E’ stato quasi automatico: dopo la sconfitta a Madrid dei cultori pandemici, purtroppo rappresentati da una sinistra che non sa più cosa fare per mettersi fuori giocoi da sola, il governo spagnolo ha fatto cadere molte delle restrizioni messe in atto in quasi tutto il Paese mentre la Corte suprema delle Canarie ha revocato o fortemente allentato tutte le misure di anti covid prese dal governo locale che invece voleva mantenerle . Nel mirino della Corte sono finite le restrizioni di viaggio e i coprifuochi notturni perché anticostituzionali, perché violano il principio di uguaglianza fra cittadini e infine perché non sono sufficientemente giustificate “in relazione agli scopi esecutivi di protezione della salute pubblica”. Il governo delle Isole Canarie, guidata dal socialista Angel Victor Torres ha reagito annunciando di voler consultare la Corte Suprema spagnola perché con straordinaria ostinazione non intende riconoscere la decisione della Corte locale sebbene in Spagna le misure anti Covid debbano essere approvate dalla magistratura.
Da questa vicenda possiamo imparare qualcosa e al tempo stesso farci qualche domanda in più.
La prima cosa da mettere in conto è che si può reagire efficacemente a politiche assurdamente restrittive, di fatto insensate e peraltro basate su presupposti medico teorici ormai respinti persino dall’Oms, anche se il sistema mediatico fa da tappo alla diffusione di questa consapevolezza: qui basterebbe che fossero gli stessi cittadini a favorire una mutazione di atteggiamento da parte delle forze politiche e di tutti gli apparati dello stato, magari appoggiando il nascere di nuove formazioni invece di attendersi una resipiscenza da parte di quelle esistenti che sono visibilmente subalterne a quelli che potremmo chiamare poteri global pandemici. Una subalternità che diventa vera e propria subornazione nel momento in cui non esiste un’alternativa. Basterebbe uscire dall’atarassia in cui da troppo tempo vivono i cittadini per snidare la politica dal suo unanimismo con vista sul peggio. Ciò che poi dovremmo chiederci è come mai le misure anti pandemia più severe in Spagna sono state prese proprio dal governo della regione in assoluto più turistica del Paese e interamente dipendente da questo tipo di economia visto che essa è vivace anche durante l’inverno a causa della posizione geografica delle isole Canarie . E questo senza che vi siano mai state situazioni di particolare preoccupazione, anche ammesso di poter dar credito ad allarmi creati da tamponi spinti oltre i 40 cicli di moltiplicazione che sono una vera e propria truffa (per fortuna adesso lo dice lo dice anche l’Oms). Ma anche a mettere da parte questo assurdo, ci troviamo di fronte a uno 0,03% scarso di persone decedute con tampone positivo e con un’età media di oltre 80 anni, qualcosa insomma di simile a un terzo dell’influenza stagionale che non sfiora nemmeno da vicino il cuore dell’economia turistica. allora perché misure eccezionali di questo tipo?
Viene in mente che si tratta di una zona tre le più appetibili al mondo dal punto di vista turistico e corteggiata da anni da tutti i grandi gruppi mondiali del settore, ma finora anche fortemente presidiata dall’iniziativa locale o comunque individuale o familiare che è riuscita a riempire ogni spazio: adesso che questa finirà in rovina ci sarà ampio spazio per i mega gruppi che certamente non faranno mancare la loro riconoscenza a chi ha permesso tutto questo.
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A Las Palmas de Gran Canaria c’è persino la statua commemorativa di una gattara, persona che da noi mettono ai margini.
Spesso ho pensato di abbandonare il mio paese e trasferirmi là, ma l’Italia non ha nulla da invidiare alle Canarie. Il nostro problema sono la diffusa mentalità fascio-colonialista, e la mancanza di coraggio, fantasia, ed onestà che prevalgono in questo lungo periodo storico.
Eccolo, un linguaggio da uccelli, per chi sa far volare la fantasia. Sembra che risalga all’epoca dei Guanci, antica popolazione di individui molto alti, di pelle medio scura, e con occhi azzurri.
In occasione dell’Erasmus trascorso alle Canarie circa 10 anni fa, al mio arrivo ebbi occasione di festeggiare apertamente la fine del governo Berlusconi, pensando fosse definitiva, a cui si unirono anche tantissimi locali, coppie gay e trans, che là riuscivano ad avere una vita normale. Notai che la società molto aperta degli isolani convive con un’anima profondamente cattolica e tradizionale e con una trasgressiva, ma sono molto tolleranti, tanto da pensare seriamente ad una loro indipendenza dalla Spagna, come la Catalogna e la Scozia, che hanno tutte una loro grande forza e personalità. Sarebbe un peccato che cedessero al richiamo global per rinunciarvi. Già mentre si va in giro tra vegetazione autoctona, tipo piantagioni di banane, di colpo incontri un supermercato Lidl, o altri mega centri della grande distribuzione commerciale, e la cosa, devo ammettere, mi ha alquanto sconvolto. Mi auguro che lo capiscano prima che sia troppo tardi, e continuino ad insegnare all’università la fantastica lingua del Silbo Gomero, fischio utilizzato da secoli per comunicare a distanza, senza smartphones o altre diavolerie tecnologiche. Grandi!