Anna Lombroso per il Simplicissimus
Oggi a Roma a Piazza Santi Apostoli, si svolgerà la manifestazione nazionale indetta da Casa Pound, col permesso delle autorità, come quella che si volgerà poco lontano in via Paisiello, dove andrà in scena la performance di Giuliano Castellino, già leader romano di Forza Nuova e ora di Area.
In Casa Pound echeggeranno gli slogan cari all’organizzazione, che non li aveva messi in soffitta nemmeno quando presenziava alle tavole rotonde delle feste dell’Unità, quotidiano diretto a suo tempo dal sindaco che concesse loro il signorile palazzetto per le attività “umanitarie”: Nazione. Capace di sforzi eccezionali. Capace di essere faro e culla di civiltà. Capace di essere avanguardia artistica. Questa è la Nazione di cui facciamo parte, questa la Nazione che vogliamo. Castellino dal canto suo promette di innalzare “la bandiera rossa, bianca e nera della nostra Europa, quella della tradizione, dei popoli, della Civiltà e della giustizia sociale, da contrapporre all’unione invertebrata di Bruxelles“.
C’è da scommettere che il permesso agli europeisti vertebrati sia stato dato a condizione che si rispettino le regole di ordine pubblico vigenti e che contano per essere in grazia di Dio, del prefetto, della Questura cui è come al solito delegato il compito di fare la cresta sui partecipanti, ma anche della stampa: mascherine, distanziamento, sempre incerta se rassicurare: si tratta di irriducibili e patetici avanzi del secolo breve, o invece deplorare vibratamente: bisogna adottare nuove leggi più severe, reprimere, punire l’oltraggio alla nostra democrazia se viene da spacconi ignoranti, che non vantano alto lignaggio o l’appartenenza a dinastie diplomatiche inviolabili come il Vattani Jr.
Immagino che stavolta prevarrà la seconda interpretazione per queste manifestazioni evidentemente funzionali alla narrazione di chi ha contribuito con omissioni, manipolazioni, rimozioni, alla sospensione della democrazia, avvenuta ben prima del necessario stato di eccezione imposto dall’emergenza sanitaria, quando nel corso di anni si è subito un commissariamento da parte di autorità esterne intese a ridurre la sovranità di Stato e Parlamento, tanto da costringere, senza gran fatica, i rappresentanti eletti a votare semiclandestinamente alla rinuncia ai poteri in materia economica e sociale.
O quando via via si sono operate manomissioni della Costituzione, malvista a Bruxelles per la sua origine “socialista”, retrocessa a operina letteraria qui, allo scopo di sacrificare competenze nazionali e parlamentari in favore dei potentati carolingi e dell’Esecutivo. O quando “riforme” del lavoro hanno imposto la rinuncia a diritti, garanzie e conquiste o l’austerità ha preteso tagli allo stato sociale, alla qualità e alla quantità di servizi di assistenza e cura, all’istruzione.
Mentre invece pare mettano spavento altri “fermenti dei margini”, come li definiscono i sociologi a pieno servizio dell’ideologia dominante, perché lasciano intendere la speranza di immaginare e conquistarsi una alternativa – proibita dalla realpolitik – , perché tenacemente dimostrano che c’è chi è disposto a essere tacciato di eresia, a sottoporsi a sanzioni e ostracismo, per rispetto della realtà, della verità, della deontologia e dell’onore personale, perché rivelano che esistono giovani che si sottraggono alla persuasione arrendevole di influencer e sardine e si battono per l bene comune, per la difesa del loro ambiente intorno, o contro la corsa inarrestabile agli armamento materializzata con l’occupazione militare di territorio da parte di una potenza imperialista, per i diritti alla casa, al lavoro.
E’ paradossale che laddove tutto si trasforma in problema di ordine pubblico da gestire con leggi eccezionali, poteri speciali, multe, licenziamenti, anatema scaraventato giù dai colli, il repertorio di strumenti della legalità non venga in soccorso proprio nel caso di apologia, peraltro ampiamente prescritta dalla normativa vigente, sicchè lo Stato, le istituzioni e la società civile dimostrano la loro impotenza nell’affrontare queste frange aggressive e violente ma anche le loro forme più pericolose, stragismo, con buoni servizi d’ordine e un po’ di sana vigilanza,
I manomettitori di Voltaire sanno bene che le esternazioni di un sindaco leghista, di una assessora di Fratelli d’Italia stiano per dar luogo a un’imminente marcia su Roma, che possano costituire un pericolo per lo status quo e per l’establishment parlamentare e di governo del quale fanno parte a pieno titolo i rappresentati del radicalismo di destra.
