Per Berlusconi l’indagine della magistratura sulla vicenda Ruby è solo un teorema per gettare fango addosso a lui. E certo, messa così, questo gettare fango è quanto di più inutile ci sia, è come dire piove sul bagnato.

Ma qui mi interessa di più l’altra parola, teorema, che dimostra come la lingua sia  determinata dal potere che ne può condizionare e capovolgere il significato. Da vent’anni i magistrati non fanno che fabbricare teoremi contro Berlusconi e la parola ha assunto il significato di falsa supposizione, congettura che non sta in piedi.

Ora immaginiamo i bambini delle elementari a cui viene presentato il teorema di Pitagora e ai quali bisogna spiegare che quella faccenda dei cateti e dell’ipotenusa non è l’invenzione di un pm di Metaponto per gettare fango sui geometri del faraone.

Teorema in effetti vuol dire esattamente il contrario: un enunciato dimostrato a partire  dagli assiomi. Così come democrazia è un modo di essere e non solo l’andare a votare una volta ogni tanto, come invece è nella concezione berlusconiana e di tanti suoi adepti a pagamento.

Ecco, un teorema potrebbe essere questo: che l’entità del compenso per i bunga bunga è inversamente proporzionale all’età della escort. Anche se qui i cateti non c’entrano. Semmai i cateteri.