Tra un po’, magari domani, farò qualcosa che riguarda il clima e l’impero di Roma che è davvero una stroncatura senza appello della fiaba climatica la quale ha solo il malgusto e la volgarità dei sotterfugi a distinguerla da quelle dei fratelli Grimm, ma stasera la notizia è un’altra: che un sondaggio dopo l’altro si conferma il calo di interesse sempre più netto verso gli allarmi climatici e per giunta questo calo è più evidente per non dire drammatico tra la popolazione americana dai 18 ai 34 anni. Gli ultimi dati della Monmouth University, con sede nel New Jersey, mostrano i  maniera chiarissima questa caduta di tensione che viene illustrata nel grafico pubblicato in apertura del post.

Diminuzioni significative si registrano in tutte le fasce d’età. La percentuale complessiva di americani che ritiene il cambiamento climatico un problema molto serio è scesa sotto il 50% per la prima volta dal 2018. Si nota anche il calo del sostegno all’azione del governo, in un momento in cui l’amministrazione Biden sta costringendo le generazioni future a pagare un enorme deficit verde che tuttavia  servirò solo ad aumentare l’inquinamento ambientale: tra i giovani è sceso da un massimo dell’82% nel 2018 al 62% di oggi. Altri sondaggi hanno evidenziato un calo del sostegno all’idea che gli esseri umani influenzino i9n maniera decisiva  il clima e che la combustione di idrocarburi stia portando al riscaldamento catastrofico. L’anno scorso un sondaggio condotto da un gruppo dell’Università di Chicago ha rilevato che la convinzione che gli esseri umani siano responsabili di tutti o della maggior parte dei cambiamenti climatici è crollata in America al 49% rispetto al livello del 60% registrato solo cinque anni fa.

In mezzo a una incessante e pervasiva campagna mediatica che ogni giorni lancia l’allarme peraltro funzionale solo a gigantesche speculazioni, si sta verificando un cambio di paradigma anche perché l’ossessivo discorso sta facendo venire alla luce il fatto che nessuna delle previsioni di un imminente collasso climatico degli ultimi 40 anni si è avverata. E tra i sostenitori di questa lucrosissima narrazione si fa strada la paura che i giovani non si spaventino più quando Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, afferma che il mondo sta “ribollendo” e finiscano per chiedersi come un tale idiota sia arrivato così in alto nella politica internazionale.

Ovviamente il cambiamento climatico esiste perché il clima è variabile per definizione: quindi certi sondaggi cercano di districare la credenza nel  cambiamento climatico naturale e quello catastrofico che viene narrato. In questo senso l’università di Chicago ha cercato di affrontare il tema della separazione politica delle opinioni: il sostegno complessivo verso il catastrofismo climatico di origine antropica è sceso dal 2018 dal 61% al 49%. Il sostegno repubblicano è rimasto stabile al basso livello del 33%, mentre il sostegno democratico è sceso di 12 punti al 60%. Questo calo di interesse e di credulità acritica è un segnale davvero negativo perché la diminuzione dei “fedeli” è avvenuta in un periodo di accanita e pervasiva campagna mediatica: a questo punto il sostegno potrebbe facilmente crollare con velocità logaritmica mettendo in pericolo gli affari di Net Zero.