Mentre sono motivo di inquietudine coloro che si esprimono contro, quei fermenti dei margini mai autorizzati dai prefetti, lavoratori, occupanti di case, disoccupati, cui ultimamente si sono aggiunti personale sanitario, medici, occupati nelle attività “essenziali” esclusi dalle misure di sicurezza adottate contro l’apocalisse sanitaria e che contro tutte le aspettative, fortunatamente, non sono caduti in veste di inevitabili martiri, vittime economiche della gestione pandemica dei due governi che si sono succeduti, e che, nel caso di manifestazioni, sono stati criminalizzati per la presenza di organizzazioni che sfilando con loro, ne avrebbero annullato credibilità e legittimità.
Ma cosa ci possiamo aspettare da chi ha ritenuto necessario anzi doverosa l’abiura di diritti, la limitazione di libertà, il distanziamento addirittura subito definito “sociale”, a dimostrare che non ci sono dubbi sull’intenzione esplicita di isolare, spezzare vincoli affettivi e generazionali, annientare la potenza della solidarietà, accettando un decisionismo che spaventa se è quello pecoreccio e sguaiato di Salvoni, ma che invece rassicura se è in mano al Bel Ami in carriera o al “mammasantissima” inviato dalla supernazione, che sospendono le elezioni, adottano e applicano leggi marziali collocando al comando i militari, consolidano scelte che hanno prodotto in passato disuguaglianze feroci, accreditano l’opportunità della riduzione di libertà e dell’accesso a diritti, a cominciare da quello alla salute regredita a sopravvivenza a una singola patologia, mentre si moltiplicano i decessi per le altre, trascurate, sottovalutate, non diagnosticate e non curate.
Rimossa la memoria, manipolata la storia, favorito l’oblio nella misura nella quale può promuovere quella pacificazione che ha segnato come un crimine morale aggiuntivo la consegna della sinistra parlamentare tradizionale all’ideologia imperante, la retorica dell’unità intorno a valori patri si è ridotta all’obbedienza generalizzata alle regole della contingenza e dell’emergenze, quella economica che viene alimentata da anni ormai per demolire l’edificio democratico grazie all’austerità, alla cancellazione dei diritti fondamentali, al continuo richiamo al dovere di cedere alla necessità in nome dell’interesse nazionale a carico interamente della gente, con l’esclusione del ceto dirigente, nazionale e locale, della classe imprenditoriale e finanziaria.
A questo è servito l’antifascismo di superficie, con il quale un ceto che si autodefinisce di “sinistra” riformista e progressista, che al momento buono dei misfatti di Salvini ministro conserva qualche misura utile a penalizzare gli ultimi per rassicurare i penultimi, ha fondato una sua egemonia culturale e una sua superiorità morale, costruendo un nemico per chi vuole vincere facile, un fascismo che reincarna quello del secolo breve nella testa di disadattati. Che restano tali, poco pericolosi e ininfluenti perché il loro rapporto non contesta e non minaccia l’assetto e le strutture economiche, mentre diventano fertili e vantaggiosi perché personificano tutto quello che serve per sentirsi a posto sedendosi davanti al pc dalla parte giusta, quella che pacifica le coscienze e l’ipocrisia, quella che sa stare al mondo e comportarsi secondo le regole politicamente corrette.
Il pericolo che verrebbe dal “blocco reazionario” e che minaccerebbe stabilità e istituzioni democratiche per qualcuno è costituito dal neo-fascismo di gruppi come Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Casa Pound, La Destra, per altri è quello più subdolo del camaleontismo “post-fascista” e in “doppio petto”, dalla Lega Nord o nella cerchia berlusconiana, oggi felicemente inclusi nella compagine governativa, nella Meloni alla quale qualche pensatore illuminato raccomanda di prendersi il carico di incarnare la destra che serve al Paese.
