La Costituzione dovrebbe essere la legge fondamentale della Repubblica, qualcosa da cui trarre ispirazione oltre che senso della comunità nazionale. E’ invece diventata oggetto di un brigantaggio politico sguaiato e arrogante che  a seconda delle proprie convenienze ne fa la una sacrale e intoccabile foglia di fico per nascondere le vergogne della Repubblica, oppure un testo che può essere cambiato a piacimento quando deve servire alla sopravvivenza della casta politica.

L’ipocrisia dei partiti, degli apparti e dei capi bastone o delle alte cariche è talmente densa che a volte scopre il gioco e appare in tutta la sua miseria. Come ieri sera a Genova quando la Bindi, incalzata dalle domande sui matrimoni omosessuali, si è persino abbandonata a una battuta  da pretessa, dicendo all’interlocutore di Sel che i gay dovrebbero inventarsi un loro istituto. Peccato, una caduta di gusto e di intelligenza così grave che quasi quasi fa il paio con quelle di Silvio. Ma il fatto che questi politici di lungo corso siano così usurati che ormai non sanno più ritrovare nemmeno l’abilità della parola, è del tutto secondario rispetto all’argomento che la Bindi e gli altri portaborse vaticani, usano: il matrimonio gay sarebbe proibito dalla Costituzione.

In realtà in questa affermazione viene violato lo spirito della Carta e forzata l’interpretazione della Corte costituzionale, perché  i giudici hanno concluso una cosa diversa: che la famiglia «fondata sul matrimonio» sia intesa dalla Costituzione come riferita alle sole unioni fra persone di sesso diverso e che, di conseguenza, le norme del codice civile che escludono il matrimonio omosessuale possano essere ritenute conformi a Costituzione. Ciò non significa affatto che  il matrimonio omosessuale sia incostituzionale insieme alle leggi che lo regolassero. Per di più la Costituzione stessa nell’articolo 29 asseconda le trasformazioni dal momento che la famiglia viene intesa come organismo sociale e dunque sottoposto alle stesse evoluzioni della società in cui si colloca .

Ma anche fosse vero quello che sostiene la prepotente vestale dei voleri della Cei, qualcuno mi dovrebbe spiegare  perché si può cambiare la legge fondamentale della Repubblica per inserire l’obbligo di pareggio in bilancio e non per cambiare l’articolo sul matrimonio e renderlo aperto anche alle coppie omosessuali?

Intendiamoci non ce ne sarebbe alcun bisogno perché basterebbe una legge ordinaria, ma visto che questi signori si fanno scudo della Costituzione per negare ciò che vogliono facendo certe volte persino intendere che sia loro malgrado, mi chiedo come mai la Carta diventi invece straccia e mutabile a piacimento quando si tratta di obbedire a poteri esterni, a pressioni dei potentati economici e di conservare così il loro potere. Questa è una cosa che vorrei sentir spiegare dalla Bindi e da tutto il Pd, compresi gli alleati passati presenti e futuri.

Magari mi sentirei rispondere che sarebbe il caso che ci facessimo una costituzione per conto nostro. E visto il livello  non me ne stupirei. Però ho una soluzione più semplice: che sia la Bindi  ad andarsene a casa. O  pensano che sia anticostituzionale?