Se uno leggesse queste parole in qualsiasi angolo del mondo, le prenderebbe per una cosa seria: “La legge 249/1997 impone all’Autorità di vigilare sulla corretta applicazione dei regolamenti adottati; l’Autorità assolve tale compito attraverso l’attività di monitoraggio.”

Ma siamo in Italia, perciò questa regola a cui l’Agcom dovrebbe obbedire, è solo una presa in giro, un paludamento di facciata, che copre invece una sfacciata noncuranza delle regole.

I servitori dei Berlusconi dentro l’organismo di garanzia, quattro (o forse cinque  come scopriremo fra breve), non tentano nemmeno di salvare le apparenze. E non parlo  delle telefonate tra Giancarlo Innocenzi, Berlusconi, Letta e Masi dalle quali si desume che l’Agcom è uno strumento di garanzia per il premier e non per gli italiani. Lì sono stati involontariamente presi in castagna.

Parlo invece dei documenti ufficiali e cioè delle rilevazioni fatte dalla stessa Autorità sui tempi dedicati dalle televisioni ai partiti e ai politici nel periodo tra il 28 febbraio e il 6 marzo. Vi si nota una sproporzione enorme fra il Pdl e i pariti di opposizione, praticamente in tutti i telegiornali nazionali, salvo Rai 3.

Ma il discorso cambia quando si passa dai tiggì ai programmi e alle rubriche di testata, come può vedere chiunque abbia la pazienza di sfogliare il documento allegato al post: la differenza abissale in parte si colma, anzi si raggiunge una certa parità.

Così invece di richiamare le televisioni ad un maggiore equilibrio, come dovrebbe essere esplicito dovere dell’Agcom, i consiglieri hanno messo in piedi un regolamento di par condicio che facesse fuori tutti i programmi di informazione meno sbilanciati. E desse  la possibilità alla Rai di cassare i talk show.

Se solo questa gente provasse vergogna probabilmente non pubblicherebbe i documenti che la comprovano. E invece no: sono talmente felici di fare gli sguatteri del potere, profumatamente pagati dai cittadini, che ci tengono proprio a mostrare l’occhio strizzato e la mano tesa per la “propina”. L’abiezione quando non può essere giustificata diventa medaglia.

Tabelle Agcom