Anna Lombroso per il Simplicissimus
Ieri, quando ho visto arrivare la Protezione civile nel teatro della resa dei conti parigina, ho tirato un respiro di sollievo.
Mi sono illusa che arrivasse, come dice il nome stesso, per proteggerci dalla cattiva informazione, dall’approssimazione, dall’ignoranza, dall’incompetenza. Invece per tutto il pomeriggio abbiamo subito primi piani di facce spaurite e interrogative “ma che ci faccio qui?” e al tempo stesso fiere dell’audacia di starsene ben protette dietro un cordone di polizia sonnolenta intenta ad immortalarsi con selfie a un km di distanza dalla tipografia o dall’èpicerie coscher. Abbiamo sopportato l’onta di commentatori della tv di stato che aggiornavano i loro corrispondenti di quello che accadeva proprio là, dove erano stati inviati per darci conto degli eventi. Abbiamo sentito ripetere decine di volte i nomi delle due località, ogni volta sbagliati. Abbiamo passato ore davanti a un fermo immagine di quattro gatti della gendarmèrie che sembrava aspettassero il tram, o dello stabilimento, mentre il sole calava e arrivava il temuto buio, che pareva un intervallo della vecchia tv con le pecore tra le rovine, mentre da studio gli inviati venivano informati che si alzava un fumo eloquente e che si sentivano dei botti inequivocabili. Ma nel frattempo ci venivano imbanditi piattini avvelenati di emozioni, ricordi, pareri, opinioni, “sentito dire” di seconda mano e imparaticci, ad uso di telespettatori che da allenatori di calcio volessero improvvisarsi studiosi di tattica militare.
Per anni ci siamo lagnati per la fine del giornalismo investigativo, dell’egemonia delle veline, in favore di una informazione gridata e spettacolarizzata. Ma magari ieri ci avessero dato, in assenza di dati e immagini, almeno un po’ di spettacolo. E magari in considerazione di legittime esigenze di cautela, in assenza della rimpianta separazione dei fatti dalle opinioni, ci avessero regalato qualche interpretazione che non uscisse dalla macina degli stereotipi, dei preconcetti, dell’ostensione di complessi di superiorità, dell’esibizione di valori di democrazia, libertà di espressione, di civiltà sovrastante, che dovrebbe invece cominciare proprio da là, da una corretta informazione su quello che succede, da una doverosa lettura storica, da una necessaria identificazione e assunzione di responsabilità.
C’è poco da domandarsi sul perché gran parte degli operatori dell’informazione si sia assoggettato alla propaganda, facendo di censura autocensura e distorsione sistema professionale. Perché le televisioni di stato come media sotto padroni che non sono mai editori puri si sottometta a farsi portavoce dei poteri finanziari, tramite un rapporto si subalternità con la politica. C’è poco da interrogarsi sulla grande menzogna dell’imparzialità, dell’oggettività, dietro alle quali si palesa ormai un’indole a rivelare solo quello che fa comodo a interessi particolari, tacendo quello che invece nuoce alla visibilità e reputazione dei potenti. Non ricordo chi disse che la propaganda è un potere invisibile: ormai è visibile, eloquente e esplicito, ha sostituito i media tradizionali e vuole esercitare la sua potenza censoria anche sulla rete, creando una realtà parallela o in sua assenza, oblio, buio, silenzio, immagini fisse.
Nella trita sceneggiatura delle guerre di religione in nome di varie divinità, dimenticando il primato indiscusso del dio denaro e della sua teocrazia, nell’abusata accademia del richiamo a distinguersi, in nome di un islam buono contro quello cattivo, a nessuno dei nostri intrattenitori, sussiegosi opinionisti, pensosi commentatori viene in mente di distinguersi da un regime cattivo che sta facendo una strage solo appena meno sanguinosa dei nostri diritti, delle nostre certezze, delle nostre libertà, a cominciare da quelli di esprimersi, essere informati, dare forma alla proprio critica, avere voce e essere ascoltati.
L’ha ribloggato su apoforetie ha commentato:
Proprio mentre in Italia si prepara una legge “contro” la libertà di stampa
Chiedo molta venia per l’involontaria saccenteria, ma la faccenda del “potere invisibile” e’ parto di Edward Bernays, nipote di Freud. Il quale, nel suo corto, ma diabolicamente brillante saggio, ha enunciato il credo per cui le masse (leggi noi tutti) sono assolutamente manipolabili. Buon predicatore e ottimo razzolatore, fece un sacco di soldi prima propagandando la “salute” delle sigarette e qualche anno dopo, propagandando che facevano venire il cancro. Regista anche della furiosa propaganda che il Guatemala era “comunista” e una minaccia per l’impero. Quindi bisognava far fuori il democraticamente eletto Presidente Ardenz. Come del resto avvenne tramite la solita soldataglia, che lo tratto’ in TV come fosse un pezzo di merda, tra il giubilo delle masse di Bernays (appunto).
Ho poi avuto modo di osservare come funziona un ufficio elettorale negli us of a, nonche’ il disprezzo con cui gli operatori, studiando le mosse tattiche di propaganda, si riferivano ai recipienti dei loro messaggi, i.e. al popolo di cui corteggiavano i voti. Peggio dei cartonisti di Charlie-Hebdo con l’Islam. Il che spiega – se ce ne fosse bisogno – perche’ al politico veramente furbo, gliene deve fregare un cazzo dei propri elettori e tutto dei propri manipolatori d’opinione
http://www.yourdailyshakespeare.com
https://it-it.facebook.com/chiara.d.notte/posts/4330215148347
da leggere almeno il primo messaggio…anche i commenti so abbastanza interessanti…
“Non ricordo chi disse che la propaganda è un potere invisibile: ormai è visibile, eloquente e esplicito, ha sostituito i media tradizionali e vuole esercitare la sua potenza censoria anche sulla rete, creando una realtà parallela o in sua assenza, oblio, buio, silenzio, immagini fisse.”
sembra quasi 1984 di George Orwell … auguriamoci che non sia così …
“C’è poco da domandarsi sul perché gran parte degli operatori dell’informazione si sia assoggettato alla propaganda, facendo di censura autocensura e distorsione sistema professionale. Perché le televisioni di stato come media sotto padroni che non sono mai editori puri si sottometta a farsi portavoce dei poteri finanziari, tramite un rapporto si subalternità con la politica. C’è poco da interrogarsi sulla grande menzogna dell’imparzialità, dell’oggettività, dietro alle quali si palesa ormai un’indole a rivelare solo quello che fa comodo a interessi particolari, tacendo quello che invece nuoce alla visibilità e reputazione dei potenti.”
MAH… COS’È LA MISTIFICAZIONE POLITICANTE ??
“C’è poco da domandarsi sul perché gran parte degli operatori dell’informazione si sia assoggettato alla propaganda, facendo di censura autocensura e distorsione sistema professionale. Perché le televisioni di stato come media sotto padroni che non sono mai editori puri si sottometta a farsi portavoce dei poteri finanziari, tramite un rapporto si subalternità con la politica. C’è poco da interrogarsi sulla grande menzogna dell’imparzialità, dell’oggettività, dietro alle quali si palesa ormai un’indole a rivelare solo quello che fa comodo a interessi particolari, tacendo quello che invece nuoce alla visibilità e reputazione dei potenti.”
dicesi PROPAGANDA POLITICANTE DI UN REGIME OLIGARCHICO, CREMATISTICO POLITICANTE…HAI VOGLIA POI STAR LI A CIANCIARE DI DEMOKRAZIA O DEMOKRATURA.