monti-209109Da un ventennio la politica italiana vive  in groppa a un animale mitico, a un unicorno che più viene citato, meno esiste davvero: il cambiamento. Un’esigenza della società italiana che si è trasformato in un feticcio e in pretesto, un groppo in gola sempre rimandato indietro per la paura di mettere in crisi un confuso status quo, le rendite di posizione, le prassi che via via si sono instaurate dentro una modernità così anomala da essere arcaica. L’Italia è da troppo tempo un quadro di balla, fermo, inchiodato alla parete e con dentro solo l’immagine, la presunzione del dinamismo.

Per due lunghi decenni tutto questo è stato rappresentato da Berlusconi, dal suo conservatorismo piccolo borghese che tanto è piaciuto, collegato alla tracotanza del potente con la sua scia di amoralità. Ma il Cavaliere non è necessario a questa lenta consumazione di risorse, saperi e speranze: anzi col tempo è divenuto obsoleto un po’ come le sue televisioni e fragile come i suoi lifting da replicante. C’è il suo sostituto, emanazione della medesima classe sociale e dello stesso brodo, anche se in apparenza diametralmente opposto: più acculturato, ma di intelligenza meno vivace, ideologo senza scrupoli invece di affarista senza scrupoli, con molto pelo sullo stomaco anche se di aspetto diverso da quello di Silvio. Si, il sostituto si adatta perfettamente alla nuova situazione dove la governance del Paese è stata presa in carico da poteri esterni e dalla straordinaria mediocrità europea.

Il sostituto di Berlusconi, il succedaneo della troika, l’uomo incapace di iniziative, ma sempre chiamato e sempre pronto a rispondere “presente”, l’amanuense di ogni potere ha persino la sua nipote di Mubarak, che non è  una ragazzina procace che si dimena attorno a un palo, ma una torbida accolita di reperti archeologici del berlusconismo e della politica clientelare rotta a qualsiasi compromesso che viene lusingata con l’aggettivo nuovo: le vecchie e più oscene mignotte della Repubblica spacciate per statisti. Così Monti twitta “ora rinnoviamo la politica italiana”. Già con Casini, Montezemolo, Rutelli, Fini, Ichino e altre bagasce del genere che già lo chiamano “micio bello e bamboccione” e gli dettano pure i documenti . Ma dai, chi vuoi prendere per i fondelli? Proprio mentre contratti nella penombra dei corridoi “il prezzo alle tue voglie” e a quelle di Bruxelles, Francorforte e Berlino.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei: mai stato più vero. Dopo il puttaniere il “casinista”, il democristiano, anzi la semplice “demo” di un premier.