A me Cesare Battisti non è simpatico. Anzi quell’aria furbetta di chi è riuscito a scamparla mi sta proprio sullo stomaco, così come mi sta sullo stomaco l’ambigua solidarietà espressa da alcuni intellettuali. Ambigua perché spesso basata su semplice amicizia o solidarietà di casta che poi non si concreta in espressione politica.
Tuttavia fossi stato in Lula avrei egualmente negato l’estradizione: l’Italia di oggi non se la merita.
Non si può pretendere la galera per un terrorista, quando altri che hanno partecipato a quel mondo, su altri spalti, magari in posizione più defilata, sono persino assunti nelle aziende pubbliche a prendere stipendi per i quali non hanno alcuna competenza., ma solo cameratesca complicità con l’attuale potere.
Non si può pretendere che siano rispettate le sentenze dei tribunali quando un intero ceto politico corrotto rifiuta persino di entrarci in quei tribunali e dalla posizione privilegiata di legislatore tenta ogni cosa per sottrarsi alla giustizia.
Non se la merita l’estradizione un Paese che per più di un decennio ha tollerato e a volte invocato il fango, che ha messo i soldi in banca e l’etica sotto il materasso.
Come possiamo pretendere che gli altri siano corretti partendo dal neo feudalesimo dei poteri e delle guerre per bande, nel Paese dove un manager si permette di fregarsene delle leggi e della stessa Costituzione, ricevendo l’applauso del governo e anche dell’opposizione, dove il fantasma della legalità è divenuto un corpo contundente, un arma di ricatto?
E possiamo pretenderla quando centinaia di persone sono esposte a tortura e morte nel Sinai, a causa delle nostre ambigue e opache amicizie con Gheddafi? A causa della xenofobia d’accatt0 che è entrato nel dna politico?
No, anche la giustizia, quella vera, va meritata.
….quella sana autocritica che abbiamo perduto…senza di quella è solo menzogna, corruzione, orrori….