Caro Segretario,

è già abbastanza angoscioso assistere alla lotta di classe dei ricchi contro i poveri. E’ già abbastanza deprimente vedere che essa viene condotta con squallide tesi da bar – meno diritti più occupazione – che la stessa scienza economica liberista ha falsificato, tanto che persino l’onorevole Ocse  la dichiara inconsistente, essendo impossibile dimostrala con i numeri. Si, tutto questo è già abbastanza avvilente per dover assistere anche alla commedia che il Pd sta mettendo in scena fingendo di non capire che la mattanza di diritti e la fucilazione dell’articolo 18, sono volte non ad aumentare l’occupazione e men che meno quella ad alto contenuto di conoscenza e dunque ad alto valore aggiunto, ma solo a far crollare i salari, già tra i più bassi del mondo industrializzato.

Trovo degradante che si cerchi di far passare tutto questo simulando una mediazione di sfrontata inefficacia che consisterebbe nell’introdurre nella riforma del mercato del lavoro (e già questa espressione fa accapponare la pelle) un correttivo che permetterebbe – sempre che un magistrato lo giudichi opportuno-   il reintegro per “manifesta insussitenza” del licenziamento economico. Ora, come lei sa benissimo, questa espressione non significa assolutamente nulla, giuridicamente è puro flatus vocis, che rischia anzi di rendere praticamente impossibile qualsiasi reintegro, visto che  l’infondatezza  di un’espulsione dal lavoro, deve essere anche manifesta. E se anche un minimo dubbio sussiste, cosa assolutamente certa, vista la disparità di mezzi tra il lavoratore e l’azienda, non rimane che accontentarsi del pourboire di 12 o 24 mesi di salario, periodo che sarà certamente ridotto e di molto nel prossimo futuro. Anzi ad accreditare questa realtà è lo stesso premier il quale ha tenuto proprio oggi a sottolineare l’impraticabilità di questa soluzione: “La possibilità del reintegro in caso di licenziamento dettato da motivi economici è “riferita a fattispecie molto estreme e improbabili”

Questa falsa soluzione dimostra soltanto la “manifesta insussitenza” del Pd e della sua pretesa di difendere il lavoro e la Costituzione. Lei parla di “modello tedesco” che evidentemente non conosce: certo se lei fosse tedesco e gli elettori la licenziassero, lo stato le potrebbe pagare anche uno stage di aggiornamento in Italia per capire cosa  bisogna fare per non tradire il proprio elettorato e anche cosa significa altrove la tutela del lavoro o il welfare. Lassù infatti la riqualificazione è una cosa seria. E tanto per la cronaca i meno di due miliardi di ammortizzatori promessi per comprare l’articolo 18 all’asta dei diritti, sono quello che la Germania spende in 15 giorni solo per la disoccupazione. Nel modello tedesco di fantasia di cui il Pd parla, lei  dovrebbe guadagnare 411,52 euro al mese, facendo le debite proporzioni.

Tuttavia con questa trovata della “manifesta insussitenza”, un puro espediente per salvare la faccia, si accetta poi l’inaccettabile: la precarizzazione totale del lavoro. Un’altra concessione alla presunta “necessità” . Eppure  finora non ho sentito di tentativi di mediazione per indurre il governo ad affrontare il problema della corruzione che ci costa 60 miliardi all’anno secondo la Corte dei Conti  o quello dell’evasione fiscale per la quale certo non bastano i patetici blitz mediatici. I veri problemi etici ed economici del Paese, non suscitano evidentemente il vostro interesse, né quello del vegliard0 in borsalino da cui pendete con ineffabile grazia. Non ho sentito nulla sull’esenzione dall’Imu dei beni della Chiesa e persino su quelli delle fondazioni bancarie. Nulla ho sentito sull’Iva, sulle accise, sulle tariffe che gravano sui ceti popolari. Non ho avuto il piacere di ascoltare alcuna reazione sullo scandalo della apposita commissione che si dichiara incapace di stabilire una media delle retribuzioni dei parlamentari europei, né mi è giunta voce di mediazione sulla tassazione dei grandi patrimoni. Nemmeno mi è parso di ascoltare proposte per liberare la sanità dalla tassazione che la politica le impone e che si traduce in una sempre peggiore assistenza. In realtà non ho sentito nulla che serva davvero a salvare il Paese e che persino il Wall Street Journal scrive. Mi chiedo a cosa serva salvare la faccia se poi essa rassomiglia ad altre parti anatomiche.

Così ho deciso: alle prossime elezioni la licenzierò per “manifesta insussistenza”. Un licenziamento in nome non soltanto dei diritti e della civiltà, ma della stessa economia del Paese che state barattando in cambio della permanenza al potere, per la vostra “manifesta sussitenza”.  Poi mi faccia causa.