Nonostante la schiacciante linea di fuoco vaccinale, in sempre più paesi ci si sta rendendo conto che l’immunità di gregge non può essere ottenuta attraverso la vaccinazione, ma che solo le difese che si creano a contatto col virus reale possono conferire una buona robusta  immunità generale.  Questo fino a due anni era l’abc  della scienza medica  visto che è praticamente impossibile ottenere lo sviluppo di difese efficaci in caso di malattie respiratorie con vaccinazioni che non creano immunità nel portale di ingresso, cioè nelle vie aeree superiori, ma solo nel sangue. Un problema che è stato sempre alla base della scarsa efficacia dei vaccini anti influenzali cosa questa tenuta sempre seminascosta perché significa almeno un  miliardo di dosi l’anno e guadagni stratosferici a cui tutto il mondo sanitario partecipa, magari solo con qualche briciola. Quel tanto che basta per tenere in piedi la giostra. 

Per fortuna ogni tanto qualcuno rompe la ignobile coltre di silenzio che circonda queste ovvietà colpendo la scienza dei folli profitti: in questo  caso si tratta del capo epidemiologo dell’Islanda,  Þórólfur Guðnason,  che si è  trovato di fronte a una situazione del tutto imprevedibile, cioè con una popolazione vaccinata al 93 per cento e contemporaneamente  la più grande ondata di Covid dall’inizio della narrazione pandemica. A questo punto  Guðnason esprime la sua delusione per il fatto che  l’immunità di gregge non sia stata raggiunta con la vaccinazione e sostiene che bisogna raggiungere l’immunità collettiva facendo circolare il virus, ottenendo cosi una buona difesa contro il coronavirus e anche le sue varianti; si tratta solo di curare tempestivamente le persone che per età o per altre patologie potrebbero avere forme più severe della malattia. Egli non ha fatto che ripetere  ciò che qualche giorno fa aveva sostenuto il ricercatore Elías Eyþórsson, dell’Ospedale universitario nazionale d’Islanda: “Odio portare cattive notizie, ma l’Islanda (il 93% della popolazione di età pari o superiore a 16 anni è vaccinata) sta vivendo la sua più grande ondata di Covid-19 fino ad oggi. In questo momento, penso che sia irragionevole presumere che una maggiore copertura vaccinale porterà all’immunità di gregge”.

Già tutti odiano portare notizie che posano deprimere gli enormi profitti di Big Pharma, ma pare che l’Islanda voglia sottrarsi all’inutile rito della terza dose che si tra già rivelando un flop in Israele. Ma non è detto che vinca il buon senso: è da un anno e mezzo che viene quotidianamente sconfitto.