Come si poteva immaginare la guerra in Ucraina sta giungendo alla sua ovvia conclusione: non ci sono  più forze per  contrastare i russi, tutte le risorse umane rimanenti sono state stupidamente consumate non in base a un qualche piano militare, ma seguendo una strategia mediatica volta a far credere che il regime di Kiev potesse vincere e che dunque i sacrifici imposti ai ceti popolari e alle classi medie dei Paesi Nato, valessero le candela. Secondo nuovi calcoli basati sui cimiteri e le notizie del ministero  della difesa ucraino una volta aggregati potrebbero arrivare a anche a seicentomila. Ma se si stanno esaurendo  le riserve umane, stanno finendo anche le armi da cedere all’Ucraina e goffamente si cerca di ancora di prendere in giro la gente parlando di funamboliche joint venture tra aziende ucraine diroccate e partner europei nel campo della produzione bellica per realizzare nuove fabbriche che verrebbero ovviamente distrutte dai russi in pochissimo tempo:  con questa delirante operazione si perderebbe il vantaggio di fabbricare armi in Europa dove finora Mosca ha deciso di non colpire. E oltretutto c’è  un grande timore e una grande ipocrisia riguardo a questo visto che i missili a più ampia gittata americani e tedeschi non saranno consegnati all’Ucraina come detto in un primo tempo. Questa enorme confusione è dovuta a un solo fatto: la Russia non è caduta  in un mese come sognavano gli irresponsabili occidentali e adesso non sanno più che fare, corrono intorno come galline decapitate, mentre qualcuno comincia a prendere atto della realtà come è successo in Usa con l’estromissione del senatore repubblicano McCarty che in sostanza cercava di sottoscrivere il piano Biden per trovare altri soldi per l’Ucraina (e forse anche per sé).

Siamo pertanto giunti alla fase più pericolosa del conflitto perché se la Nato vuole uscirne senza apparire  catastroficamente sconfitta  non ha più molte strade da percorrere: potrebbe in prima istanza rinnegare il governo Zelensky attribuire a lui e alla “corruzione” di cui però partecipa anche il supremo potere Usa, il fatto che le invincibili armi dell’alleanza atlantica siano oggi solo metallo arrugginito. Sempre a Zelensky e ai suoi potrebbe essere attribuita la responsabilità di aver esaurito  le riserve  umane del Paese portando alla necessità di colloqui di pace. Sarebbe una via d”uscita un po’ debole, ma comunque sufficiente a coprire quanto meno i clamorosi  errori nella condotta di guerra commessi dalla Nato che ha sempre diretto tutte le operazioni mettendo in luce la propria impreparazione.

Alla fine però questo non sarebbe troppo convincente anche a causa degli onori che sono sempre stati tributati a Zelensky  proprio da coloro che poi lo accuserebbero della sconfitta. Piuttosto sia dalla Rand Corporation che da fonti del Pentagono vengono inquietanti  suggerimenti: quando l’Ucraina sarà finalmente sull’orlo della capitolazione allora bisognerà aumentare fino al parossismo le provocazioni e magari le operazioni di falsa bandiera per tentare di suscitare  una reazione eccessiva della Russia e rendere possibile un’escalation del conflitto, Di questo piano fanno parte i “consiglieri” che potrebbero essere mandati in Ucraina  e che naturalmente corrono il rischio di cadere durante i combattimenti, Finora ufficialmente i soldati della Nato figurano come mercenari mentre non sono state ammesse le numerosissime i perdite di ufficiali dell’Alleanza e così la cosa potrebbe apparire come una novità. Oppure si potrebbero intensificare i voli di ricognizione e spingere i russi ad abbattere aerei o droni occidentali. Insomma cose di questo tipo. Il problema è che si tratta di affabulazioni: una Nato già abbondantemente disarmata in che modo potrebbe configurare un intervento diretto contro la Russia? Già il War College americano ha fatto sapere che non se ne parla perché la crisi delle “vocazioni” militari, la scarsità delle riserve,  giunte ad appena 76 mila uomini, e una serie di condizioni che riguardano persino la forma fisica dei giovani made in Usa, non permettono di pensare a una guerra con centinaia se non migliaia di morti al giorno senza un ripristino della leva obbligatoria e a una riconversione militare di ciò che rimane dell’industria americana.  Tutte cose che di certo richiedono molto tempo. Per non parlare poi dell’Europa che è messa ancor peggio.

Infatti l’illusione di creare una escalation del conflitto che non faccia saltare il tappo nucleare durerebbe pochi giorni , dopodiché ci si renderà conto che livelli di perdite quali verrebbero imposte da una guerra del genere non sono tollerabili e si dovrebbe giocare il tutto per tutto. Tali pericolosi approcci nascono dal fatto  che l’Occidente appare completamente spiazzato  dall’approccio stoico e educato della Russia a questa guerra. Sono fuori di sé e non riescono a credere che la Russia possa combattere un conflitto così devastante e prolungato in modo così calmo e misurato, senza grandi sconvolgimenti politici, sociali ed economici che invece tra un po’ potrebbero verificarsi in Europa. E se Putin viene criticato è perché non agisxe in maniera ancora più dura alle provocazioni. Tutto questo in realtà da una parte è estremamente pericoloso, ma dall’altro  non ha alcun senso strategico perché l’Ucraina e già sconfitta e davanti a sé ha solo la prospettiva di attacchi terroristici che sono efficaci solo sui giornali.