Sì, il suo nome è Olli. La sua funzione è quella di Commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, benché risulti aver studiato economia, relazioni internazionali e giornalismo presso il prestigioso quanto sconosciuto Macalaster college in Minnesota. E chi conosce un po’ gli Usa e le sue istituzioni scolastiche sa cosa ciò significhi: basta del resto scorrere la dizione completa della illustre scuola, Private liberal Arts College. Ma insomma questo fornisce il convento europeo e questo è il nome che la Finlandia ci impone.

Però non dev’essere granché anche dal punto di vista della sobrietà quando smette di badare alle renne.  Ollio Rehn infatti, attorno al suo lungo colloquio con Monti, ci ha dato oggi la sua stilettata ed è forse una delle più terribili: ha detto di amare la cultura italiana e di aver letto da ragazzo la saga di Peppone e Don Camillo, da cui è rimasto affascinato.

Ora con tutto il bene, Ollio, ma proprio proprio non ti andava di citare qualcosa di più corposo che non gettasse la cultura italiana dentro il calderone delle culture nazional popolari di etnie remote? Dentro un’oleografia per giunta tenuta tenuta in vita dalla sub cultura berlusconiana? Non so Sciascia, Vittorini, Saba, Pavese, Pasolini, tò guarda persino Moravia e il principe Tomasi di Lampedusa? No, proprio Peppone e don Camillo, per augurarci poi che entrambi siano fan del nuovo governo. Certo su don Camillo ci si può giurare, mentre Peppone con le sue tre narici è ormai estinto.

Peccato perché dove c’era l’uno c’era anche l’altro. Così come dove c’è Ollio c’è anche Stanlio. E non oso pensare chi sia.