Non tutto il male viene per nuocere e la guerra in Ucraina sta finalmente aggredendo le instabili fondamenta della Nato e della Ue che si sono rivelate due facce della medesima moneta in procinto di diventare fuori corso: certo non avverrà domani, ma ormai le dinamiche sono in moto e sarà difficile fermarle se non a fronte di un totale ribaltamento degli assetti politici e geopolitici del continente. Il fatto è che le labili radici della Ue e quelle insanguinate della Nato avrebbero dovuto essere rafforzate proprio dalla campagna ucraina, pianificata per anni e imperniata sulle favole che il milieu politico elitario anglosassone racconta e si racconta. Finita la favola della vittoria è normale e ovvio che le contraddizioni e le tensioni esplodano e comincino a diroccare gli edifici di comando.
La questione del grano ucraino a bassissimo costo che sta rovinando gli agricoltori dell’Est Europa ( chi è l’idiota che ancora crede alle stronzate della fame nel mondo?) alla fine è deflagrata con la Polonia che per rappresaglia contro la Ue che ha aperto le frontiere ai cereali ucraini, ha fermato l’invio di armi al regime di Kiev. Certo tra meno di un mese in Polonia si va alle urne e gran parte dell’elettorato che sostiene l’attuale governo si trova nelle aree rurali duramente colpite dall’importazione di grano ucraino e di altri prodotti agricoli. Senza dubbio Varsavia sta cercando tardivamente di mostrare una certa spina dorsale con la scusa di difendere gli interessi nazionali. Tuttavia, la politica servile del governo polacco nell’appoggiare la guerra per procura di Washington in Ucraina ha portato in Polonia una crisi in tutti i settori e per giunta anche migliaia di morti, ufficialmente “mercenari” creando una situazione di allarme. Ma tutto il continente sta assistendo al crollo delle proprie economie: i leader politici europei hanno agito contro gli interessi del loro popoli per placare l’agenda guerrafondaia di Washington e soddisfare le insaziabili richieste del regime nazista di Kiev di aiuti militari e finanziari. Si stima che i contribuenti europei abbiano foraggiato i banditi ucraini per un importo di almeno 90 miliardi di dollari, che è comunque una cifra ridotta se si pensa alle enormi perdite dovute all’abbandono delle fonti energetiche russe a basso costo che stanno spingendo l’intero continente fuori dal mercato.
Quindi sarebbe miope interpretare la posizione della Polonia come un mero espediente elettoralistico: è invece uno dei primi anelli della catena guerrafondaia che si spezza per l’eccessiva tensione. Del resto è abbastanza naturale che sia proprio Varsavia a dare l’avvio ai giochi che peraltro sottobanco sono diffusi in tutto il continente: la Polonia era il Paese che dopo gli Usa avrebbe probabilmente ottenuto il maggior dividendo dalla guerra, inglobando la parte più occidentale dell’Ucraina ovvero la Regione di Leopoli o gran parte di esso. Ma tutto questo valeva fino a che si pensava che l’Ucraina potesse se non vincere resistere alla Russia e che quest’ultima fosse debole e disorganizzata. Ora si vede che quello russo sta diventando un esercito sempre più forte ed efficiente, forse attualmente il più forte al mondo, per cui ipotizzare uno scontro diretto diventa molto pericoloso. A questo punto la tentazione di Varsavia è quella di impadronirsi del suo bocconcino territoriale non facendo la guerra alla Russia, ma in un certo senso all’Ucraina, installandosi nella regione di Leopoli visto che il regime di Kiev sta fallendo lo scopo per il quale era stato creato e alimentato.
E’ chiaro che le scintille rabbiose che si levano da questa frizione tra Polonia ( con sullo sfondo Ungheria e Slovacchia), Ue e Ucraina rischiano di far esplodere l’intera facciata traballante del sostegno della Nato e dell’Unione Europea al regime di Kiev, anche perché non si può escludere, anzi è molto probabile che la questione del grano ucraino ( che l’anno prossimo sarà anche inquinato dall’uranio gentilmente offerto da Usa e Gb) venga gestita da Bruxelles per dare una mano a quei governi che ,come quello olandese, vogliono distruggere l’agricoltura, formalmente con pazzeschi ragionamenti ecologici che sono vera spazzatura, ma sostanzialmente perché l’attività agricola in sé collega le persone con il territorio, cosa che il globalismo aborre. Quindi la questione del grano non è per nulla marginale, ma finisce per arrivare al cuore delle inverosimi politiche del sinedrio brussellesco e si può benissimo sostenere che la dissoluzione della Ue comincia dalle parti di Varsavia.
