Sembra incredibile che possano accadere cose sconvolgenti, come per esempio usare l’esca del cibo per stanare le persone e ucciderle: persino l’inferno di Gaza sembra uno scenario più “umano” rispetto a questo eppure sta accadendo nel silenzio del potere occidentale ( sì quello delle regole dei miei stivali) che fornisce le armi dello sterminio: dopo aver affamato la popolazione della Striscia impedendo l’arrivo di aiuti umanitari il governo sionista mercoledì scorso ha fatto entrare nel nord di Gaza un convoglio di 31 camion carichi di cibo o almeno questo ha detto l’ufficio militare israeliano che sovrintende agli affari civili palestinesi che ha come sigla Cogat. Non si sa da dove sia arrivato questo cibo, di certo non dall’Onu che ha negato la sua partecipazione. Dunque queste derrate di mera sopravvivenza per le 600 mila persone rimaste a Gaza sono state inviate dal governo di Tel Aviv.

E tanto per cambiare si sono rivelate una trappola: la gente stanata dalla fame è stata presa di mira dai soldati di Tel Aviv. Oltre un centinaio di persone sono state uccise e altre 700 sono state ferite dopo che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco su centinaia di persone in attesa di aiuti alimentari a sud-ovest di Gaza City. Il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato giovedì che almeno 112 persone sono state uccise e più di 750 ferite, mentre il Ministero degli Affari Esteri palestinese ha condannato quello che ha definito un massacro a sangue freddo.

Le persone si erano radunate in via al-Rashid, dove si credeva fossero in arrivo camion umanitari che trasportavano farina. Al Jazeera ha verificato i filmati che mostrano i corpi di dozzine di palestinesi uccisi e feriti trasportati su camion poiché nessuna ambulanza poteva raggiungere la zona. “Siamo andati a prendere la farina. L’esercito israeliano ci ha sparato”, ha detto un testimone. Un altro ha detto a Quds News Network “È da ieri che aspettavo. Verso le 4.30 di questa mattina hanno cominciato ad arrivare i camion. Una volta che ci siamo avvicinati ai camion degli aiuti, i carri armati e gli aerei israeliani hanno iniziato a spararci, come se fosse una trappola”.

Riferendo dalla scena, Ismail al-Ghoul di Al Jazeera ha detto che dopo aver aperto il fuoco, i carri armati israeliani sono avanzati e hanno investito molti dei corpi di morti e feriti che non potevano essere trasportati negli ospedali , del resto al collasso, perché le strade sono tutte distrutte. In un reportage da Gerusalemme Est , Bernard Smith di Al Jazeera ha detto che l’esercito israeliano “inizialmente ha cercato di attribuire la colpa alla folla” affermando che decine di persone erano rimaste ferite in seguito alla ressa che si è creata all’arrivo dei camion degli aiuti, una tesi assolutamente delirante per giustificare tanti morti e tanti feriti. Poi, dopo alcune pressioni, hanno cambiato versione dicendo che le loro truppe si sentivano minacciate, che centinaia di persone si sono avvicinate alle loro truppe in un modo tale da rappresentare una minaccia per loro quindi hanno risposto aprendo il fuoco. Però, coraggiosi questi soldatini sionisti.

In effetti pare che episodi di questo tipo si comincino a verificare spesso e che stia diventando un vero e proprio modus operandi dell’esercito israeliano, pare insomma che non si tratti di incidenti come si vuole fare credere: del resto tutto questo non avviene per caso visto che le consegne di cibo sono sotto il controllo delle truppe israeliane. In ogni caso sia i ritardi nel far passare i convogli umanitari, sia questi episodi sanguinosi che sembrano trappole appositamente allestite, mettono in luce senza alcun dubbio che Israele sta agendo in totale violazione dell’ordine della Corte Internazionale di Giustizia emesso a gennaio e che anzi cominci ad operare in un crescendo di ferocia da cui non sa e non può affrancarsi vista la radice razzista del sionismo.