Così si è costruito un grosso fantoccio da esibire a conferma di una identità nazionale condivisa, che permette a un ampio fronte di esercitare una critica e un antagonismo coesi, autorizzando la paura come virtù civica e la diffidenza come autodifesa, imponendo la concertazione, la negoziazione tra impari a tutti i livelli: padronato e lavoratori, amministrazioni pubbliche e privati, proprio come è stata imposta la pacificazione contrattata tra ragazzi di Salò, i loro cattivi maestri, e i fratelli Cervi, in modo che possano sempre vincere i più forti.
E questo antifascismo inteso unicamente come condanna di una parentesi totalitaria, permette di non vedere che c’erano tutte le premesse e le condizioni per il ripresentarsi del fascismo di oggi, con la tendenza del capitale alla concentrazione, dominante oggi come allora, con l’imperialismo che si replica con le stesse modalità anche all’interno delle singole nazioni, con sistemi di controllo sociale e repressione favoriti dal progresso tecnologico, con il razzismo e la xenofobia impegnate prioritariamente nella discriminazione dei poveri ridotti a nude vite.
Oggi non basta che solo quei sorci tornino nelle fogne, come è giusto e “legale” che succeda, dovremmo cominciare a pensare a come far tacere il piffero che guida milioni di topi verso le trappole, in cambio di un boccone di cacio, e la rovina.
In realtà, i fascisti ( non che i sinistrati siano molto meglio…) sono dei Pericolosi perdenti…
“In Casa Pound echeggeranno gli slogan cari all’organizzazione, che non li aveva messi in soffitta nemmeno quando presenziava alle tavole rotonde delle feste dell’Unità, quotidiano diretto a suo tempo dal sindaco che concesse loro il signorile palazzetto per le attività “umanitarie”: Nazione.”
La cosa brutta de sti fascisti è che fanno finta di Non capire o ignorano proprio, pesantemente, gli statali (gerarchi…) fascisti del ventennio hanno fatto dei Danni pesantissimi alla Nazione ( o popolo nazione…) , riducendola ad una colonia perdente sotto dominio della potenza egemone.In Casa Pound echeggeranno gli slogan cari all’organizzazione, che non li aveva messi in soffitta nemmeno quando presenziava alle tavole rotonde delle feste dell’Unità, quotidiano diretto a suo tempo dal sindaco che concesse loro il signorile palazzetto per le attività “umanitarie”: Nazione.
Ooops, errata corige :
“In Casa Pound echeggeranno gli slogan cari all’organizzazione, che non li aveva messi in soffitta nemmeno quando presenziava alle tavole rotonde delle feste dell’Unità, quotidiano diretto a suo tempo dal sindaco che concesse loro il signorile palazzetto per le attività “umanitarie”: Nazione.”
La cosa brutta de sti fascisti è che fanno finta di Non capire o ignorano proprio, pesantemente, gli statali (gerarchi…) fascisti del ventennio hanno fatto dei Danni Pesantissimi alla Nazione ( o popolo nazione…) , riducendola ad una colonia perdente sotto dominio della potenza egemone.
“Oggi non basta che solo quei sorci tornino nelle fogne, come è giusto e “legale” che succeda”
Io direi che è legale e legittimo : divieto di apologia del, fascismo e divieto di ricostituzione del partito fascista…
Si può leggere autoritarismo (pseudo) sanitario :
https://comedonchisciotte.org/minacce-spauracchi-e-identikit-e-caccia-al-non-vaccinato/
Rimossa la memoria, manipolata la storia, favorito l’oblio nella misura nella quale può promuovere quella pacificazione che ha segnato come un crimine morale aggiuntivo la consegna della sinistra parlamentare tradizionale all’ideologia imperante, la retorica dell’unità intorno a valori patri si è ridotta all’obbedienza generalizzata alle regole della contingenza e dell’emergenze, quella economica che viene alimentata da anni ormai per demolire l’edificio democratico grazie all’austerità, alla cancellazione dei diritti fondamentali, al continuo richiamo al dovere di cedere alla necessità in nome dell’interesse nazionale a carico interamente della gente, con l’esclusione del ceto dirigente, nazionale e locale, della classe imprenditoriale e finanziaria.