Adesso che l’Ucraina o per meglio dire la Nato sta per essere sconfitta in maniera tale da non poter essere più protetta da alcuna narrazione, in Georgia nasce un nuovo tentativo di Maidan, una nuova rivoluzione colorata inscenata dalle quinte colonne e dalle Ong americane il giorno dopo la visita lampo di. Todd Robinson, vicesegretario di Stato americano ed ex ambasciatore in Venezuela  che si è opposto alla legge non si capisce bene a che titolo se non quello di funzionario dell’imperialismo. e in più sempre non si bene a che titolo ha incontrato i vertici della polizia. Che le manifestazioni siano state innescate con un pretesto si tratti di un pretesto è evidente a chiunque perché la motivazione ufficiale delle proteste è l’approvazione di una legge che richiede a tutte le organizzazioni  con almeno il 20% di finanziamenti stranieri di registrare questi soldi presso le autorità. La stampa occidentale sostiene che tale normativa si basa sul sistema di registrazione russo e dunque sarebbe di per sé cosa negativa, mostrando tutta la stupida  futilità del pretesto, ma la cosa  è ancora peggiore da un punto di vista morale perché questo tipo di norma è in realtà di origine statunitense. Il fatto è che gli Usa abituati ad infiltrare gli altri non vogliono a loro volta essere infiltrati e perciò hanno messo una barriera. La stessa contro cui inopinatamente dovrebbe insorgere la popolazione georgiana.

Del resto la forte influenza degli Stati Uniti sulla Georgia difficilmente può essere negata. L’organizzazione affiliata alla Cia, l’Usaid ha iniziato la sua “operazione” in Georgia nel 1992 e ha fornito fondi per 1,8 miliardi di dollari USA. Loro stessi affermano che la Georgia è “un importante alleato degli Stati Uniti nella regione del Caucaso”. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno rovesciato il governo georgiano nel 2003 proprio per evitare un riavvicinamento alla Russia. Dopo il 2008, l’esercito georgiano è stato inondato di armi, dice l’ex marine americano Brian Berletic sul suo canale Telegram.

Le ragioni per cui Washington sta giocando tutte le sue carte in Georgia è dovuto ad alcune  ragioni, entrambe abbastanza ovvie: tentare di bilanciare il disastro in Ucraina e la perdita di credibilità degli Usa nella questione del sabotaggio del North Stream, punire il governo georgiano per non aver posto sanzioni alla Russia , e impedire che vengano messi ostacoli alle organizzazioni occidentali che sono il metodo ormai abituale per creare cambi di regime praticamente dal nulla, appoggiandosi a poche migliaia di persone sostenute poi da provocatori addestrati e infiltrati prima degli eventi come appunto è accaduto a Kiev. . Per ora il governo georgiano ha disinnescato l’ordigno arancione rinunciando alla legge sulle organizzazioni straniere, ma si tratta in sostanza di una rinuncia alla sovranità perché in buona sostanza la “rivolta” peraltro respinta dai cannoni ad acqua come sta succedendo in Francia contro un numero davvero imponente di persone e non le circa diecimila di Tiblisi, ( ma erano meno della metà quelle che hanno tentato l’assalto al parlamento, anche se perfettamente organizzate con maschere a gas, caschi  e bastoni)    è stata causata dalla volontà del governo di prendere le distanze da Bruxelles e dalla prospettive di entrare nella Ue  che ormai da qualche anno lo schermo di cui gli Usa si servono per non compatite in proma persona e a tutto campo  Purtroppo la Georgia con i suoi meno di 4 milioni di abitanti è troppo piccola per poter mantenere un’equidistanza tra la Russia con cui confina e gli strozzini occidentali come invece riescono a fare stati molto più grandi come la Turchia.  .

C’è anche la possibilità che qualcuno pensi di aprire un secondo fronte e di cacciare le truppe russe dall’Ossezia del Nord ce dall’Abkhazia ,al contrario del resto del Paese, intende integrarsi nella Federazione russa o almeno accenni a questa possibilità si sono sentite da parte di qualche portavoce della protesta, ma la cosa si presenta ardua perché una consistente parte dell’posizione pubblica georgiana, comunque più della metà, è ostile a un’entrata nell’Ue e dunque a qualsiasi cosa possa lavorare in quella direzione. Cosa che crea grandi difficoltà anche ai tentativi di golpe. Insomma il tentativo di portare a forza la Georgia potrebbe risolversi non in una compensazione della vicenda ucraina