Anna Lombroso per il Simplicissimus
Tra i danni, temo irreversibili, prodotti da questo regime c’è anche la tremenda stanchezza che a volte afferra e atterra anche gente di solito piuttosto intrepida per non dire irriducibile. Si esce vinti dallo scontro con la banalità, con lo sciorinare di ovvii e consolidati luoghi che non sono “comuni” perché raggiungono il risultato di animare e alimentare inimicizia e discordia, grazie a un’assenza di idee e convinzioni. Un vuoto così pieno e invadente da far rimpiangere gli ideologismi del passato e così allineato con le modalità del potere, del mercato e della finanza, amorali, rapaci, avidi e illusori, senza pensiero, senza principi e senza valori.
Consiglierei dunque di mettersi al riparo dalla paccottiglia mediatica, dalla decodificazione aberrante e dagli spot propagandistici della peggiore restaurazione: la distruzione del bancomat- ripresa puntigliosamente con inquadratura fissa – aiuterà il sistema bancario più del cerchio per terra di Mediolanum.
Nemmeno tanto paradossalmente il benessere le sue aspettative di sicurezze effimere e di superflue comodità, rende inadeguati alla vita e alla lotta. Eppure oggi – non sorprendentemente – stiamo peggio che nel ’60, stiamo peggio che a Genova o a Reggio Emilia. Perché ci siamo inclusi in sistemi di protezione egoistica, di diffidenza funzionale a garantirsi un presente facile e consolatorio, di isolamento utile alla mantenimento di privilegi mediocri e rassicuranti. Il benessere anestetizza di fronte al malessere, che quando esplode ci trova impreparati anche alla rivolta.
A pensarci bene circola una specie di riprovazione perché non siamo stati indignados regolari, secondo i criteri taciti ma imperiosi della globalizzazione. I soliti italiani indisciplinati e cialtroni. Ma io li ho visti, c’ero ieri. C’erano le ragazze belle e giudiziose come sulla copertina di Noidonne, c’erano le coppie anziane e partecipi, come nei manifesti del PCI, c’erano le famiglie con le carrozzine che giustamente a chi criticava la presenza dei bambini, rispondevano che da anni il presidente del Milan sollecita a andare allo stadio dove si corrono più rischi che a Piazza San Giovanni. C’era una bella maggioranza insomma meno silenziosa del solito.
Ma poi c’erano i ragazzi, molti dei quali nati e cresciuti con Berlusconi al potere. Incuranti degli altri, svegliati dall’indifferenza e resi sensibili da emergenze che li toccano anche individualmente, ieri protetti da una cultura familistica oltre che da organizzazioni patriarcali e oggi esposti e vulnerabili dalla rottura violenta di ogni patto generazionale. Colpiti dal messaggio terrifico e martellante di un domani senza futuro, una promessa minacciosa di incertezze vissute da marginali nelle pieghe del rovinoso declino dell’Occidente.
E cosa volevate aspettarvi, che inalberassero cartelli con citazioni di Sen, che chiosassero Greenspan, che interpretassero Krugman? Io sono incantata del fatto che non siano talmente letargici da vivere dentro al Grande Fratello o Amici come abbiamo permesso che potesse accadere. Io sono estasiata che malgrado li abbiamo addobbati di i pod i phone cellulari e annichiliti da promesse di garanzie di fondi di integrazioni pensionistiche, abbiano alzato la testa a visto che il cielo è nuvoloso. Io sono soddisfatta che non si siano lasciati sopraffare dall’intimidazione e fossero tanti e avessero persuaso ad esserci anche pavidi genitori, renitenti insegnanti, schizzinosi ex movimentisti.
Eh si hanno incendiato delle macchine. Eh si hanno preso a mazzate dei bancomat. Niente rispetto alla voluttà distruttiva dei ragazzi di Londra o Parigi. Ma simbolica di una ribellione contro un capitalismo che non ha saputo mantenere nemmeno le sue prerogative, contro una finanza talmente vorace da divorarsi. E c’è qualcuno che si lagna perché in una inquadratura si vede un poliziotto di mezza età che sta a guardare la distruzione sistematica di un sportello bancario. Beh a me sembra che sia un segno di democrazia che, malgrado Berlusconi, non sia convinzione generale che si debba menare un ragazzino sia pure scemo per difendere un bancomat.
