Com’è noto la Merkel ha introdotto di fatto la vaccinazione obbligatoria imponendo a chi non voglia fare le fatidiche punture  test Pcr e giornalieri a pagamento che il terzo più povero della popolazione non può economicamente permettersi e poco importa se questi test sono stati destituiti di qualsiasi credibilità riguardo alla diagnosi della malattia potendo rilevare la presenza di qualsiasi virus: dentro la menzogna vince chi sguazza meglio. Contemporaneamente  a questa intelligente decisione della Merkel, l’informazione tedesca ha cominciato a martellare sulla terza dose: in realtà questo dovrebbe far capire alla gente che i vaccini sono un totale fallimento, ma non si può pretendere che essa sia più intelligente dei politici che elegge o dei giornali e televisioni che segue.

Ma in realtà per tutto questo assurdo una ragione esiste e va ricercata in un nome che appare solo a complemento di Pfizer, il  maggior produttore di vaccini covid, ovvero la BionTech di Mainz che è poi quella che li produce realmente, almeno per l’Europa. Secondo il direttore scientifico dell’ Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung, (Istituto per la ricerca macroeconomica e i cicli economici) Sebastian Dullien, sono proprio i vaccini di questa azienda che stanno guidando l’economia tedesca e che costituiscono da soli un ottavo dell’intera crescita del Pil. “Non riesco a ricordare un caso in cui un’azienda abbia avuto un tale impatto sul PIL tedesco”. Dunque è tutto assolutamente nella norma: la popolazione più povera sarà costretta a vaccinarsi con tutti i rischi della situazione per fare i ricchi ancora più ricchi visto che i frutti di quel Pil andranno a finire nelle mani degli azionisti  e del giro borsistico. C’è in effetti un’interesse per la salute, ma è per quella dei profitti.