Il mercato è mercato, non si guarda tanto per il sottile, anche perché spesso la merce è grossolana. Ma c’è una cosa che inquieta in quest’ ultima campagna acquisti di Silvio, disperata e allo stesso tempo futile e non è certo la qualità scadentissima della merce che nel migliore dei casi è uno scampolo di passato.
E’ invece il fatto che gran parte dei possibili comprati siano stati eletti con il centrosinistra o comunque con l’opposizione. E’ inutile, superfluo chiamarli traditori: valgono così poco che persino il tradimento è già qualcosa. Scillipoti (Idv), Calearo, folgorante scelta di Veltroni, i radicali in via mummificazione e disposti a svendere una storia per una cadrega, Bruno Cesario, rutelliano. Per non parlare di qualche udc in preda a mali di pancia. Omminicchi al pari dei loro reclutatori, tipo Pionati che non è malattia odontoiatrica, ma un mediocre ex pastonista della Rai.
Questo ci dice molto sul fatto che si siano imbarcati i signori delle clientele locali, che si sia voluto asserire una sorta di ridicolo interclassismo attraverso il reclutamento di personaggi opachi come Calearo o si siano forzate situazioni già mercantili come quella dei radicali.
Non si tratta di singoli errori, ma del fallimento di una strategia e di un “modus operandi”, in poche parole il risultato di una mancanza di idee e di prospettive, l’abbandono ai vecchi meccanismi .
Quindi è inutile guardare le facce di questi nessuno che sembrano un ritratto di Velasquez. Inutile dolersi e inveire, perché costoro non avrebbero mai dovuto essere lì, se non si fosse voluto giocare a fare i Berlusconi della mutua.