Io sono poco incline a dietrologie grandi vecchi e manovratori occulti. Qualche antagonista professionale magari ci sarà. Ci sarà qualche infiltrato, ma anche quelli sono nello spirito del tempo, c’è chi infiltra i suoi agenti in rai in parlamento nelle istituzioni. L’importante è semmai riconoscerli e ieri mi pare che in parte ci siamo riusciti.
Ma poi c’è una disperata rabbia, c’è la provocazione, c’è la violenza. Di ragazzini maleducati alla civiltà un po’ meno però dei loro genitori. Che hanno sopportato l’inumana inciviltà del primato del profitto avido e criminale, della sopraffazione razzista e xenofoba, della rinuncia ai diritti in nome di una supposta necessità. Può darsi ci fosse tutto ieri, ragazzini scriteriati, provocatori, infiltrati, qualche fascista cui piace il casino, attempati democratici e disillusi sistematici. Ma francamente se esprimo riprovazione per le intemperanze, come il Simplicissimus non mi sento di solidarizzare con proprietari di jaguar o di suv. O con il sistema bancario offeso nei suoi sportelli più cari. Mi preoccupa invece la smania di restaurazione, di ripristino dell’ordine costituito, bipartisan e difensivo di una cattiva politica messa all’angolo. E mi preoccupa guardandomi indietro, l’istinto alla coazione del mercato e del profitto, che quando è in crisi sceglie una strada per stabilire il suo orrendo ordine mondiale.
si Aldus concordo e concordo anche con le tue osservazioni sulla giornata di ieri. c’è una sopravvalutazione degli “scontri” e una sottovalutazione del malessere ormai rabbioso. e legittimo. ma evidentemente è in linea con un atteggiamento molto nostrano preferire il dietrismo alle analisi utili a non essere sorpresi dalla restaurazione più cieca e ottusa o da svolte inquietanti. a me poi fa venire i brividi il recupero dell’ordine mondiale da parte del permio nobel dell’anno scorso.. si sa che quando il capitalismo soffre fa soffrire noi con un salutare massacro
Intendo che lo Stato deve autorivoluzionarsi e divenire efficiente in sé stesso, dimostrando di non avere bisogno di “privati” (?) per svolgere quelle funzioni che appunto i “privati” hanno ampiamente dimostrato di non essere degni di svolgere.
Quanto alla violenza di ieri, a me non sembra poi così enorme come certuni dicono. Piuttosto è un sintomo della grande rabbia generale che alberga nel popolo dei cittadini verso questo disumano modo di gestire lo Stato e i beni dei cittadini.
Anna, è pacifico e concordo con quello che dici. Ma io per “regime” intendo tutto questo apparato deputatizio che comprende non solo quelli che ora stanno al governo, ma anche questa fasulla opposizione che se ne guarda bene dal rinunciare alla marea di privilegi vergognosi alla faccia del resto dei cittadini. La verità è certo che la Costituzione è divenuta lettera morta grazie all’astuzia della Casta. Oltre questo capitalismo selvaggio c’è senz’altro qualcos’altro che va fatto: tanto per cominciare, proprio grazie al pessimo risultato della privatizzazione di strumenti pubblici che destatalizzati sono divenuti preda dell’egoismo dei soliti pochi che hanno dimostrato come non si debba regalare funzioni importanti per il benessere dello Stato a quattro canaglie di privati. Parlo delle Ferrovie, che vanno ristatalizzate e dell’energia elettrica e della ricostituzione dell’ Iri per i lavori pubblici,eccetera. Lo Stato deve tornare ad essere il garante della giustizia e della sua stessa efficacia nelle funzioni pubbliche.
