Se non puoi convincere, reprimi. Se le promesse non funzionano più come stupefacente, usa i lacrimogeni. Se le cose vanno male, dichiara guerra. Sono precetti che abbiamo visto all’opera un po’ dovunque nel mondo e che ora cominciamo a toccare con mano: non è un caso che mentre il governo persuade sempre meno, proprio dal punto di vista tecnico come si vede benissimo dal fatto che il debito pubblico continua ad aumentare, ma le misure recessive fanno diminuire le entrate dello stato, si comincino a sentire appelli all’esercito. E non solo per i recenti assalti ad Equitalia, ma anche se non soprattutto sulla Tav.
Non si tratta si un piano preordinato, di una lucida strategia, ma della istintiva reazione di un potere che si sente sfuggire di mano sia la credibilità che le chiavi del regno. Lo dimostra il patchwork con il quale sono stati assemblati fatti e vicende che non c’entrano nulla fra di loro per lanciare l’allarme terrorismo: la gambizzazione di Genova, gli assalti ad Equitalia e la Torino – Lione. Un mondo politico che ha venduto la primogenitura, per interesse, per paura, per mancanza di idee che si trova a dover fare i conti con la propria scomparsa; un governo di emergenza che è stato capace di consegnarsi senza trattare ad interessi estranei, ritrovandosi con un’emergenza maggiore di prima e senza le sponde europee che cadono come birilli; un intero Paese alle prese con le lenticchie, conseguenza di questi errori.
Ce n’è più che a sufficienza per tentare la carta di una nuova paura, di nuove distrazioni di massa e per dare un messaggio d’intimidazione che non guasta mai. Una classe dirigente che non sa più parlare al Paese per essere stata troppo occupata a farsi i fatti i suoi, ma che vuole continuare nel comando, si sottrae ad ogni analisi realistica e anche a qualsiasi confronto come dimostra l’inserimento nel capitolo “terrorismo” della vicenda Tav. Per istinto il potere vuole imporre un ordine esteriore che compensi il disordine di ogni tipo di cui è esso stesso è portatore.
E di certo in questa prospettiva potrebbe sorprende solo gli ingenui il fatto che il capo della polizia Manganelli abbia proposto un’analisi della situazione assai più saggia e convincente dell’improvvido collage fatto dalla Cancellieri che invece ha bisogno di far rullare i tamburi e di annunciare nuovi anni di piombo. Che probabilmente ci saranno, ma non per il terrorismo, per chi invece vuole sottrarre al Paese diritti, democrazia e persino buon senso, a causa dei nostri salvatori, insomma ,che sono assai più pericolosi dei nemici.
leggete :
http://medioevosociale-pietro.blogspot.it/2012/05/sciopero-di-regime_15.html
che dire….quello che già dissi in commenti precedenti a proposito della crazione dello sapuracchio di regime per giustificare l’esistenza del regime stesso… leggete (sindacati “complici” ?) :
http://governoeregimi.blogspot.it/2010/03/quando-un-regime-puo-essere-definito.html
http://governoeregimi.blogspot.it/2010/03/oggi-avrei-voluto-offrirvi-ulteriori.html
http://governoeregimi.blogspot.it/2010/03/nello-scorso-post-ho-utilizzato-la.html
Qualcuno diceva che la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa.
Vent’anni fa l’eroe democratico Boris Eltsin prendeva il potere in Russia e pensò bene di ridurne in macerie l’economia svendendo qualsiasi cosa a prezzi ridicoli. Ogni opposizione veniva opportunamente cannoneggiata.
Dieci anni fa con la scusa del terrorismo l’altro eroe democratico George Bush diede poteri immensi alla FEMA e promulgò il nefasto Patriot Act, al cui confronto il maccartismo brillava per moderazione. E ben nascosto da questa coperta, ha potuto saccheggiare impunemente l’economia del suo paese – e di quelli altrui.
Però.
Un giorno la crisi in Russia diventò troppo grande per nasconderla con le cannonate e le danze in preda ai fumi dell’alcool del presidente Eltsin, che destituì il premier – Viktor Chernomyrdin – per nominare un “tecnico”. Sei mesi dopo la crisi era peggiorata immensamente grazie ai buoni uffici di questo gioiello formato ad Harvard e lo zar Boris pensò bene di cacciarlo via – forse perchè qualcuno gli aveva raccontato cosa fosse successo un secolo prima in una situazione simile – e sostituirlo con un altro personaggio senz’altro più adatto… Viktor Chernomyrdin.
Un giorno l’America si svegliò e scoprì di essere indebitata molto oltre i limiti del concepibile. Con il Partito Comunista Cinese.
Chissà il nostro genio italico che farsa riuscirà ad escogitare.
E’ il colpo del dragone.. ci siamo. Parla la Cancellieri il ministro della Paura..
Quella pensata da questo sedicente governo “equo” non è un tipo di normale repressione in uno Stato libero e democratico. E’ la reazione scomposta di un governo che già usa le forze di polizia in assetto antisommossa, addestrate alla cilena di Pinochet, pura cieca violenza, in parte almeno, autoprodotta, Ritenendola insufficiente, minaccia l’uso dell’esercito, come in Argentina di Vileda, puro fascismo. Con l’aggravante che oggi in Italia non c’ è un esercito di leva ma di volontari prevalentemente fanatici o affamati, braccia sottratte all’agricoltura.
Ho ripetuto chiesto e chiedo ancora perchè mai la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza in servizio di ordine pubblico sia sempre, soprattutto la polizia di Maroni, solo in parte in divisa mentre la maggiorparte sia in borghese. Come fa il cittadino comune a distinguere tra due uomini in borghese se è un poliziotto o un delinquente. Come fa ad essere sicuro che colui che sta spaccando una vetrina sia un delinquente e non invece un poliziotti travestito da delinquente?
Domande del genere, la politica, soprattutto la cosiddetta opposizione, se le sono mai poste?
E non mi si dica, per cortesia, che le cosiddette forze dell’ordine sono al di sopra di ogni sospetto! La storia ed anche la cronaca dicono esattamente ilo contrario. Io non riesco a dimenticare il G8 di Genova. Se quelle erano forze dell’ordine e non delinquenti comuni, alcuni dei quali condannati dai tribunali ed altri, invece, promossi, anche recentissimamente, è inutile e patetico parlare ancora di libertà e di democrazia!
Con buona pace di chi parla di antipolitica e di coesione sociale!
Concordo sul fatto che non esista una strategia preordinata e sono convinto che non esista peggior cosa di un potente che perde il controllo perchè brancola nel buio. A dire il vero, anzi, una strategia madre esiste eccome, quella della paura, la solita, nulla è cambiato e tutto si ripete in modo perpetuo.