1484738428210terremoto_5C’è da rimanere basiti, ma anche ammirati dalla retorica cronache del “terrenevemoto”in Italia centrale, dal tentativo di buttare tutto sull’eccezionalità, sull’inatteso, sul senza precedenti, sull’irripetibile per coprire l’evidente scarsità dei mezzi con cui viene affrontata la nuova emergenza e per continuare a nascondere una realtà negata: l’abbandono dei terremotati, la trasformazione delle zone colpite in area da affari esclusivi, ma anche il progressivo deterioramento delle strutture e dei servizi. Mancano all’appello spazzaneve,  mancano elicotteri, specie dopo la delirante incorporazione dei forestali nei Carabinieri che ha avuto come conseguenza il grottesco adeguamento bellico e il burocratico dei già pochi e vetusti velivoli disponibili, incapaci di operare di notte e in condizioni meteo critiche,  cosa questa che ha condizionato in maniera decisiva i soccorsi per l’albergo di Farindola,  la rete elettrica è stabilmente saltata dopo due fiocchi, la viabilità si è rivelata fragilissima per la mancanza di manutenzione, i vigili del fuoco che dovrebbero soccorrere e aiutare sono a loro volta da soccorrere a causa dell’inadeguatezza della logistica e del vestiario.

E’ una situazione drammatica, ma surreale nel racconto di media che tentano di tutto per giustificare e nascondere pudicamente dietro un paravento lo stato delle cose che è poi lo stato del Paese: mancano ancora i piani di ricostruzione del terremoto del 2009, figurarsi cosa per i danni provocati dalle scosse più recebnti: la gente deve fare da sé come è accaduto in Emilia dove ad onta delle interviste a raffica del sindaco Merola per imporre una narrazione che divide i terremotati tra buoni e cattivi, su 13 miliardi di danni calcolati, sono stati erogati solo 1 miliardo e mezzo (di cui solo i due terzi sono effettivamente arrivati) e molti centri storici dei comuni colpiti, per non dire tutti, rimangono desolatamente chiusi. Ma parliamo di una delle realtà più floride del Paese e dell’Europa, oltre che di un territorio pianeggiante non certo dell’umbratile appennino centrale: si tratta di paragoni così cretini e del tutto fuori luogo, da essere proprio per questo tra i più gettonati dall’informazione di regime.

Non ci si ferma davanti a nulla per rendere plausibile l’inammissibile, nemmeno dal considerare un’abbondante nevicata a gennaio, in mezzo alle montagne come qualcosa di assolutamente imprevedibile ed epocale  così giustificare in qualche modo l’essere stati presi alla sprovvista in un’area già massacrata dal terremoto dove persino i famosi moduli abitativi scarseggiano e le persone spesso si sono dovuti affittare privatamente dei container.  Per buona pace di questi aedi della cialtroneria renzista applicata al tempo atmosferico renderò noto quello che da almeno un decennio è  stato accertato e messo agli atti dei convegni internazionali di climatologia:  sulle montagne italiane la temperatura media è aumentata da 0,4 a 1, grado, i giorni di neve sono diminuiti e il manto nevoso medio è sceso del 50%. Questo fenomeno in crescita tendenziale da 30 anni si verifica ovunque salvo in due zone dove i livelli invernali di neve sono invece cresciuti tra il 10 e il 28 per cento: ovvero le Alpi orientali e l’Appennino centrale. Dunque nulla di eccezionale e inatteso nella possibilità del maltempo e della neve nelle zone colpire dal terremoto e forse niente di eccezionale o di inatteso se la protezione civile ignora questi dati o persino il fatto che a gennaio a mille metri rischia di far freddo, visto che i vigili del fuoco se la devono cavare con gli stessi indumenti usati per spegnere gli incendi boschivi. E dov’è il famoso esercito per il quale tanto si spende? Non parlo dei marmittoni sparsi un po’ dovunque a girarsi i pollici per fare presenza, per segnalare che forse da qualche parte esiste un ipotetico stato che si palesa in divisa, parlo dei mezzi aerei e terrestri che potrebbero essere utilmente impiegati per venire in soccorso alle popolazioni. Ma forse nemmeno quelli ci sono, non sono utilizzabili o sono impegnati nel trasporto di branzini freschi e di democrazia avariata chissà dove. La Pinotti guerrafondaia è in grado solo di fornire foto false risalenti a 3 anni fa rivelando finalmente il grado di intelligenza e di buon gusto che giustamente le competono.

Tutto questo dipinge il quadro di un Paese che tra corruzione e narrazione sta andando allo sfascio perché ciò che accade come dramma nel cratere del terremoto, accade come farsa in ogni altro settore in attesa di implodere.