Se non puoi convincere, reprimi. Se le promesse non funzionano più come stupefacente, usa i lacrimogeni. Se le cose vanno male, dichiara guerra. Sono precetti che abbiamo visto all’opera un po’ dovunque nel mondo e che ora cominciamo a toccare con mano: non è un caso che mentre il governo persuade sempre meno, proprio dal punto di vista tecnico come si vede benissimo dal fatto che il debito pubblico continua ad aumentare, ma le misure recessive fanno diminuire le entrate dello stato, si comincino a sentire appelli all’esercito. E non solo per i recenti assalti ad Equitalia, ma anche se non soprattutto sulla Tav.

Non si tratta si un piano preordinato, di una lucida strategia, ma della istintiva reazione di un potere che si sente sfuggire di mano sia la credibilità che le chiavi del regno. Lo dimostra il patchwork con il quale sono stati assemblati fatti e vicende che non c’entrano nulla fra di loro per lanciare l’allarme terrorismo: la gambizzazione di Genova, gli assalti ad Equitalia e la Torino – Lione. Un mondo politico che ha venduto la primogenitura, per interesse,  per paura, per mancanza di idee che si trova a dover fare i conti con la propria scomparsa; un governo di emergenza che è stato capace di consegnarsi senza trattare ad interessi estranei, ritrovandosi con un’emergenza maggiore di prima e senza le sponde europee che cadono come birilli; un intero Paese alle prese con le lenticchie, conseguenza di questi errori.

Ce n’è più che a sufficienza per tentare la carta di una nuova paura, di nuove distrazioni di massa e per dare un messaggio d’intimidazione che non guasta mai. Una classe dirigente che non sa più parlare al Paese per essere stata troppo occupata a farsi i fatti i suoi, ma che vuole continuare nel comando, si sottrae ad ogni analisi realistica e anche a qualsiasi confronto come dimostra l’inserimento nel capitolo “terrorismo” della vicenda Tav. Per istinto il potere vuole imporre un ordine esteriore che compensi il disordine di ogni tipo di cui è esso stesso è portatore.

E di certo in questa prospettiva potrebbe sorprende solo gli ingenui il fatto che il capo della polizia Manganelli abbia proposto un’analisi della situazione assai più saggia e convincente dell’improvvido collage fatto dalla Cancellieri che invece ha bisogno di far rullare i tamburi e di annunciare nuovi anni di piombo. Che probabilmente ci saranno, ma non per il terrorismo, per chi invece vuole sottrarre al Paese diritti, democrazia e persino buon senso,   a causa dei nostri salvatori, insomma ,che sono assai più pericolosi dei nemici.