La lingua italiana, ma direi la lingua umana, nella sua complessità, si trova in difficoltà ad esprimere il disgusto che può  provocare Mario Draghi. Un ” vile affarista” lo definì Cossiga, ma il personaggio è molto di più repellente e ogni  volta si scopre una dimensione aggiuntiva. Ormai per nominare Draghi bisogna mettersi il viks vaporub sotto il naso per resistere all’odore di marcio che emana e che canalizza quello di un mondo politico, economico intellettuale italiano ormai in pieno stato di decomposizione

Che sia un servo messo sulla massima poltrona di governo per mandare a buon fine la distruzione del Paese tramite mes e pandemia, non c’è dubbio. Ma anche un servo non si piegherebbe a tanto: lui l’uomo del Britannia si comporta più con l’attitudine di uno sguattero che non osa proferire parola sugli ordini del padrone che da quaranta anni gli dice cosa fare anzi per riprendere un’espressione marinara che così bene si attaglia alle prime imprese di questo sordido figuro, un fantolin da cu ( sebbene col cu degli altri, cioè il nostro) a cui nemmeno le cariche prestigiose che ha rivestito e che riveste riescono a conferire un minimo di dignità. Forse perché a quelle cariche è giunto non per altro merito se non quello di una totale disponibilità ad ogni svendita. Ora i suoi accenni all’obbligatorietà eventuale della vaccinazione anti covid  proprio quando sta crollando miserevolmente tutto l’impianto dei vaccini salvifici, non soltanto urtano contro ogni idea di libertà personale e contro l’intero senso della Costituzione, ma cozzano contro i fatti: egli non potrebbe dimostrare  nessuna delle tesi su cui sarebbe fondato un obbligo vaccinale, né lui, né la c0orte di prezzolati e corrotti che fa opinione in Italia, anzi no, fa da tappo alla verità e alla dignità.

Per la verità oggi avrei voluto riferire della situazione angosciosa che si è creata  in Israele, Paese antesignano mondiale delle vaccinazioni, con una tra le più alte percentuali di vaccinati che tuttavia sta registrando il più alto tasso di infezione da coronavirus al mondo, dimostrando che né i mandati sui vaccini né i passaporti vaccinali  sono mezzi adatti per limitare o porre fine alla pandemia. Questo perché i vaccini covid non sono in grado di ridurre le infezioni e la trasmissione del coronavirus e perdono gran parte della loro efficacia  entro pochi mesi , un fatto medico già noto dai vaccini antinfluenzali, ma del quale non si è voluto tener conto per un’imporre  al mondo una narrazione sanitaria  come pretesto per nuove ingegnerie sociali . Ora il governo di Tel Aviv non può tornare indietro e riconoscere che l’unico modo di togliersi di torno il coronavirus è curarlo e favorire un’immunità naturale di gregge che dura decenni, ed è valida anche contro le varianti: non sia mai riconoscere un abbaglio  per paura che esso appaia a lungo andare, non come un errore, ma come qualcosa di largamente intenzionale. Così deve costringere la popolazione a una terza dose rischiando di aumentare ancora i contagi e le reazioni avverse. Ormai siamo alla barbarie. Ci sarebbe poi molto da dire sul fatto che i vaccini moderino i sintomi e riducano le ospedalizzazioni perché anche in questo caso ci troviamo di fronte a numeri truffaldini visto che si contano come casi covid le ospedalizzazioni per qualsiasi ragione o malattia purché ci sia un tempone che dice positivo positivo che non vuol significa ufficialmente più nulla dal punto di vista diagnostico. E’ una situazione tragicomica dalla quale solo alcuni Paesi come la Danimarca si stanno tirando fuori a parte altri che non ci sono mai cascati del tutto., come per esempio la Svezia. Ma da noi no, abbiamo il signor Draghi il vile affarista che comanda e dobbiamo vivere sul filo del dragicomico.