A Roma non si può più mettere nemmeno una targa ricordo, se riguarda un’intellettuale e come dire, un galatuomo. Nella nuova Babilonia di Ratzinger, Alemanno, Polverini e Svastichella, il solo richiamo all’intelligenza e alla ragione è un’offesa, una stonatura.
Sta di fatto che il Pio sodalizio dei Piceni, ex confraternita della Santa Casa di Loreto, ha negato il permesso di mettere una targa commemorativa di Mario Pannunzio sul muro del palazzo che racchiudeva la piccola e prestigiosa redazione del Mondo, in via Campo Marzio.
Le ragioni del rifiuto non sono state rivelate dai pii sodali, ma è evidente che 120 metri quadrati dove si sono condensate intelligenze come quelle di Flaiano, Salvemini, Salvatorelli, Ernesto Rossi, solo per citare qualche nome, meritano un esorcismo, altro che commemorazioni.
Il medioevo si affolla: gangster vengono sepolti con tutti negli onori nelle chiese romane, le pie confraternite più sono pie e più aumentano il loro patrimoni immobiliari. Ma non si può essere tanto peccatori da accettare la commemorazione di un laico che peraltro non è mai comparso nemmeno nel salotto di Costanzo e nemmeno è mai stato sull’isola dei famosi.
Del resto il sodalizio dei Piceni fa onore al suo nome: nato anticamente come associazione dei marchigiani a Roma, ha fruttato alla splendida regione delle Marche il detto meglio un morto in casa che un marchigiano fuori della porta.
Ma in questo caso perde di senso: i veri morti sono già dentro quel palazzo.
Spero davvero che il Centro Pannunzio non molli: anche questa è una battaglia di civiltà.
Aggiungo un particolare :il centro Pannunzio (info@centropannunzio.it ) non ha intenzione di demordere proprio nell’anno del centenario della nascita di Pannunzio .
Grazie per l’articolo:la targa è stata proposta dal Centro Pannunzio di Torino ed aveva ottenuto l’approvazione della Sovrintendenza.Mancava solo il nulla -osta della proprietà. Il testo proposto non ha significati <rivoluzionari<,ma ricorda Pannunzio come maestro di giornalismo e libertà,senza giudizi politici od esaltazioni acritiche, fondatore nel 1949 in quel palazzo del settimanale <Il mondo<.
Caro Alberto, commentare certi fatti alla luce della Roma attuale è come voler scoprire il sesso degli angeli… Si sa già che sono tutti maschi e quindi zitti: Gabriele, Raffaele e Lucifero prima della rivolta… (ma sempre maschio è…). Spiace non ricordare i fondatori de “Il mondo” che nella primavera del dopo Liberazione hanno dato ossigeno anche a noi del PCI. Peccato davvero. Grazie per avermelo ricordato.
Quando morirò non vi azzardate a mettere una targa nei pressi di qualche Pio Istituto, non voglia averci a che fare nemmeno da morta.
Preferisco che mettiate una targa sul muro di un bordello, dove anime sincere e disperate, hanno fatto del bene all’altra metà del cielo, quella maschile.