Questo pomeriggio dopo aver letto alcune idiozie dei guerrafondai americani sul fatto che se scoppiasse una guerra con la Nato la Russia crollerebbe al massimo una settimana, mi sono deciso a scrivere qualcosa sui droni, anche se capisco che l’argomento possa essere noioso, tanto più che è teso a confutare solo fesserie, ma a questo punto credo sia necessario spazzare via ogni pericolosa illusione che possa portare alla terza guerra mondiale. Il fatto che alcuni droni possano arrivare fino a Mosca o comunque in profondità nel territorio russo fa dire che sarebbe facile una vittoria della Nato qualora si arrivasse a uno scontro totale perché le difese radar russe sarebbero deboli visto che non riescono ad intercettare tutti droni.
Bene cominciamo a vedere come funziona l’invio di droni ( a parte quelli lanciati a breve distanza da sabotatori) prendendo a prestito un ‘immagine di un sito Usa:
Come vedete in corrispondenza di ipotetiche postazioni radar per batterie di missili S300 ci sono tre cerchietti concentrici quello rosso rappresentano le zone di copertura per oggetti che volano a un’altitudine di 200 metri o più bassa, i cerchi gialli coprono qualsiasi cosa voli da un’altitudine di circa 200 metri a 2000 e i cerchi viola coprono dai 2000 metri in su. Ora per inviare anche a grande distanza i droni si tratta di sfruttare solo l’area dei cerchi viola come indicano le frecce tanto più che si possono usare droni in fibra di carbonio o addirittura in cartone che danno un’impronta radar molto bassa e inoltre colline, alture edifici alti e città possono facilmente creare dei buchi nella copertura radar. Si può rimediare a questo con aerei tipo Awacs che tuttavia hanno bisogno di grande manutenzione, per cui generalmente la metà o anche il 70 per cento rimangono a terra per fare i “tagliandi”. Ora non sappiamo quanti di questi aerei disponga la Russia, probabilmente circa 15 – 20 dei più grandi ( gli Usa ne hanno 30) oltre a un numero imprecisato di MiG-31, dotati di potenti radar Zaslon-M. Questa flotta aerea deve però sorvegliare la Nato intorno al Mar del Giappone, al mare di Okhotsk, al Mare di Bering e le zone settentrionali del Paese oltre naturalmente al territorio il territorio ucraino. Non possono sorvegliare tutto l’immenso territorio russo.
Attenzione però tutto questo può avvenire perché la mappatura dei radar mobili per la difesa aerea viene fornita di volta in volta dai satelliti optoelettrici che in realtà non sono moltissimi e non vanno confusi con quelli gps o starlink che servono a ben poco o a nulla in questi casi: dunque l’Ucraina ha un grande vantaggio di cui la Nato non godrebbe mai in un conflitto ipotetico. Il regime di Kiev può godersi il lusso delle informazioni satellitari della Nato senza la capacità della Russia di eliminare tali satelliti perché non vuole iniziare la terza guerra mondiale. Ma se la Russia fosse impegnata in una “guerra totale” contro l’alleanza atlantica, indovinate quale risorsa sarebbe la prima cosa a venire meno? Esatto: i satelliti della Nato che cesserebbero di esistere, il che significa che anche i deboli attacchi di droni dell’Ucraina alle “retrovie” della Russia che spesso producono danni minimi che solo la propaganda più vergognosa può moltiplicare, sono molto più di ciò di cui la Nato sarebbe capace di fare. Elementare Watson, peccato che in occidente Sherlock Holmes sia decisamente morto.
“Russia in caso di guerra con Nato crollerebbe in giro di una settimana”… ma no era già crollata dopo due mesi di guerra con Ucraina?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
I droni possono arrivare su Mosca come in qualsiasi altro posto. Non esistono difese in grado d’intercettare tutto, specie droni kamikaze di piccola taglia, non importa se sei la Russia o la NATO. Basare l’esito di un ipotetico scenario di guerra diretta sulla capacità di raggiungere e fare danni alle città nemiche non ha senso se non si considera anche la capacità del nemico di fare lo stesso con le tue. Questo è il fulcro dell’imbecillità della propaganda. Tra l’altro la guerra per procura sta dando agli USA la possibilità di colpire per mano Ucraina senza ricevere adeguata risposta sul suo territorio e le sue strutture o quelle degli altri suoi succubi zerbini del resto d’Europa, in uno scenario di vera e propria guerra aperta questo vantaggio strategico immenso verrebbe meno.
In una ipotetica terza guerra mondiale, tra Nato e Russia , a far pendere la bilancia della vittoria dall’ uno o dall’altro lato, saranno sicuramente le consulenze strategiche che questo blog e’ in grado di fornire al contendente che gli dovesse aggradare, non si era mai vista, credo, una capacità ed una penetrazione delle questioni così omnilaterale, complessiva, sicura e definitiva.
eppure stai sempre qua ad obiettare su qualsiasi cosa…
ma hai mai provato a farti un bel cannone di quelli proprio rilassanti??
Per la precisione quello sopra Non sono io, “anonimo storico”, più probabilmente è Jorge, per quanto possa ritenere la partigianeria pro Russia del Simplicissimus, generalmente un po’ eccessiva …
Tutta la parte a sud, dove oggi i russi fanno il loro tirassegno quotidiano su carne da cannone e residuati bellici passati (e venduti!) come armamenti di prim’ordine, si trova quando va male settanta metri più in su: quanto basta per potenziare ulteriormente, decisivamente, la già superiore potenza di fuoco. Col risultato che la linea di fronte ieri era come l’altro ieri:
https://t.me/polk105/10665
mentre quella “U” dove i soldati ucraini si infilano a decine di migliaia ogni giorno è divenuta una vera e propria “camera della morte”. Con l’unica differenza, fra tonni ed essere umani, che hanno fatto tutto i tonni. Qui si spiega anche con dovizia di dettagli come la nuova, egualmente fallimentare al pari delle precedenti, tattica NATO:
1. primo scaglione del gruppo di attacco, quello più avanzato (primi 5 km), composto dal 15% sul totale dei soldati. I kamikaze, destinati a morire, soldati semplici.
2. secondo scaglione (dislocato dai 5 ai 10 km successivi), 35% sul totale, gruppo di rinforzo, evacuazione, riserva tattica
3. terzo scaglione (dislocato fino a 15 km di profondità), 50% sul totale, GLI ASSALTATORI veri e propri, che intervengono per ultimi e che continuano a dare quella continuità di ORE e ORE all’assalto, quel flusso ininterrotto che dovrebbe, nelle intenzioni dei generali NATO, ROMPERE la linea di difesa, prima o poi…
https://t.me/boris_rozhin/96379
Molto “poi”… forse mai. Intanto, siamo al primo settembre. E l’unica cosa che “prosegue”, al posto della supposta (in tutti i sensi) “avanzata gloriosa e vittoriosa” per il popolo ucraino, è la sua continua mattanza. Cacciato dentro la camera della morte dai suoi padroni e dal regime che lo governa.