumo dei corpi per adeguarsi alle necessità del mercato che impone ormai attitudini, inclinazioni e aspirazioni, sicché è doveroso equipaggiare i figli con gli indumenti, i balocchi e le scuole che ne garantiscono l’ammissione a un ceto superiore e senza i quali, proprio come il green pass, si è condannati alla marginalizzazione  e all’esclusione?

E non è criminale sottoporre a questo abuso in nome della responsabilità personale e collettiva dei minori sui quali si esercita un potere assoluto che replica quello e immotivato e usurpato cui i decisori sottomettono gli adulti, avocando a sé l’autorità morale di discernere tra Bene e Male, come se fosse “etico” vaccinare i bambini per proteggere gli “altri”, quando viene rivendicato di aver tutelato anziani e soggetti fragili con l’immunizzazione e quando i rischi di trasmissione derivanti dalla mancata somministrazione sui minori sono irrilevanti?

Ma non è criminale che genitori, che pretendono dal fronte di chi ha fatto la scelta libera e consapevole di non prestarsi alla iniezione surrettiziamente obbligatoria per via dei ricatti del Green Pass, di prodigarsi con dati “ufficiali”, prodotti dalle fonti selezionate dai decisori come le uniche attendibili, sottovalutino proprio quelli concernenti della vaccinazione pediatrica? Se perfino la  “sorveglianza passiva” condotta dall’Aifa  segnala 128 reazioni avverse ogni 100.000 dosi somministrate” – sempre troppe – e   sottostimando centinaia di volte quelle rilevate  dai CDC degli Usa.

Ma non è criminale che l’appello a consegnarsi fiduciosi alla medicina impersonata da addetti ai lavori che hanno subito per anni la pratica di demansionamento, convertendo gli operatori di base in impiegati amministrativi, che ha tollerato che la ricerca fosse concessa in regime di esclusiva all’industria, che hanno approfittato delle misure governative per sottrarsi all’obbligo deontologico  di “curare” venga ascoltato anche quando  non sono ancora disponibili cure per i bambini che hanno subito danni  da questi vaccini, anche fosse uno solo, mentre esistono  protocolli  profilattici e terapie  precoci per contenere il rischio da Covid?

Ed infine non è criminale crescere i proprio figli coltivando l’indifferenza per tutti i diritti che sono stati conquistati in anni lotta della volontà popolare, da quello al lavoro, allo studio, all’assistenza e alla cura in tutte le età della vita, ridotti ormai ad uno, unico, sovrastante e sostituivo, quello a una mediocre e meschina sopravvivenza  grazie alla consegna a uno stato di potenziale malattia da contrastare con vaccini e obbedienza?