Niente ponte aereo per i rimpatri

Povero Maroni. E’ andato a Tunisi per cavare le castagne dal fuoco a Berlusconi e al padre sputativo del  Trota, è rimasto in riunione 9 ore pur di strappare un qualche accordo, anche solo di facciata, valido magare solo per una giornata.  Ed era evidentemente abbastanza sicuro di farcela, tanto che, ieri,  pare abbia requisito tutti gli aerei di Stato e qualche velivolo civile per rimpatriare nell’immediato  900 tunisini.

Una spesa enorme per un risultato modesto, anzi insignificante nella pratica, ma straordinario nella propaganda che ne avrebbero fatto i media: il ponte aereo per riportare subito i migranti, un governo vincente, quell’epica vergognosa e sconclusionata che piace tanto al loro elettorato, fatto della stessa pasta.

Invece niente:  i tunisini non hanno ceduto, non si sono lasciati incantare  e così il mega spot leghista è andato in acido, gli aerei sono rimasti tristemente sulla pista a far correre il tassametro: si sa che la lega non bada a spese quando si tratta dei soldi di tutti.

Maroni è tornato facendo finta di avere un accordo che non esiste e Bossi ora mugugna e forse si affida al dio Po. Decisamente un po’ poco.