La campagna elettorale dell’agenda Monti è in campo e parte -come conviene allo spirito del tempo- con un semplice raggiro contabile: 1% in meno sui due primi scaglioni di Irpef e 1% in più di Iva. Quel pochissimo che si guadagna sulla busta paga, lo si rimetterà direttamente su un’altra tassazione. Anzi qualcosa di più perché è ben noto che gli aumenti di Iva trascinano con sé aumenti dei prezzi che vanno oltre quello nominale.
La cosa più preoccupante per la salute economica e mentale del Paese è che questa operazione , limpida nella sua intenzione mediatica e nel suo intento truffaldino nei confronti dei ceti popolari, venga salutata come quella “diminuzione delle tasse” che veniva chiesta a gran voce, mentre ben che vada è solo uno spostamento di imposta dalla tassazione diretta che è progressiva a quella indiretta (l’Iva) che invece è uguale per tutti e dunque prediletta dal liberismo. Un piccolo passettino di danza verso il progetto dell’iniquità finale che tuttavia si presenta sotto le vesti dell’equità: la grattatina all’Irpref investe infatti direttamente le fasce più povere. Anche questo è un inganno: proprio i redditi più bassi se ne vanno tutti in consumi essenziali e non possono sottrarsi con una quota di risparmio all’1!% di Iva.
Ma sono anche quelli su cui graveranno in maniera determinante le conseguenze dello “sgravio”: i tagli per la sanità e per i servizi, il blocco dei contratti del pubblico impiego e l’aumento delle tariffe; quelli che subiranno il maggior contraccolpo dalla franchigia di 250 euro sulle detrazioni e dal massimale delle stesse stabilito in 3000 euro. Senza parlare dei disabili che si vedranno gravare di irpef anche le pensioni di invalidità . Alla fine quell’1% in meno sarà solo un piccolo, ma effettivo vantaggio per le aziende, soprattutto per quelle grandi: un contentino a Marchionne. Forse è per questo che la cosa piace tanto a Bonanni, sindacalista da burla. Ma stupisce che anche la Cgil abbia fatto trasparire una certa soddisfazione: allora diciamolo che ci piacciono le prese per il culo.
Del resto quando un ministro come Grilli si vanta di aver tagliato “appena” un altro miliardo alla sanità e nel contempo si compiace che l’Italia sia il fanalino di coda per la spesa sanitaria in Europa, si ha un’idea precisa del modo e dei criteri con cui agisce il governo dei banchieri
E’ proprio questa abilità di calcolo di cui avevamo nostalgia!
E’ proprio di strategie economiche di ampio respiro come questa che il paese ha bisogno!
Suvvia, non scordiamoci che sono i salvatori del buon nome dell’Italia all’estero, che sanno fare di conto e sono bocconiani.
Volere di più è da pretenziosi.
ma ricordo male o fino a ieri giuravano e spergiuravano che non avrebbero toccato l’IVA? e ora, guarda caso, fanno l’esatto contrario. Vorrei che qualcuno mi spiegasse in base a che salto logico un calo dei consumi si corregge aumentando le imposte sui consumi. Perchè i casi sono due: o sono io che non ho capito nulla – e in questo caso non gliene frega niente a nessuno – o sono lorsignori a non aver capito una benemerita mazza, navigano a vista e tirano a campa’ un’altra mezza giornata senza nessunissima idea in testa. E in questo caso devastano una intera nazione.
infatti il problema principale delle aziende non e’ l’irpef ma l’irap indetraibile , quindi tassata due volte , tutti i balzelli vari , i costi dell’energia e dei servizi (mediocri) il doppio che negli altri paesi , la burocrazia e le numerose tasse pagate anche in assenza di reddito. Ho fatto i conti e la mia ditta risparmiera’ circa 400 euro all’anno , compensati da un aumento dell’iva di 400 euro e da un aumenti di costi dell’energia dall’anno scorso di circa 10.000 euro (gas +17% , enel + 10 % , gasolio +12% ,autostrade +6% , assicurazioni +4% , IMU + 200% , tarsu +50% , acqua +100%)
inoltre i redditi minimi di fatto non pagano l’irpef, assorbendo le detrazioni tutta l’imposta, ma pagheranno l’aumento dell’Iva! E cmq su un reddito di 25000 parliamo di 250 euro di risparmio irpef, capirai che sollievo!