Norman Atlantic in preda alle fiammeNegli anni delle grandi bugie, l’epica dell’informazione si aggrappa disperatamente alle disgrazie per trovare sollievo all’infingimento nel quale vive. Così vediamo grandi firme che in diretta dal presepe scoprono che l’Adriatico è mare di tempeste o imbastiscono pensierini sul naufragio della Norman Atlantic perché non sia mai che siano assenti dal fatto del giorno o , ancora onusti delle carriere che porta loro la laudatio di qualsiasi deregulation, si indignano perché la nave a fuoco era una carretta piena di problemi non risolti.

Per tutto il giorno non si vedono altro che filmati greci e albanesi o ripresi dai naufraghi stessi, sulla drammatica vicenda, visto che nessun cronista nostrano si smuove da sotto l’albero mentre come aedi omerici cantano le meraviglie dei soccorsi. Oh sì ben venga una disgrazia a lieto fine se può evitare di parlare di quelle ad esito mortale per la democrazia e della stessa civiltà europea. A cominciare dal job act che giorno dopo giorno si scopre per quello che è, una tonnara dove alibi e buone intenzioni finiscono arpionati per finire al quantitative easing che il re mago Draghi sta approntando per il 2015 e che funge da stella cometa in grado di indicarci la strada della ripresa.

Persino astrologi e cartomanti sono ingaggiati a presentarci un anno di svolta con cuore libero perché chi davvero crede nei segni degli astri e dei tarocchi non fa che rifugiarsi nella caverna delle proprie pulsioni magiche, mentre la colpa ricade su chi – illuso, cialtrone, venduto o comprato – spaccia per verità razionali queste aspettative. La vendita di miraggi ha sostituito quelle delle indulgenze nella babilonia mediatica. Il fatto è che proprio il modo con cui verrà realizzato il quantite easing costituisce la dimostrazione dell’inesistenza dell’Europa come insieme politico ed economico ed perciò anche la prova del nove dell’assurdità dell’euro.

Sperare che il Qe all’europea risollevi davvero l’economia è una pia illusione: come lo stesso Sole 24 ore riconosce, non servirà a nulla, però deve essere fatto perché un suo rinvio deluderebbe i mercati alle prese con un affievolimento di quello attuato per quasi sette anni dalla Fed. Ma non si tratta certo di un aiuto ai Paesi in difficoltà perché, secondo statuto, la Bce potrà comprare titoli sovrani dei vari stati solo in base alla percentuale di Pil che essi rappresentano: per dirla in soldoni dovrà comprare più bond tedeschi che italiani o spagnoli o greci. E già questo è un incubo privo di senso. Ma diventa delirio quando si prevede che gli stati direttamente o le rispettive banche centrali (la questione è ancora in discussione) debbano costituire dei fondi di garanzia per coprire le eventuali perdite a cui la Bce potrebbe andare incontro, sottraendo così altre risorse all’economia reale. Sempre il Sole calcola che la Grecia, ad esempio, dovrebbe mettere a garanzia, almeno un terzo del valore dei bond nazionali eventualmente acquistati dalla Bce.

E’ facile vedere come il vantaggio in termini di spread  sarebbe niente al confronto del congelamento delle enormi somme necessarie a garantire gli acquisti e la loro sottrazione all’economia nazionale e naturalmente ai servizi, al welfare e agli investimenti. Ed è facile vedere come i Paesi in crisi diventeranno responsabili di operazioni finanziarie nelle quali non possono mettere becco e si trovano di fronte ad una realtà evidente: i Paesi forti non si sognano nemmeno di mettere nemmeno un euro per risollevare la situazione di chi è in crisi, costringendoli però ad avvitarsi nel loro declino. Tutto questo è puro teatro dell’assurdo, ma lo è perché  l’Europa non esiste, è un fantasma mentre esiste solo un centro di controllo finanziario che agisce e impera grazie alla moneta unica.

L’altro giorno ho parlato di banchismo ( vedi qui ) e in effetti ciò che sta accadendo è la sua illustrazione di scuola: perché la Bce acquisterebbe i titoli sovrani dalle banche che ne sono stracolme e che sono presumibilmente destinati a deprezzarsi vista la stagnazione economica. Molti istituti di credito in Italia e altrove, Germania compresa, saranno così salvati dalle loro magagne in gran parte segrete e inconfessabili, mentre il conto del deprezzamento lo dovranno pagare i cittadini tramite i fondi ad hoc che gli stati saranno costretti ad apprestare per l’operazione.

La cosa è chiara: l’Europa non esiste e quella parte che esiste è un incubo. Esattamente come certe navi in preda alle fiamme. Ma senza soccorsi.