Forse è vero che  non si può mentire sempre e comunque, nemmeno a stessi e che ogni tanto occorre dirsi una qualche verità se non altro per rimanere abbastanza lucidi da tornare a mentire. Così mentre l’informazione da guardia abbaia e tenta di azzannare chiunque osi mettere in rilievo il totale appiattimento dell’Europa agli Usa, considerandola “disinformazione russa”,  il Consiglio europeo per le relazioni estere, un think tank di strettissima osservanza atlantica sostiene proprio questa tesi in un testo molto articolato dal tittolo: “L’arte della vassalizzazione: come la guerra della Russia contro l’Ucraina ha trasformato le relazioni transatlantiche”. Gli autori sono stati così gentili da evitarmi  gran parte del lavoro, sintetizzando all’inizio dell’articolo i punti principali dell’analisi :

  • L’invasione russa dell’Ucraina ha rivelato la profonda dipendenza degli europei dagli Stati Uniti per la loro sicurezza, nonostante gli sforzi dell’UE per raggiungere “l’autonomia strategica”.
  • Nell’ultimo decennio, l’UE è diventata relativamente meno potente dell’America – economicamente, tecnologicamente e militarmente.
  • Inoltre, gli europei mancano ancora di accordo su questioni strategiche cruciali per se stessi e guardano a Washington per la leadership.
  • Nella guerra fredda, l’Europa era un fronte centrale della concorrenza tra superpotenze. Ora, gli Stati Uniti si aspettano che l’UE e il Regno Unito si allineino alla sua strategia cinese e utilizzeranno la loro posizione di leadership per garantire questo risultato.

Si tratta di tutta la verità. nient’altro che la verità? Non proprio perché la vassallizzazione nei confronti degli Usa non è stata semplicemente un esito sventurato di una serie di errori e di scelte poco lungimiranti, ma è la stata la stessa ragion d’essere di una istituzione creato proprio per ottenere questo risultato. Se spesso l”Europa si è rivelata un guscio vuoto è perché così si voleva che fosse, qualcosa che superasse le dinamiche democratiche,  politiche e geopolitiche dei singoli stati per spezzarle e distruggerle all’interno di un super organismo privo di volontà propria, ma disposto ad usare tutta l’autorità necessaria per realizzare gli interesse del padrone e dei padroni. E’ un po’  ridicolo  dire che è stata la guerra ucraina a trasformare il continente in un vassallo americano quando invece è la guerra in Ucraina (e se è per questo anche la distruzione della ex jugoslavia) che testimoniano di una totale mancanza di autonomia. Non da ieri, ma da sempre.

Non bastano i quattro anni di Trump alla Casa Bianca,, quando – su suggerimento di poteri sempre radicati oltre atlantico – venne messa in campo una specie di recita in cui venivano fuori giaculatorie sulla necessità di  maggiore autonomia che nemmeno troppo fra le righe proprio la testimonianza della sua assenza. Ma la situazione è profondamente cambiata perché adesso Washington non è più granché interessata a tenere in piedi la commedia dei rapporti bilaterali laddove esiste un lato solo, anche perché la strategia Usa contro la Cina è recuperare capacità produttiva e tecnologia, raschiando il fondo del barile europeo per recuperare spezzoni di industria e costringere il cervelli di cui ormai l’America scarseggia a traversare l’oceano. Naturalmente si tratta di un’idea folle e intrinsecamente sbagliata perché la deindustrializzazione e la perdita di capacità in ogni rampo del sapere deriva appunto dalle distorsioni e dalle logiche terminali del sistema che si vorrebbe gar sopravvivere come centrale. Tuttavia di questo l’europeo medio non ha cognizione, visto che non esiste dibattuto degno di questo nome. Ed è ecco perché gli autori  di questa piccola e tuttavia ancora ipocrita confessione usano la parola vassalizzazione e non quella più immediata di stato coloniale e o di sottomissione: queste condizioni infatti ben note alle opinioni pubbliche, mentre quella europea vittima del sistema informativo unico e di una mentalità autocensoria che nasce dalla difficoltà di cambiare in modo così drammatico e rapido le proprie visioni, aprirà gli occhi troppo tardi e ancora pensa che stare ginocchio di fronte a Washington abbia un senso e un ruolo nella sicurezza globali.

Francamente il piccolo autodafè sul servaggio che nemmeno chi lo ha scritto ha capito sino in fondo la situazione o ha cercato di coprire con una vacua tessitura di parole il proprio sgarro: quado so scrive che ” l’Europa come  vassallo americano non è saggio per entrambe le parti. Gli europei possono diventare una parte più forte e più indipendente dell’Alleanza atlantica sviluppando capacità indipendenti per sostenere l’Ucraina e acquisendo maggiori capacità militari”. Aria fritta per gonfiare