invito a fare una esplorazione anche sommaria del web. credo che sia possibile che ci fossero antagonisti “professionali” infiltrati qualche “travestito”. l’allarme era sttato alimentato come nello spirito del tempo, per fare di ogni evento un’emergenza e rendere plausibile legittimare la repressione. e sono fisiologicamente allergica al giustificazionismo. Detto questo molti dei ragazzi di ieri erano incazzati e penso abbiano fatto ricorso a gesti simbolici della lotta anticapitallista, come a londra a parigi a atene. se li avete sentiti parlare in Tv o li leggete sul web rivelano una ingenua e demoralizzante impreparazione. ma sono i figli di questo tempo, questo sistema, questa istruzione. che vi aspettavate? tronti e asor rosa? detto questo io sarei anche contraria alla sopravvalutazione di quello che è successo, funzionale alla restaurazione. e invece favorevole a una corretta valutazione perchè molto e amaro ci aspetta. e non aiuta ricorrere solo a più o meno corrette e più o meno fantasiose spiegazioni dietriste.. che ci saranno certo, ma non bastano…Andreas io penso sempre che non spaccare le teste qualcunque sia la motivazione sia un segno di “maturità” e civiltà. anche se a volte per me sarebbe irresistibile per esempio appunto nei confronti di questo centro destra e dei cretini in genere che spesso coincidono coi fascisti.
non riuscirò mai a capire perchè gli italiani simpatizzanti del partito democratico siano sempre così benpensanti nei confronti di questo centro destra? Pensare che il poliziotto sta a guardare il ragazzino che spacca le vetrine perchè questo è sintomo di democrazia (in salute?) mi pare di ingenuità che mi lascia senza parole. Nessuno dice che avrebbe dovuto “spaccargli la testa”, ma credo che sia il contesto politico in cui vanno inquadrati gli avvenimenti…
non credo alle dietrologie nemmeno io ma non credo nemmeno alle coincidenze e soprattutto quando si verifica puntualmente quanto era già stato previsto e temuto da tanti, il quadro mi sembra talmente chiaro….
non riesco ad essere in sintonia all’idea che uno della digos rimiri i vandali mentre spaccano le vetrine di una banca…anche eprché questo poi li autorizza a massacrare a caso i manifestanti. Ma è vero che io nasco alle manifestazioni di movimento e troppe volte ho visto come questi “sistemi” siano finalizzati a far scomparire ogni altro contenuto della protesta e contemporaneamente a mettere a rischio chi partecipa alle manifestazioni con il chiaro intento di dissuaderli dal “partecipare”.
Dunque no, non lo considero affatto un dettaglio…anzi oggi si parla solo dei vandali e “ciccia” alla protesta .-) Poi sul “bruciare la città” metaforicamente parlando io sono pienamente disponibile, ma i palazzi del potere non le macchine parcheggiate, e non erano suv quelli dati alle fiamme…direi proprio di no…ma infatti non era quella protesta, quella era la manfrina costruita a tavolino.
oggi lo stato è occupato, intanto bisogna rovesciare questo regime. non sono desolata affatto, ma riformare lo stato significa liberarlo dalla logiche di questo sistema politico elettorale e subalterno a profitto e mercato. io sono invece intimamente convinta che c’è qualcosa oltre al capitalismo fianziario. e che non è solo un capitalismo ben temperato. pensa che per molti dei capisaldi che indichi basterebbe la nostra costituzione repubblicana
va bene i concetti che qui esponi, ma quello che non mi piace è che fai una desolata immagine panoramica senza sostenere che bisogna inventarsi qualcosa per strappare alla logica del profitto economico la gestione del potere politico. Insomma il problema improcrastinabile è che none esiste più uno Stato di diritto dei cittadini. Uno Stato superiore ai detentori del potere economico che ora agiscono quindi indisturbati come i latifondisti di Roma antica. Uno Stato che impedisca l’aumento arbitrario e scompensato della ricchezza. Uno Stato che vieti le scalate economiche e gli accorpamenti in lobbies di pochi cittadini ai danni di tutti gli altri. Uno Stato che vieti l’esistenza di megaimprese e di megacapitali.