Si può leggere:
https://infosannio.com/2023/09/23/il-lavoro-da-mille-euro-al-giorno-cosi-i-privati-si-mangiano-gli-ospedali-pubblici/
Non credo che la proposta, probabilmente avanzata da Medvedev nel 2015, di spartire la creazione artificiale sovietica chiamata Ucraina verso la Polonia fosse sincera. Certamente, gli attuali governanti della Russia si rendono conto che la natura selvaggia che governa la Polonia è stata creata da loro, principalmente da persone provenienti dall’Ucraina orientale e occidentale :-). Forse è per questo che le idee sovietiche o germaniche di “sviluppo” delle aree della Grande Lechia a cavallo tra il XIX e il XX secolo sono eternamente vive nelle menti insensate delle terre selvagge. Il fatto che i discendenti dell’Ucraina comunista-sionista-banderista installata da Stalin in Polonia si siano liberati dal guinzaglio dei servizi russi può solo dimostrare che hanno cercato di ingannare i servizi russi su alcune questioni scarsamente concordate riguardanti il teatro di guerra in Ucraina. . Non consiglio di prendere sul serio il comportamento dei “signori delle mosche” di Varsavia. L’unico effetto della guerra concordata tra Stati Uniti e Russia è probabilmente una banderizzazione ancora maggiore della Polonia e il furto del suo denaro (attraverso il sistema di prestazioni sociali o il drenaggio di 5 miliardi di PLN inviati fuori dalla Polonia dalle tasche dei polacchi da parte degli immigrati dall’Est ). Il fallimento della propaganda di guerra e l’alimentazione dell’odio verso la Russia (verso i russi) deriva piuttosto dalle esperienze dei polacchi (e siamo il 69,7% di noi in quest’area), che costringono a una riflessione e a una moderazione più profonde. La furia e la barbarie degli attacchi contro i polacchi che organizzano attività antipropaganda e l’accesso alle informazioni bloccato la dicono lunga sulle autorità di Varsavia. Il culmine della democrazia – il teatro delle elezioni – è solo uno spettacolo provato. Il comportamento delle autorità di Varsavia è piuttosto una conseguenza dell’eliminazione di quasi tutto, dalle armi all’impossibilità di acquistarle a credito e alla paura della rivolta dei polacchi. E questo è ciò che l’Occidente e l’Oriente non vogliono più. Nel gennaio 2018, l’ex viceministro dell’agricoltura ha presentato alla procura un rapporto sul contrabbando criminale di grandi quantità di raccolti, verdure e frutta dall’Ucraina 🙂 – in gran parte dannoso per la salute – da allora la Polonia ha sostenuto l’agricoltura di Bandera -Corporazioni americane (forse l’oligarchia è stata smascherata a qualcuno o è prevista una ripresa della guerra – sta iniziando la guerra per la pace?). Questi fatti sono più importanti per i polacchi: https://robertbrzoza.pl/post/oby-to-sie-juz-nie-wydarzylo-dlatego-musimy-mowic-uwaga-drastyczne
Mi sono tornate in mente le parole di un grande polacco, la cui saggezza contribuì alla rinascita della Polonia dopo il 1918 e alla potenza per sconfiggere i sovietici nel 1920. Il primo commento importante di Roman Dmowski:
“Disprezzo i moscoviti per la loro tendenza distruttiva asiatica, per la schiettezza con cui calpestano i campi del lavoro di civiltà secolare, per questa irresponsabilità orientale verso la propria coscienza, che permette di avere due facce in ogni questione.”
Commento appropriato dell’autore di “Black Limousine” sugli ultimi eventi:
“Gli ultimi avvenimenti hanno causato in molti ex sciocchi una conversione quasi universale all'”interesse nazionale polacco”, una conversione apparente, perché finora non vedo alcuna conversione. So che le persone che non conoscono né la storia polacca né la storia Le tribù turaniane non sono in grado di usare la ragione senza avere in essa gli ingredienti adatti. Per questo motivo la seconda citazione sarà più estesa.”
La seconda viene dal suo libro e riguarda la questione Ucraina (Roman Dmowski):
“Non esiste alcuna forza umana in grado di impedire che l’Ucraina, staccata dalla Russia e trasformata in Stato indipendente, diventi un luogo di raccolta di truffatori provenienti da tutto il mondo, che oggi si affollano nei loro paesi, di capitalisti e cercatori di capitali, di industriali organizzatori, tecnici e commercianti, speculatori e intriganti, delinquenti e organizzatori di ogni tipo di prostituzione: tedeschi, francesi, belgi, italiani, inglesi e americani sarebbero aiutati da russi locali o vicini, polacchi, armeni, greci e infine i più numerosi e importante per tutti gli ebrei. L’intera Lega delle Nazioni si riunirebbe qui…
Tutti questi elementi, con la partecipazione di ucraini più intelligenti ed esperti di affari, creerebbero uno strato dirigente, l’élite del paese. Si tratterebbe però di un’élite speciale, perché probabilmente nessun Paese potrebbe vantare un così ricco campionario di calunnie internazionali.
L’Ucraina diventerebbe un dolore nel corpo dell’Europa; e le persone che sognano di creare una nazione ucraina colta, sana e forte, maturando nel proprio paese, scoprirebbero che invece del proprio paese, hanno un’impresa internazionale, e invece di un sano sviluppo, una rapida progressione di decadimento e marciume.
Chiunque presuppone che, data la posizione geografica dell’Ucraina e del suo territorio, la condizione dell’elemento ucraino, le sue risorse spirituali e materiali e, infine, il ruolo della questione ucraina nell’attuale situazione economica e politica mondiale, potrebbe essere altrimenti – non c’è molta fantasia.
La questione ucraina ha diversi sostenitori, sia in Ucraina che all’estero. Soprattutto tra questi ultimi, ce ne sono molti che sanno esattamente a cosa vanno incontro. Tuttavia, c’è anche chi vede la soluzione a questo problema nella separazione dell’Ucraina dalla Russia in modo idilliaco. Quelle persone ingenue farebbero meglio a tenerle le mani lontane. /Mondo del dopoguerra e Polonia_ Roman Dmowski/”
Naturalmente si potrebbero usare i milioni di risorse che sbarcano per produrre elettricita , come ha proposto un deputato Ukraino.
Estendendola a tutti i sostenitori della transazione ecologica.
Questo si sarebbe rivoluzionario.
https://www.vtforeignpolicy.com/2023/09/kiev-in-search-for-new-energy-sources-using-inmates-and-bicycles/
https://www.brighteon.com/a76ebff0-5a05-4439-92b3-304620649026
Comincia con lo stop di fornitue di gasolio agli USA e poi all europa.
Senza gasolio e gas Biden e la meloni andranno a casa.