L’ humor gli inglesi lo mettono nei libri, gli italiani nella realtà. Così il viaggio di Jerome K Jerome è stato sostituito da un’odissea ferroviaria compiuta da tre compari di merende ideologiche: i sindacalisti (si fa per dire) Bonanni e Angeletti e il divo Giulio Tremonti. Da Roma a Reggio Calabria con ritorno in pulmino per una mediatica scoperta dell’acqua calda: c’è un gap da colmare con il Nord.
Ma i tre, accompagnati da una telefonata di auguri dell’ad di Trenitalia, Moretti, cosa che pare non accada per tutti passeggeri, hanno persino scoperto che mancava l’acqua nei due bagni della carrozza di seconda classe che questi proletari hanno scelto. ” Se ci fosse sarebbe meglio” è stato il geniale commento di Tremonti. Che del resto mette la medesima acutezza nel gestire il ministero dell’economia: non a caso sfoggiava il maglioncino alla Marchionne.
Le cronache dei giornali, tutte di tono mussoliniano ci parlano del “treno partito in perfetto orario”, del “pranzo frugale” dei tre gerarchi dello sfascio. Mancava solo il virile coraggio nell’affrontare lo strapazzo. Ma questo sarebbe stato decisamente troppo anche per il regime di Bokassa.
Gia, c’è un gap, guarda un po’ che scoperta: certo questi tre o vengono da Marte o godono di privilegi che li hanno messi sempre al riparo dai disastri a cui attivamente partecipano, non sapevano ciò che tutti gli italiani sanno. O semplicemente ci prendono in giro.
Peccato che il paraleghista Tremonti e i due fac simile di sindacalisti non abbiano viaggiato con le varie frecce rosse anche nel Nord, perchè si sarebbero accorti che c’è un gap da colmare con l’Europa. Ma chissà che un giorno non facciano anche un Venezia Roma per constatare di persona i guai delle nostre infrastrutture. Che se non ci fossero savebbe meglio, parola di ministvo.
Non so quanto porranno porvi rimedio perché il gap è per l’appunto rappresentato anche da queste tre facce di tolla, dai loro penosi e ridicoli spot a spese del contribuente. Ho idea che con loro sul treno, la mancanza di acqua si senta di più.
E’ l’ennesima buffonata. Mettersi in treno e fare il viaggio fino a R. Calabria per rendersi conto di persona che in fondo poi la situazione non è allo sfascio. Peccato che il viaggio sia stato frazionato e che i magnifici tre siano approdati nella città sullo Stretto. L’ignoranza del Ministro però non è giustificabile in quanto per rendersi conto dell’ effettivo stato di salute di una ferrovia simile a quella da vecchio West era necessario percorrere la ionica; si sarebbe avuta così l’esatta dimensione del problema giacchè ormai il treno da queste parti è solo un’antico ricordo da album delle fotografie. Per arrivare verso Crotone si fa prima a percorrere quel che comunemente viene definita strada a dosso di mulo, in quanto spostarsi è solo un sogno e se si decide di andarsene si fa prima ad affidarsi alle ali di piccioni viaggiatori. La Statale 106, meglio conosciuta come la strada della morte, si nutre ogni mese di un tributo di sangue per gli incidenti che succedono. Una statale trafficata come un’autostrada battuta da tir e veicoli d’ogni genere che dà ansia al solo percorrerla. Ora poi che Trenitalia ha soppresso i rami secchi lasciandoci letteralmente appiedati la stazione ferroviaria di Crotone è diventata punto d’incontro di molti extracomunitari, un ricovero di fortuna anche per i nuovi barboni che diventano sempre più numerosi. Una specie d’inferno dantesco, dove anche Caronte si rifiuterebbe d’approdare per traghettare le anime dolenti dei nuovi dannati…Fesserie su fesserie. Bugie su bugie. Come la banca del sud.A parte che la Calabria è una terra a rischio per una ‘ndrangheta sempre più sprezzante e arrogante, creare un istituto di credito significa farla funzionare con capitale di indubbia provenienza. I soldi non puzzano e le stock option aumenterebbero in maniera vertiginosa per il valore dei soldi che i manager riuscirebbero a far fruttare.Il tutto a discapito di un’economia che non cresce e di un territorio che non ha infrastrutture viarie e ferroviarie. Evidentemente di questi tempi creare società, banche o quant’altro e nuovi consigli d’amministrazione, significa creare i presupposti per inglobare nelle maglie di questo potere quanto più accoliti possibili. Di contro continuerebbero ad aumentare disoccupati o lavoratori in nero che per pochi spiccioli non esiterebbero legarsi al carro dei malavitosi, o di capitani d’azienda senza scrupoli. L’unica azienda che funzione bene in Calabria è quella mafiosa e quindi perchè non dotarla di una banca?