Abbiamo sentito negli ultimi due mesi numerosi moniti di Washington a Mosca di non usare armi chimiche, il che francamente supera ogni record di ipocrisia visto  che sono proprio gli Usa  gli unici non aver mai distrutto i propri arsenali chimici pur avendo votato per la loro messa al bando. Ma adesso è proprio lo psico regime di Kiev, aizzato dagli infermieri della Nato  a manomettere l’ambiente e l’atmosfera nel tentativo di rallentare l’avanzata russa. Il primo giugno scorso le unità in ritirata delle truppe ucraine hanno fatto saltare in aria un carro armato riempito con acido nitrico sull’area dell’impresa chimica Azot a Severodonetsk per fermare l’avanzata delle unità delle forze armate russe e della repubblica di Donestk: dopo l’esplosione, una nuvola arancione velenosa (quella mostrata nella foto)  si è alzata ad un’altezza di circa 1 km muovendosi  verso gli insediamenti di Kremennaya e Rubizhnoye con enormi pericoli per i civili, cosa però che ai reparti nazisti ancora incistati nell’esercito non interessa affatto, anzi li esalta ancora di più facendo provare loro l’emozione del crepuscolo dei dei. Infatti adesso gli ucraini ci vogliono riprovare utilizzando però non un solo carro armato, ma parecchi  (gentilmente forniti da noi)  imbottiti di acido nitrico in maniera da creare un’intera area di contaminazione chimica per tentare di ritardare ritardare l’offensiva russa. Naturalmente è chiaro che si cerca la strage fra i civili, anche se questo non può avere alcun significativo effetto sul conflitto.

Ma evidentemente la situazione è tale che ormai fare terra bruciata pare l’unica strategia possibile per arginare i russi e “punire” in qualche modo una popolazione riottosa ( siamo nel Donbass):  gli spin doctor dell’occidente ormai marcio hanno consigliato ai banderisti di non esporre simboli riconducibili al nazismo, ma evidentemente non di cambiare metodi. Del resto serve solo cambiare look, ma la sostanza può rimanere la stessa perché tanto la narrazione in punta di menzogna stravolge ogni cosa.