Da più parti si comincia a temere che gli Usa e i suoi nani europei vogliano ingaggiare una lotta a fondo contro la Russia, prendendo a pretesto l’Ucraina, il che significherebbe prima o poi guerra nucleare con la relativa distruzione dell’Europa e di ampie parti degli Usa. E qui voglio esaminare i pro e i contro di questa tragica ipotesi al di là degli “avvertimenti” che vengono da Washington  che sono, come dire, un atto dovuto da parte dell’impero. Non c’è dubbio che dentro l’amministrazione americana, retta solo di facciata da un anziano demente e da un cretina a prova di bomba, ci sia chi voglia fare saltare le polveri: c’è chi ha paura di perdere parte del potere già a partire dalle elezioni di mezza legislatura e chi guarda con orrore la defezione di molti Paesi dalla condanna della Russia che suonano come una campana a morto per il dominio unico occidentale e ci sono le elite europee che nella loro idiozia hanno suicidato i loro popoli accodandosi all’egemone invece di ricercare la pace e che adesso non sanno come venire fuori da questa situazione: anche talii nani deformi potrebbero intravvedere in uno scontro totale una sorta di folle via d’uscita. Si sa che le guerre scoppiano quando si accumulano logiche che alla fine non lasciano via d’uscita e possono essere suscitate da eventi che accadono in Paesi di terzo o quarto piano, come potrebbero essere ad esempio i Paesi baltici.

Tuttavia le cose non sono così semplici:  in questo momento la Russia possiede armi ipersoniche, non ancora pienamente sviluppate dalla Nato – e per farlo occorrono anni -, che le conferiscono un grande vantaggio sia nella difesa che nell’attacco potendo abbattere più missili avversari e mettere a segno molti di più i propri: dunque nonostante che sulla carta gli Usa e i suoi cagnolini addestrati a riportare la palla presentino un subisso di armamenti, potrebbero facilmente soccombere in confronto diretto e totale. D’altro canto anche se fosse possibile immaginare un grande conflitto convenzionale è del tutto evidente che le società occidentali già sull’orlo del disfacimento non reggerebbero alla prova e si dissolverebbero rapidamente. Tuttavia un conflitto generalizzato della Nato contro la Russia andrebbe contro quella che viene comunemente chiamata dottrina Tirpiz dal nome del capo della marina tedesca al tempo del Kaiser il quale pensava che non fosse necessario ingrandire la marina tedesca fino a farle raggiungere le dimensioni di quella britannica  ma sarebbe bastato che fosse abbastanza da grande da infliggere tali danni all’avversario da togliergli in dominio dei mari. Una strategia che poi si rivelò vincente con la battaglia deIlo Jutland quando le due flotte si confrontarono nella loro quasi totalità e i tedeschi riuscirono ad affondare più navi degli inglesi. Da allora la marina inglese non osò più azioni di una qualche rilievo nel mare del Nord.  In questo questo momento siamo esattamente a questo punto con le tre potenze planetarie, Usa, Russia e Cina: un qualunque conflitto tra due di queste lascerebbe alla terza il dominio assoluto della situazione anche se fosse la più debole, mentre nessuna di esse può pensare di vincere contro entrambe. Dunque gli Usa conservare il predominio mondale significa evitare uno scontro globale.

Ciò non toglie che proprio la disperazione possa annebbiare il giudizio di chi probabilmente non lo ha mai avuto: il conflitto ucraino infatti sta acquisendo un carattere deciso intorno al dominio mondiale: una perdita di credibilità della Nato porterebbe ad accelerare il collasso del potere occidentale, mentre uno stallo della Russia fermerebbe per un l’impero della menzogna ha attivato una narrazione parallela e  totalmente inventata sugli inesistenti successi militari ucraini e basata su  azioni di falsa bandiera per coinvolgere le opinioni pubbliche nel più rozzo dei manicheismi e impedire che l’Ucraina si arrenda: la Nato da questo punto di vista combatterà fino all’ultimo ucraino.