Ricordo che all’inizio dell ‘operazione contro il regime di Kiev qualcuno, forse la Nuland, ma comunque una persona in vista dell’amministrazione americana, ebbe il coraggio di dire che non esistevano laboratori biologici Usa in Ucraina. Poi i russi raggiunsero queste strutture segrete  e compilarono un libro bianco che l’Onu ancora oggi tenta di sottrarre alla discussione , visto che il suo segretario generale è a libro paga di Washington: a quel punto siccome non era più possibile negare la presenza di laboratori si disse che comunque non facevano ricerca militare.

Ma i nodi talvolta vengono al pettine: Il Financial Times, citando un rapporto dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), ha riferito che all’inizio del 2023, i medici di un ospedale militare statunitense in Germania hanno scoperto in un soldato ucraino ferito un’infezione resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili. Il giornale ha approfondito la questione, riferendo che tali casi sono diventati più comuni in Europa occidentale fin dal 2014 e che un numero molto significativo di persone infette sono ucraine, sia rifugiati che soldati feriti. Ciò significa che in Ucraina esiste evidentemente un problema di germi multiresistenti, come confermano le fonti collegate nell’articolo. Questa informazione è esplosiva perché costituisce un’ulteriore prova statisticamente molto chiara dell’esistenza di programmi statunitensi di armi biologiche in Ucraina.

Guarda caso nella documentazione russa presentata all’Onu un anno fa ciò che emergeva dai laboratori abbandonati dal personale ucraino e dai ricercatori americani che per altro lavorano per le grandi multinazionali farmaceutiche, le stesse del Covid e dei vaccini, si faceva riferimento al fatto che la ricerca era  dedicata gli agenti patogeni multiresistenti . In uno dei primi rapporti del marzo 2022 si legge: “Ciò che colpisce è il fatto che nel 2018 il numero di casi di tubercolosi causati da nuovi ceppi multiresistenti è aumentato notevolmente tra i cittadini che vivono nelle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. I dati sono stati confermati dagli esperti dell’Agenzia russa per la tutela dei consumatori. Durante un’epidemia di massa vicino al villaggio di Peski furono rilevati più di 70 casi di malattia, che portarono rapidamente alla morte. Ciò potrebbe indicare una contaminazione intenzionale o un rilascio accidentale di un agente patogeno da uno dei biolaboratori in Ucraina”. E’ stato ufficialmente confermato in Usa che molti campioni di sangue e tessuti sono stati prelevati da ucraini e trasportati negli Stati Uniti. Il presupposto è che il Pentagono, il quale  raccoglie tali campioni in tutto il mondo, li abbia utilizzati per costruire un database di differenze genetiche tra diversi gruppi etnici, che renderebbe possibile lo sviluppo di armi biologiche particolarmente letali per alcune popolazioni  Questa non è fantascienza, oggi è tecnicamente possibile senza problemi.

Siccome queste ricerche erano condotte su campioni di popolazione che sono rimasti segreti,  in Ucraina si sono verificati ripetuti focolai locali di malattie atipiche. Questo è indiscusso. Secondo il Ministero della difesa russo una percentuale molto alta  dei soldati ucraini presi prigionieri presentava un numero di malattie infettive molto superiore alla media e anche germi multiresistenti: “I risultati sono i seguenti: il 33% dei soldati esaminati era stato infettato o malato di epatite A, più del 4% di febbre da sindrome renale e il 20% di febbre del Nilo occidentale. questi numeri sono significativamente più alti della media statistica. Poiché queste malattie sono state studiate attivamente dal Pentagono nell’ambito dei progetti ucraini, c’è motivo di credere che membri delle forze armate ucraine siano stati coinvolti come volontari in esperimenti per valutare la tollerabilità di pericolose malattie infettive.
Secondo le informazioni disponibili, durante il trattamento ospedaliero dei soldati ucraini negli istituti medici è stata notata la mancanza di effetto terapeutico dei farmaci antibatterici. Nel loro  sangue sono stati rilevati alti livelli di antibiotici, tra cui sulfonilammidi e fluorochinoloni”.

Naturalmente gli idioti in servizio permanente attivo diranno che è tutta propaganda russa se non fosse che il quotidiano tedesco Die Zeit già nell’estate  dell’anno scorso scriveva: “Secondo il Ministero federale della sanità, dall’inizio dell’attacco russo sono stati portati dall’Ucraina alla Germania più di 300 feriti di guerra. Pazienti abbastanza stabili da sopravvivere al volo verso la Germania, ma feriti troppo gravemente perché i medici ucraini potessero curarli. I pazienti spesso presentano infezioni complesse della ferita con germi multiresistenti e molti sono a rischio di amputazione”. Poi gli articoli su questo sono scomparsi misteriosamente, probabilmente per ordini dall’alto.

Fatto sta – e questi sono dati ufficiali-  che  il tasso di mortalità dovuto a tali germi multiresistenti  in Ucraina è superiore alla media e ammonta a 19,1 decessi ogni 100.000 abitanti. Per fare un confronto: questo è quasi quattro volte quello della Svezia (5,68 per 100.000 abitanti) e quasi il doppio di quello della Germania (11,36 per 100.000 abitanti) dove però ci sono almeno due laboratori americani che si occupano di creare supervirus e superbatteri. Ma dal momento che i laboratori smantellati dai russi in Ucraina, stanno di fatto per essere trasportati in Italia avremo forse anche noi questi magnifici effetti grazie all’alleato americano, saggio e lungimirante  come un serial killer. E probabilmente questo è persino un complimento.

 

 

 

 

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