Il tempo passa, ma la follia rimane segno che essa è in realtà la maschera di una aberrante visione del mondo che vuole a tutti i costi affermarsi attravero il cavallo di Troia dei vaccini. Adesso un certo Center for Business Taxation (CBT) dell’Università di Oxford prende di mira i non vaccinati dicendo che è giusto che essi paghino una tassa per la loro scelta.  I due idioti che si sono prestati a firmare il pomposo quanto vacuo articolo in cui queste cose vengono vengono dette, tali Alice Pirlot e Kristoffer Berg, sostengono che  sarebbe giustificato punire chi non vuole le punture con una tassa speciale anche se la vaccinazione comporta rischi. La ragione addotta in realtà non è nemmeno una ragione ,  è nientemeno il fatto che “dopotutto, imporre tasse su comportamenti considerati indesiderabili non è una novità” ( certo anche il rogo se è questo non lo sarebbe o magari lo squartamento con i cavalli  )  e che “In casi eccezionali, alcuni Stati adottano misure che possono causare gravi danni. Tuttavia, lo fanno solo se ritengono che i benefici superino i costi”. Certo magari  bisognerebbe sapere chi fa questo calcolo tra rischi e benefici , quale consistenza esso  abbia , se sia razionale o semplicemente inventato o pe rimanere nel concreto se esso n on risponda agli interessi precisi di potentati e di conglomerati di potere.. Sarebbe quasi ovvio che decisioni di questo tipo dovrebbero prevedere passaggi istituzionali  e politici complessi prima di essere imposte e magari anche un’ espressione diretta delle persone. In realtà se davvero i benefici superassero i costi  la cosa non potrebbe essere risolta con una tassazione differenziale la quale non farebbe che sottolineare la pretestuosità del tutto.  Ma di questo i due autori non si occupano  visto che probabilmente supera la complessità di cui sono capaci o che possono esprimere: l’assenza di considerazioni con un minimo di intelligenza fa pensare chiaramente al fatto che la tesi era già prefabbricata e non avrebbe potuto essere diversa: basta sapere che il Center for Business Taxation di cui questi due esemplari di vomitevole contemporaneità anglosferica fanno parte, è finanziata da un gruppo di lobby chiamato Hundreds Group che agisce per conto delle prime 100 società britanniche le cui azioni sono quotate al Financial Times Stock Exchange.

Tra queste società figurano in primissimo piano nella donazione di denaro proprio le  industrie farmaceutiche tra cui Astra Zeneca  e la GlaxoSmithKline, una delle più grandi aziende del settore che esiste al mondo e che possiede anche una fondazione attraverso la quale agisce per “indirizzare” i media . La società ha collaborato con il colosso francese Sanofi per produrre un  vaccino Covid, che ha fruttato miliardi n accordi di fornitura, nonostante il fatto che il siero non sia non sia stato ancora approvato per l’uso pubblico. Ecco dunque che si assoldano due mercenari della tastiera per dire sciocchezze che non hanno senso o meglio che hanno solo un senso orwelliano, esattamente come i 100 euro che il governo italiano, uno dei peggiori del mondo, ha inventato che chi non si vuole vaccinare. E’ così che vanno le cose: le mega aziende, le mega corporation, i mega trust, e i mega ricchi hanno soldi in abbondanza per creare think tank e istituti  di ogni  genere e tipo per diffondere tesi che sebbene assurde e insensate a forza di essere ripetute con insistenza concentrica entrano lentamente nel discorso pubblico e finiscono per avvelenarlo.  in realtà bisognerebbe creare una tassa per scrive di vaccini, in pubblicazioni che vedono la partecipazione delle industrie farmaceutiche, essendo questo un implicito conflitto di interesse. Ad ogni i modo il fatto stesso che queste “idee” vengano ancora espresse dopo il disastro evidente e terribile dei degli pseudo vaccini a mRna  significa che  il mondo attuale va completamente ribaltato,  che opporsi non basta, che occorre qualcosa di più radicale, una rivoluzione come sarebbe auspicabile o senza essere così ambiziosi una vera e propria rivolta generale.