La Cia deve aver smarrito la testa se si è spinta ad offrire soldi ai russi per arruolarsi nell’agenzia. Ma evidentemente il sistema americano è talmente marcio e mangiato dalle termini del neoliberismo che questa follia non è che una fra le tante: esprime il pio desiderio che le cose siano  sempre come una volta e insieme lo sgomento di fronte a una sconfitta che si delinea come certa sul piano militare con tanto di sbugiardamento delle infallibili armi occidentali. No, non ci possono credere come dimostrano le tristi cronache della cosiddetta controffensiva ucraina. Nei giorni scorsi infatti c’è stato  un notevole aumento degli attacchi ucraini alle posizioni russe su un fronte di circa 90 chilometri compiuti come gesto simbolico per placare le richieste occidentali e si sono risolte in un nulla di fatto sul piano bellico, ma con perdite altissime sopportate giusto per accontentare i media occidentali. 

Il 12 maggio, nel primo giorno del loro piano di controffensiva simbolica, l’esercito ucraino ha perso 1725 uomini sul fronte  del Donbass che costituisce il più alto numero di vittime militari dal lontano febbraio del 2014 da quando cioè il colpo di stato degli Stati Uniti a Kiev ha di fatto dato inizio alla guerra. Oltretutto dentro un conflitto inutile questi sono stati i caduti più inutili di tutti, sacrificati per un’operazione puramente dimostrativa. Ed ecco la reazione della stampa Usa, ossia di quella che vive nella tana della iena a stelle e strisce: secondo il Financial Time tutto questo non è nemmeno riportato e si indulge invece ala colpevole fantasia: “La controffensiva ucraina prende forma con i primi guadagni intorno a Bakhmut”. Il Washington Post strillato allo stesso modo: “Come le forze ucraine hanno negato la vittoria della Russia a Bakhmut entro il Giorno della Vittoria”. Il che fa pensare he l’augusto quotidiano non sappia che il giorno della vittoria è il nome o forse sia sicuro della stupidità dei suoi lettori. Il New York Times ha invece trovato un’altra chiave: “I progressi dell’Ucraina vicino a Bakhmut rivelano spaccature nelle forze russe”.  Si riferisce evidentemente all’affaire Prigozhin che era ed è una sorta un depistaggio russo fon troppo evidente, ma venuto fino in fondo dai servizi occidentali a corto di buone notizie. Nessuno parla però della strage e della perdita da parte ucraina di un gran numero di mezzi. 

Ora non potrebbe esserci migliore dimostrazione di follia di questa narrazione dalla quale vengono espunte le perdite gigantesche subite dall’Ucraina per poter permettere che la parola controffensiva potesse comparire anche in un contesto in cui non si dice che essa non ci potrà essere. Vediamo sono circa 600 morti a titolo, un giusto prezzo immagino per le patinate  bugie