Anna Lombroso per il Simplicissimus
Permettetemi un digressione privata: allora io ho avuto una cognata che mi ha sempre molto disapprovata e vorrei anche vedere…. Cresciuta nell’apparato del Pci, di buon grado si era poi pacificamente acconciata a un personale revisionismo, fino alla festosa abiura della sinistra in grazia di Pd. Ma dentro le è sempre rimasto un bastone di rigidità intollerante e benpensante, come quelle aste che tenevano dritte le bambole.
C’è una tipologia di creature affini alla mia ex cognata, assolutamente pluralista ecumenica e bipartisan: sono “presidi” nell’anima, inguaribilmente bacchettone, didattiche fino all’autoritarismo, hanno borsette rigide quanto le loro convinzioni, organizzate come archivi, che tengono infilate sul braccio anche in casa: si sa c’è l’agenda, non possono farne a meno, i cellulari, qualche bigliettino pronto a trasformarsi al bisogno in pizzino, per impartire direttive a giovani volonterosi che illuminano con la loro esperienza. La tinta è aborrita, come una infame debolezza, la testina grigia e volitiva è un simbolo di rifiuto delle mollezze e della seduttività: preferiscono una austera e virile severità che addolciscono con una giacca maschile, ma alla quale un colore pastello o una spilla borbonica danno un tocco di femminilità, peraltro rigorosa. Lo stesso rigore inflessibile con il quale difendono le loro postazioni, le loro convinzioni anche quando sono flessibili, i loro errori, mai riconosciuti o ammessi, perché anche l’autocritica è una fiacchezza criticabile. Quelle qualità che le donne a volte incautamente attribuiscono al “genere”, sensibilità, attenzione indirizzata alla tutela dei deboli, dolcezza, che in fondo la rivendicava anche il Che come virtù rivoluzionaria, ascolto e indole alla garanzia di inclinazioni e differenze, ma al tempo stesso quella particolare integrità che deriva dalla poca frequentazione con palazzi e poteri capaci di addomesticare anche i più irreprensibili, nel loro caso funzionano ad intermittenza.
Ce ne sono in tutte le varie formazioni che continuano a accreditarsi, screditate, in questa confusa fase elettorale. E potete star certi che la loro proterva sicurezza di sé e della loro indispensabilità sarà premiata: ne abbiamo già un esempio con l’affermazione della presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro, indeflettibile, irriducibile e irremovibile sostenitrice delle riforme del governo Monti, quelle che penalizzano due volte le donne, in quanto lavoratrici, disoccupate, supplenti dello stato sociale, quelle che hanno fatto del sacrificio e della penalizzazione di diritti e garanzie un sistema di governo oltre che un edificio ideologico di principi infami e disuguali, ma invece – si dice, pare accertato, si sa, ma se ne parla poco – indulgente, accondiscendente con le istanze forse non del tutto legittime dei suoi famigliari.
Perché evidentemente anche l’essere donna per loro è un esercizio “alternato” come le lucette dell’albero di Natale. Forti coi deboli e deboli coi forti e soprattutto intransigenti con gli altri, altri mariti, altre mogli, altre madri, e comprensive coi “loro”.
Continuano, non sorprendentemente, a mietere successi e a ottenere conferme. Le sostiene un apparato nel quale stanno come in una culla protettiva, al quale si sono adattate come un format di convinzioni e ruoli che procurano intoccabili privilegi e rendite di posizione.
Sbaglia chi pensa nel ticket di aver compiuto il dovere “rosa” di “riconoscere” una donna. L’uso di potere produce mutazioni di età e di genere: si sentono giovani i quarantenni e dà forma a creature asessuate che rifiutano inclinazioni e passioni come fossero ingombranti ostacoli all’affermazione dell’unico sentimento concesso: l’ambizione, femminile per il vocabolaria, ma anche quelle intersessuale e interpartitica.
Complimenti, bellissimo articolo come sempre.
Grazie auguri a voi tutti. Anna
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la Finocchiaro una vergogna
Anche da parte mia auguri ad Anna, che vede vicino e lontano!
Come infilare nel famoso carrello della spesa della Finocchiaro questo bellissimo dono?
Chi ha il cellulare della sua scorta? Così l’inflessibile ed inossidabile anche questa volta non faticherà.
Auguri sinceri ad Anna.
Inquietante il baffetto dalemiano. E’ la morte sua.
Non so gli occhiali da sole ma a molte e a molti servirebbero quelli da vista. Anna ci prova ad aprirvi gli occhi ma se ci mettete il prosciutto sopra ….. bhè, per i miracoli si sta attrezzando!
e non li indosserò nemmeno al mio…
Io non so come tu abbia potuto scrivere quest’articolo quando vai ai funerali senza gli occhiali da sòle! E poi sei slava…
sai che la Finocchiaro ha voluto lei lo stadio del polo a Giarre? guardati l’ultima puntata di telepatia ottimo programma d’inchiesta trasmesso ovviamente verso la mezzanotte!
http://www.olivierobeha.it/video/2012/12/tre-volte-sud