136 blindati israeliani distrutti

Durante i combattimenti nella Striscia di Gaza, durati 33 giorni, secondo Hamas 136 unità carri armati e veicoli blindati delle Forze di difesa israeliane (IDF) sono state distrutte o danneggiate. Tuttavia, non è stato ancora chiarito se queste perdite si riferiscano esclusivamente alle azioni di Hamas o se includano anche le perdite causate dalle operazioni militari di Hezbollah che nei primi giorni hanno distrutto circa una trentina di corazzati con la stella di Davide. Se confermate, queste statistiche rappresenterebbero  una delle peggiori perdite di equipaggiamenti militari dell’esercito israeliano degli ultimi decenni. In questo contesto non viene specificato come queste informazioni siano state ottenute né quanto siano attendibili ma d’altra parte va notato che  Tel Aviv nasconde accuratamente le proprie perdite per cui non è possibile un confronto. Tuttavia il fatto che gli israeliani una decina di giorni fa abbiano rimesso  in linea carri armati già radiati e in procinto di essere smantellati, induce a credere che le cifre di Hamas non sono poi così campate in aria. 

Silenzio sulle perdite Usa

Si è detto che gli israeliani non forniscono i numeri delle loro perdite, ma l’amministrazione americana non è da meno:  le basi e gli avamposti militari statunitensi in Siria e Iraq si trovano ad affrontare attacchi quotidiani con razzi, missili e mortai il Walter Reed Medical Center di Bethesda, nel Maryland, il più grande ospedale militare degli Usa di sta riempiendo di personale militare americano ferito nei recenti attacchi a quelle basi. Questa mattina, una base militare degli Stati Uniti situata nel giacimento petrolifero di al-Omar, nella parte orientale della provincia di Deir ez-Zor in Siria, forse la più importate in tuta l’area mediorientale è stata attaccata con un lancio di missili  particolarmente intenso Secondo quanto è dato  sapere sono stati lanciati almeno 15 missili e 
l’azione  è stata rivendicata dal gruppo sciita della Resistenza islamica in Iraq. Questo gruppo ha precedentemente dichiarato le sue posizioni antiamericane e ha effettuato attacchi contro gli interessi statunitensi nella regione, essendo parte di un’ampia rete di forze che si oppongono all’influenza occidentale. Mom sono stati comunicati i numeri delle perdite americane: del resto la Casa Bianca e il Dipartimento della Difesa stanno lavorando attivamente per sopprimere queste informazioni, per paura che l’opinione pubblica americana scominci a chiedere un ritiro dall’Iraq e dalla Siria  delle perdite e aumenti la pressione affinché gli Stati Uniti lascino l’Iraq e la Siria.

Un giorno di ordinario massacro firmato Zelensky

Le forze armate russe ieri hanno respinto con successo gli attacchi ucraini che si susseguono con spaventosa inutilità e solo per mantenere al potere il duce di Kiev.  L’esercito ucraino ha perso 375 soldati vicino a Kupyansk, 260 vicino a Krasnoliman, 595 vicino a Donetsk, 305 a sud di Donetsk, 235 vicino a Zaporozhye e 250 vicino a Kherson. Le perdite in fatto di equipaggiamento ammontano a 4 carri armati (incluso un Leopard), 5 veicoli da combattimento di fanteria, 30 veicoli corazzati, 9 sistemi di artiglieria semoventi (incluso il Krab polacco), 6 sistemi di artiglieria americani M777, 10 obici, 5 lanciarazzi multipli e un sistema radar americano. Inoltre un arsenale di razzi e munizioni è stato colpito vicino a Priluk (regione di Chernigov), un magazzino di equipaggiamento antiaereo è stato colpito nell’aerodromo di Dnipro (regione di Dnieperpetrovsk) e l’equipaggiamento aereo è stato distrutto nell’aerodromo di Mirgorod (regione di Poltava). Sono state colpite  anche le aree di stoccaggio dei droni navali.

Quanto ancora può durare tutto questo? Fino alla fine visto che ormai vengono mobilitate  persone con malattie gravi, inclusi problemi di vista, salute mentale, patologie del sistema nervoso centrale e del sistema  muscolo-scheletrico e persone con disabilità. Insomma si sta raschiando il fondo del barile a meno che non ci sia una nuova Maidan  per cacciare Zelensky