Il principe Amleto torna nella sua patria d’origine sia pure tormentato non da questioni dinastiche ma calcistiche e pandemiche. Come si ricorderà due giorni prima della partita del campionato europeo tra Danimarca e Finlandia, l’allenatore della nazionale danese disse alla stampa di essere molto preoccupato perché l’Uefa non aveva fornito vaccini Covid nel periodo precedente al torneo e così lasciando intendere i giocatori danesi avessero invece già ricevuto la santa puntura. Certo a pensarci bene era una strana querimonia perché se i giocatori della Danimarca erano vaccinati, quindi in teoria immuni, quale era la preoccupazione del mister come si diceva negli anni 60? Ma andiamo avanti… nemmeno due giorni dopo queste dichiarazioni il capitano della nazionale danese, Christian Eriksen, è svenuto in campo durante la partita Danimarca-Finlandia del 12 giugno 2021 a causa di un infarto davvero improbabile alla sua età e con un frequente monitoraggio delle condizioni fisiche.

Adesso il giocatore che l’ha scampa bella ha dovuto mettere un pacemaker, ma  contemporaneamente la questione del vaccino è balzata in primo piano visto che tra le reazioni avverse più gravi dei preparati a mRna ci sono anche gravi disturbi cardiaci in persone giovani e sane che magari si trovano a vivere situazioni particolari come nel caso dei quattro piloti della British Airways morti dopo la puntura o i due giocatori di cricket nazionali delle Indie Occidentali crollati in campo stecchiti durante una partita contro il Pakistan tre giorni dopo la vaccinazione, per non parlare degli innumerevoli casi di miocardite.  A questo punto è chiaro che la squadra e il suo allenatore si trovano nella più grande ambascia perché hanno fatto intendere che tutti erano vaccinati aprendo così la strada ai “complottisti” che vedono nell’infarto di Eriksen una possibile reazione avversa, ma dall’altra non possono nemmeno dire che non erano vaccinati per non dover contraddire ciò che avevano fatto intendere alla vigilia del torneo  e far nascere il sospetto che il cambio di versione nasca da forti pressioni esterne. Fatto sta che è impossibile sapere se l’infartuato Eriksen fosse stato vaccinato o meno prima della partita nella quale ci ha quasi lasciato le penne.

Anzi tanto per mostrare la densa ipocrisia e l’atmosfera di insidiosa menzogna che circonda le vaccinazioni e la loro narrazione, mentre si cerca di portare le greggi umane alla puntura dicendo che si tratta di un fatto collettivo che riguarda la salvaguardia della collettività, adesso i responsabili della nazionale danese  non rispondono alla domanda sulla vaccinazione di Eriksen perché si tratta di un fatto privato. Così almeno l’altro ieri ha risposto alle domande di mezzo mondo il portavoce della squadra: “Non abbiamo commenti sulle vaccinazioni dei giocatori in quanto si tratta di un problema privato”.  E nessuno ha nulla da ribattere Ma come, sono mesi che ce la menano con passaporti vaccinali, green pass, app del telefonino  e addirittura con la caccia al non vaccinato nella versione in assoluta più stupida del mondo, non a caso pensata da uno splendido esemplare di cretino da esposizione e adesso invece la vaccinazione è un fatto privato. Possiamo davvero ancora sopportare di essere raggirati in questo modo?